giovedì 26 febbraio 2015

Dieta low fodmap & paleo

Ho trattato il capitolo della dieta Paleo qui:
http://cristallicolorati.blogspot.ch/2015/02/la-paleo-dieta.html

E il capitolo della dieta low fodmap qui:
http://cristallicolorati.blogspot.ch/2013/08/la-dieta-fodmap-nella-cura-del-colon.html

La dieta Paleo-low fodmap è la dieta IDEALE per chi soffre di patologie intestinali, dall'intestino irritabile alle malattie infiammatorie croniche intestinali (e non intestinali). 

Chi inizia a seguire una dieta paleo deve eliminare tutti i cereali, dunque la pasta, il riso, il pane, i biscotti, i cibi confezionati, ecc. e iniziare a mangiare carne, pesce, verdura e frutta. Spesso chi già soffre di problemi di colon irritabile può vedersi aumentare i disagi, dovuti al consumo più elevato di verdura e frutta, rispetto a prima, dunque più fibre. Integrare la paleo con la low fodmap permette di non eccedere con verdura e frutta che possono causare problemi al colon. 





Con la dieta low FODMAP si riduce il consumo di zuccheri in generale (glucosio e fruttosio). 

Qui  uno schema dove si può notare come il malassorbimento del fruttosio possa causare un circolo vizioso con la SIBO. 





Cortisolo alto

Il cortisolo è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali del nostro corpo. È conosciuto anche come “ormone dello stress”, proprio perché la sua produzione, in genere, aumenta a seguito di situazioni di forte stress, fisico e mentale, al fine di incrementare la quantità di energia necessaria al nostro corpo.

Gli elementi che vengono rilasciati nell’organismo, a seguito di un eccesso di cortisolo, dovrebbero essere smaltiti attraverso un’attività fisica costante.
L’aumento di situazioni stressanti, il consumo giornaliero di caffeina e uno stile di vita sedentario rendono non solo difficile abbassare i livelli di questo ormone, ma continuano a stimolare il nostro organismo a produrne ancora di più.
Questo a lungo andare porta, inevitabilmente, ad alcuni effetti collaterali: come la riduzione della sintesi di collagene, la riduzione delle difese immunitarie, un eccesso di stanchezza.

Ecco 10 segni che ci aiutano a capire quando nel nostro organismo ci sono troppi “ormoni dello stress” in circolo.

Ipersensibilità al dolore
Quando i livelli di cortisolo rimangono alti per un lungo periodo di tempo, le ghiandole surrenali cominciano a indebolirsi. Questo genera un aumento dei livelli di prolattina, che porta a una maggiore sensibilità del corpo a particolari tipi di dolore, come il mal di schiena e i dolori muscolari. 
Una quantità eccessiva di cortisolo aumenta anche la sensibilità del sistema nervoso in risposta agli stimoli dolorosi, di conseguenza anche la minima fitta può eccitare i nervi del cervello, provocando mal di testa.

Difficoltà nel dormire
I livelli di cortisolo sono portati a scendere di notte, permettendo così al corpo di rilassarsi e di ricaricarsi. Ma se ci sono troppi ormoni dello stress in circolo, questo meccanismo si inceppa. Così, anche se avete avuto una giornata particolarmente stancante, vi ritroverete facilmente a rigirarvi nel letto tutta la notte, sentendovi nuovamente stanchi il giorno successivo.

Stanchezza cronica
Anche se, nonostante tutto, avete dormito bene, vi alzate ancora più stanchi di quando siete andati a letto. Nel corso del tempo, alti livelli di cortisolo riducono l’attività delle ghiandole surrenali predisponendo il vostro organismo a una sorta di stanchezza cronica. Quindi, se la mattina diventa sempre più difficile trovare la forza di alzarvi dal letto, probabilmente, è perché siete stressati.

State ingrassando
Anche se pensate che state mangiando in maniera corretta e che state praticando sufficiente attività fisica, continuate a ingrassare. Questo avviene a causa del cortisolo che  riduce la capacità dell’organismo di utilizzare il grasso presente nelle riserve al fine di produrre energia, favorendone l’accumulo soprattutto intorno all’addome.

Siete facilmente soggetti a raffreddori e infezioni
Elevati livelli di questo ormone disattivano i naturali meccanismi di auto-riparazione del vostro corpo, influenzando il funzionamento della ghiandola del timo, la cui attività consiste nel portare a maturazione vari tipi di linfociti atti a riconoscere e distruggere le cellule infette. Questo porta il vostro sistema immunitario, perfettamente progettato dalla natura per mantenervi in buona salute, a lasciarvi particolarmente vulnerabili.

Voglia di cibi non sani
Il cortisolo provoca l’incremento di zuccheri nel sangue, del colesterolo e della pressione sanguigna, e riduce la capacità dell’organismo di utilizzare il grasso accumulato nelle riserve per produrre energia. Lo stress e l’aumento della quantità di zucchero causano, a loro volta, una sovrapproduzione di insulina che induce l’organismo a desiderare cibi dolci, salati, ipercalorici.

Calo del desiderio sessuale
Alti livelli di cortisolo funzionano come una sorta di anti-Viagra. Questo perché, quando gli ormoni dello stress sono alti, gli ormoni che inducono la libido faticano a fare il loro lavoro.

Stomaco sottosopra
Il sistema gastrointestinale è molto sensibile a ormoni come il cortisolo. Potreste quindi trovarvi ad avvertire nausea, bruciore di stomaco, crampi addominali, diarrea o costipazione. Il tutto a causa dell’aumento di stress che riduce la capacità di digerire i cibi e diminuisce l’assorbimento dei minerali. Inoltre, il cortisolo inibisce la crescita della flora batterica nell’intestino.

Ansia
Cortisolo e adrenalina possono portare a nervosismo, sensazioni di panico e, nel peggiore dei casi, anche alla paranoia, perché interferiscono nella produzione di serotonina e dopamina.

Rughe
Come abbiamo detto all’inizio dell’articolo, l’ormone dello stress inibisce la sintesi di collagene e causa disidratazione, questo porta a un invecchiamento precoce della pelle e alla comparsa di rughe.

Cosa fare?

Ecco alcuni piccoli accorgimenti per ridurre i livelli di cortisolo nel vostro organismo:

eliminare la caffeina;

dormire di più;

praticare regolare attività fisica;

stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue;

fare ricorso a tecniche di rilassamento come meditazione e yoga.

Per tenere sotto controllo la produzione di cortisolo, un passo importante è cercare di adottare un migliore stile di vita, affidandovi a una dieta sana ed equilibrata. In vostro aiuto poi, possono ricorrere la meditazione e l’ashwagandha o ginseng indiano, un’erba particolare della medicina ayurvedica che può aiutarvi a ridurre stress e ansia.





La paleo dieta

La dieta paleo rimanda chiaramente a qualcosa che va molto, molto indietro nel tempo. Si parla del modo di mangiare ispirato ai nostri antenati.

La dieta paleo posa le sue solide basi sul fatto che gli alimenti che necessitino un processo tecnologico per essere considerati consumabili non siano adatti alla nutrizione umana perché innescano una serie di reazioni negative all’interno del nostro corpo, provocando una serie di disturbi che all’inizio possono essere semplici mal di stomaco o carie, ma che poi si trasformano, nel tempo, in problemi seri: obesità, malattie cardiovascolari, tumori, malattie autoimmuni, ecc. 



S’è visto come, quando le ricerche non sono finanziate da multinazionali che hanno interessi economici nei cibi che andrebbero evitati, l’alimentazione sia una delle principali cause della precaria salute di cui (non) gode la specie umana.

Noi siamo pressoché identici, geneticamente parlando, a coloro che camminavano forti, magri e in salute fino a 12000 anni fa sulla terra.
Poi dopo l’invenzione dell’agricoltura, ecco che la salute ha iniziato a risentire non poco a causa dei nuovissimi ed inadatti alimenti ai quali l’uomo s’è piegato.

Avete mai visto un animale che vive nel suo ambiente naturale ammalarsi? Beh, questo vi può aiutare a riflettere su come ci stiamo rovinando con le nostre mani. Se non c’è malattia, non servono medicine (altro elemento tremendamente dannoso siccome innaturale per noi) e quindi le industrie farmaceutiche non avrebbero ragione d’esistere. Noi ci ammaliamo sempre più e qualcuno s’arricchisce sempre più.

Un altro paleo principio è il nutrirsi secondo istinto, quindi a sazietà. Si mangia quando s’è affamati e si mangia quanto ci sazia. Via quindi al calcolo delle calorie, il corpo sa benissimo come comportarsi quando vengono introdotti gli alimenti che lo nutrono per bene.

La paleo dieta viene spesso accusata d’essere una dieta di sole proteine, che porta gravi problemi ai reni. Tutto questo semplicemente non è vero. La nostra evoluzione insegna che ci siamo adattati nei millenni mangiando dapprima carogne e bacche e poi pian piano ci siamo evoluti in cacciatori/raccoglitori.
Questo comporta un regime alimentare che poggia le sue basi su proteine e grassi, senz’altro, ma con i grassi che diventano spesso la fonte principale di nutrimento. Voi direte, e gli zuccheri? Sono presenti nelle giuste quantità e li prendiamo dalla poca frutta e dalle tante verdure che consumiamo durante la giornata.

Magari molti avranno paura di ingrassare mangiando a sazietà, ma la questione è che l’organismo, una volta disintossicatosi di tutti gli errori fatti nel corso degli anni, riprende a funzionare bene, ripristinando pienamente l’efficienza degli organi interni e il meccanismo di fame/sazietà. Quindi, non abbiate paura, scegliendo gli alimenti paleo non esiste un vero rischio di ingrassare, a patto che si ascolti sul serio il proprio istinto.

Altro punto da chiarire è quello del consumo relativamente elevato di grassi e la paura che questo comporta. Diciamo subito che non sono i grassi a far mettere su ciccia, sono gli zuccheri in eccesso e da fonti sbagliate, non paleo.
Ovviamente anche i grassi vanno selezionati: via quelli industriali ovviamente, soprattutto quelli idrogenati e spazio abbondante a quelli insaturi, soprattutto Omega 3.
Non temete il colesterolo, nemmeno i grassi saturi, a patto che non si esageri troppo spesso con il loro consumo. I vari problemi di colesterolo cattivo alto e quelli di cuore e circolazione sono provocati soprattutto dal consumo elevato di zuccheri.
Questa tesi è avvalorata dal fatto che popolazioni che fanno di proteine e grassi le basi della loro dieta, vedi Inuit o quelle poche tribù di cacciatori/raccoglitori che sono ancora rimaste, non sappiano cosa siano tumori, problemi di circolazione e malattie tipiche alle quali siamo soggetti quasi tutti.

Veniamo dunque agli alimenti Paleo:
Carni magre rosse e bianche, pesce, frattaglie, uova, verdure, frutta fresca, semi a guscio, frutta lipidica, oli, spezie.

Ovviamente le carni, così come le uova ed il pesce non devono essere di animali allevati senza potersi muovere, con mangimi di dubbia qualità (i cereali per esempio fanno male anche ai bovini) e imbottiti di medicinali.
La frutta migliore da scegliere è quella piccola, la meno attraente esteticamente. Questo perché l’apparenza non è sinonimo di qualità nutrizionale.
Da preferire soprattutto frutti di bosco e bacche. La verdura andrebbe mangiata cruda per beneficiare pienamente delle sue proprietà e non avere ostacoli nella digestione. Sia chiaro che frutta e verdura devono essere di provenienza certa, non cariche di pesticidi e fertilizzanti dannosi.
La frutta lipidica e i semi a guscio, ad esempio le mandorle e le noci, sono un carico di energia grazie ai loro utilissimi grassi.

Come olio preferire quello extravergine d’oliva oppure meglio ancora, quello di semi di lino, ricco di omega 3 sempre più scarsi nella nostra dieta.

Usate molte spezie per tenere il metabolismo attivo e insaporire i cibi: il peperoncino è una farmacia naturale, così come la curcuma ad esempio.

Alimenti Consigliati

Verdure
Frutta (moderate quantità. Preferibilmente solo a colazione o comunque nella prima parte della giornata)
Carne rossa magra
Carne bianca
Frattaglie
Pesce
Semi e frutta secca lipidica: mandorle, lino, pistacchi, anacardi, semi di Girasole, semi di zucca, sesamo, noci.  
Olio extravergine di oliva o di lino o di noci
Spezie 
Uova
Thè verde, guaranà
Stevia

Alimenti Vietati

Latte e tutti i suoi derivati
Cereali e farinacei (pasta, pane, biscotti, prodotti da forno, prodotti lievitati, ecc.)
Zucchero e prodotti con zuccheri aggiunti
Legumi  
Prodotti lavorati ed industriali di ogni tipo
Alcool
Verdure e frutta troppo amidacea  
Sale aggiunto
Non va consumato nessun alimento che deve subire un processo tecnologico per essere consumato: gli alimenti che di base non possono essere mangiati crudi non sono adatti alla nutrizione umana






mercoledì 25 febbraio 2015

Il nervo vago

Il nervo vago è il decimo delle dodici paia di nervi cranici. Si può considerare il componente principale della sezione parasimpatica del sistema nervoso autonomo.




Esso esce dal midollo allungato, attraversa il collo e il torace, raggiungendo l’addome. Invia rami verso gli organi principali del corpo umano, alla laringe, alla faringe, alla trachea, al cuore, ai polmoni e a buona parte dell’apparato digerente.
Stimola la produzione dell’acido gastrico, l’attività della colecisti, i movimenti dello stomaco e dell’intestino durante la digestione; determina il restringimento dei bronchi e il rallentamento della frequenza cardiaca.
Il tutto attraverso l’acetilcolina.
Quando la sua funzionalità viene compromessa, si manifesta una serie di sintomi, che coinvolgono varie parti del corpo.

I sintomi

Uno dei sintomi del nervo vago è la nausea, che colpisce soprattutto al mattino, appena ci svegliamo, e sembra essere più frequente durante i cambi di stagione.
Anche essa rientra nell’ambito della sindrome vagale, che si manifesta attraverso delle vere e proprie crisi, le quali si riferiscono a differenti disturbi.
Fra questi ci sono, per esempio, i crampi alla bocca dello stomaco e del piloro, l’apertura che mette in comunicazione lo stomaco con l’intestino tenue.
Se il nervo vago viene stimolato eccessivamente, può dar luogo alla tachicardia, un aumento di battiti che determinano una frequenza cardiaca superiore ai 100 battiti al minuto. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che il vago innerva anche il cuore.

Connessi alla cervicale sono il dolore e la rigidità del collo, che impediscono una corretta mobilità della testa e delle articolazioni. In questo senso va letto anche il mal di testa.
Altre manifestazioni sintomatiche sono le vertigini e i giramenti di testa, i disturbi alle braccia e alle spalle, i formicolii e l’intorpidimento, i problemi alla vista e i disturbi della deglutizione.
Può essere alterato anche il meccanismo respiratorio, influendo così sulla respirazione. Inoltre c’è un legame con l’ansia e la depressione, perché si è visto che la stimolazione del nervo vago sarebbe efficace anche nel miglioramento del tono dell’umore.

I rimedi e le cure

Le cure per il nervo vago comprendono principalmente la manovra di Valsalva o il massaggio carotideo, che possono avere degli effetti stimolatori. Bisogna però ricordare che a tutto ciò va riservata una particolare prudenza, perché si tratta di una di quelle manovre terapeutiche che, se vengono usate in modo inappropriato, possono portare anche a delle gravi conseguenze per ciò che riguarda il ritmo cardiaco. Si possono verificare anche dei blocchi atrio-ventricolari o delle fibrillazioni ventricolari.
Per questo è importante fare in modo che queste manovre vengano compiute soltanto da personale medico preparato. La manovra di Valsalva prevede una compensazione forzata dell’orecchio attraverso una pressione interna ottenuta tappando il naso e facendo pressione sulle orecchie.
Nei casi di epilessia o di depressione resistente ai farmaci, si ricorre anche alla stimolazione tramite impulsi elettrici.





lunedì 23 febbraio 2015

La frutta secca, proprietà nutrizionali




Nocciole
Noci
Pinoli
Arachidi
Mandorle
Pistacchi
Energia
655 Kcal
689 Kcal
595 Kcal
598 Kcal
603 Kcal
608 Kcal
Parte edibile
42 %
39 %
100 %
65 %
24 %
50 %
4,5 g
3,5 g
4,3 g
2,3 g
5,1 g
3,9 g
6,1 g
5,1 g
4,0 g
8,5 g
4,6 g
8,1 g
64,1 g
68,1 g
50,3 g
50,0 g
55,3 g
56,1 g
13,8 g
14,3 g
31,9 g
29,0 g
22,0 g
18,1 g
8,1 g
6,2 g
4,5 g
10,9 g
12,7 g
10,6 g
15,00 mg
4,0 mg
-
-
26,0 mg
4,0 mg
3,3 mg
2,4 mg
2,0 mg
3,5 mg
3,0 mg
7,3 mg
150 mg
61 mg
40 mg
64 mg
240 mg
131 mg
322 mg
300 mg
466 mg
283 mg
550 mg
500 mg
466 mg
603 mg

680 mg
780 mg
972 mg


La frutta secca si può suddividere in due categorie:
  • quella glucidica, ricca di zuccheri e povera di grassi (come albicocche, ananas, mele, uva, banane, datteri, prugne, fichi, mirtilli, mango, ecc.), nota come frutta secca non oleosa (disidratata o candita).   
  • quella lipidica, ricca di grassi e povera di zuccheri (come arachidi, mandorle, nocciole, noci, noce di cocco, pinoli, pistacchi, castagne).
    NOTA: la frutta secca lipidica comprende sia frutti veri e propri ma anche i semi di alcune piante e i legumi (p. es. arachidi).



 

Lo zucchero e l'alimentazione moderna e confronto con l'alimentazione del passato

Cibi raffinati, conservati industrialmente, poveri di nutrienti, ricchi di grassi e zucchero determinano uno stato di malnutrizione di fatto, anche quando dovessimo essere sazi e persino grassi.
Tutto ciò anche a causa di una flora batterica intestinale squilibrata che non riesce più a svolgere le sue importanti funzioni di assorbimento selettivo dei nutrienti, perché non riceve sufficiente fibra vegetale, ciò di cui si nutre prevalentemente.
Vitamine, enzimi, antiossidanti, sali minerali e oligoelementi, sono i micro-nutrienti necessari al nostro organismo per ottenere salute e benessere di lunga durata.
Se questi elementi vengono a mancare, i centri nervosi della fame restano in costante eccitazione e spingono a comportamenti alimentari compensatori: in altre parole pur mangiando in abbondanza si ha sempre fame.
Viceversa, con un'adeguata alimentazione ben pianificata e bilanciata sul piano nutrizionale, basata su frutta e verdura, ortaggi ed altri cibi vegetali integrali, freschi, ricchi di nutrienti e vitali perché consoni alla nostra natura, l’organismo è soddisfatto e i centri nervosi della fame si placano ottenendo un senso di sazietà duraturo che ci consente di stare bene in salute e di non essere più ossessionati dal cibo a tutte le ore.

Quanto zucchero consumiamo ?

Nel 1700 il consumo annuo pro capite è stato di 1,8 Kg;
Nel 1800 il consumo annuo pro capite è stato di circa 8 kg;
Nel 1900 il consumo pro capite annuo è salito a 40 Kg;
Nel 2009 il 50% degli americani ha consumato in media oltre gli 80 Kg di zucchero all'anno.

Fino agli anni 70 si consumava il 60% di zucchero semplice acquistato nei negozi mentre il 40% proveniva da alimenti confezionati.
Oggi le proporzioni si sono invertite per cui si assume prevalentemente zucchero contenuto nei cibi elaborati, in particolare dall'industria.
E' una buona abitudine quella di leggere gli ingredienti riportati sulle etichette applicate ai prodotti che acquistiamo: troveremo delle belle sorprese (non solo per il glucosio, il destrosio, il fruttosio, il saccarosio, il maltosio in essi contenuto).

In quali alimenti troviamo lo zucchero?

Non solo nei dolci e nelle bevande gassate ma ormai in quasi tutti i cibi elaborati, trasformati e confezionati.
Si trova anche negli hamburger, nei wurstel, nelle salse come il ketchup, nella senape, in molti tipi di pane, nei cibi in scatola o in quelli precotti, ecc.

Ovviamente lo zucchero è anche contenuto nella frutta e in minor parte nella verdura ma legato a tantissime sostanze vitali come le fibre, le vitamine, i sali minerali, gli enzimi, e molti altri fitonutrienti che ne attutiscono gli effetti negativi.
Tuttavia anche la frutta e certi ortaggi ricchi di zuccheri o amidi come le patate e le carote, vanno consumati con moderazione.

Lo zucchero e la dipendenza

Ci sono diversi modi in cui lo zucchero ci induce a mangiarne troppo e ad aumentare di peso, e il primo di questi meccanismi è il forte impatto sui centri di ricompensa del cervello.
Quando mangiamo cibi che contengono zucchero, una massiccia quantità di dopamina viene rilasciata in una zona del cervello chiamata Nucleo Accumbens.
Quando mangiamo questi alimenti tutti i giorni e in grandi quantità, i recettori della dopamina cominciano a funzionare in maniera sbagliata.
Lo zucchero e gli altri cibi spazzatura, a causa del loro potente effetto sui centri di ricompensa del cervello, hanno una funzione simile a droghe come la cocaina e la nicotina, danno dipendenza e assuefazione.
Quando li mangiamo infatti entrano in gioco esattamente gli stessi centri del cervello. Le persone che hanno una certa predisposizione alla dipendenza, diventano dipendenti da questi alimenti e perdono il controllo sul loro consumo.

Ora un salto nel passato, come mangiavano i nostri nonni ?  

La colazione
Si consumavano pane giallo e latte di mucca diluito con acqua o addirittura solo acqua.

Il pranzo e la cena
minestrone
patate e cavoli
patate e funghi
patate e verze, a volte con l'aggiunta di uova
patate e fagioli
patate con pasta o riso
pasta (fatta in casa o comprata a peso)
risotto
uova e spinaci
cipolle con rognone
polenta e latte
polenta e zucchero
polenta con "sarac" (aringa, varietà di pesce conservata sotto sale)
castagnaccio
riso e latte
latte e vino con il pane
semolino
trippa
insalata, pomodori, verdura degli orti

Esistevano più cibi salati che dolci, perché allevavano animali da cui ricavavano salami, pancetta, lardo, prosciutti, ecc.
La carne si mangiava raramente, più spesso quella bianca.
Di rado si consumava anche il pesce; si comprava il merluzzo perché costava poco o si andavano a pescare le carpe.
Con la frutta e la verdura degli orti venivano fatte conserve e salse.
Circa il 90% delle famiglie possedeva un orto.
Era comunque abitudine anche andare per campi e prati a raccogliere l'"insalata matta" (tarassaco).
Il pane veniva preparato in casa con farina di frumento o di mais, cotto dal fornaio e durava per una settimana.
Il vino, in alcuni casi prodotto in casa con l'uva americana ma più spesso acquistato, di solito non mancava in tavola.
I bambini spesso cenavano soltanto con del latte.
Il cibo era non era abbondante e, anche se non piaceva, si doveva mangiare e non si buttava.
La spesa si faceva nei piccoli negozi di paese: non esistevano i supermercati!

La merenda
pane, burro e zucchero
pane, burro e marmellata
pane con frutta o ortaggi
pane con salumi
frutta

Le feste
Durante le feste si mangiavano l'oca ripiena di scarti del maiale, la gallina, il pollo lesso o in gelatina, la carne di manzo, l'arrosto, la polenta con i "bruscitt" (carne fresca triturata, cotta lentamente in umido), la "cassoeula" (tipico piatto a base di carne di maiale, cotenne, costine e verze), il risotto con i funghi.

Riflessione: non esistevano i cibi industriali, pieni di zuccheri, grassi e sale come al giorno d’oggi. Era una cucina sana, casalinga e senza additivi e conservanti. Tutto era preparato in casa con ortaggi freschi. I dolci si facevano raramente, durante le feste.

E il menù tipico dei giorni nostri ?

Colazione
Cappuccino, bombolone ripieno di crema/marmellata o cornetto bianco  
Corn flakes e latte
Yogurt (zuccherato) con frutta

Pranzi/cene
Pasta bianca raffinata con sugo
Risotto
Carne, patate e verdure
Prodotti surgelati
Prodotti precotti già pronti
Pane fatto con farina raffinata
Arrosto
Pesci
Pizza
Mc Donald (hamburger, big mac, big fish, ecc.)
Cibo da asporto cinese, giapponese, thailandese, ecc.

Merende
Dolci industriali / biscotti confezionati industriali (con zuccheri, grassi e sale)
Nutella
Gelati
Patate chips
Yogurt
Frutta
Cioccolato

Riflessione: le quantità sono eccessive, si mangia fino a scoppiare, soprattutto zucchero, grassi e sale tutto assieme e tutti i giorni. Nessuno ha più un orto, esistono solo i supermercati. La frutta e la verdura sono povere di nutrienti e di vitamine essenziali, coltivate in serre e colte quando sono ancora acerbe. Arrivano nel piatto senza vitamine o sali minerali, e quel poco che rimane viene bruciato dal largo consumo di zucchero raffinato!

Conclusione sul consumo di zucchero …

L’ultimo studio a riguardo (dell’Oregon Research Institute e pubblicato sulla rivista The American Journal of Clinical Nutrition) ha indagato la capacità dello zucchero di spingerci tra le braccia del cibo e indurci a iper-abbuffate.
Sarebbe proprio il sapore dolce a farci mangiare troppo, e non i grassi.
Se la razione giornaliera raccomandata di zuccheri è all’incirca 7,5 cucchiai per un uomo e 6,5 per una donna, in media ne consumeremo 32 a testa solo il giorno di Natale.
Eppure lo zucchero non è solo una bomba di calorie.
Le ultime ricerche lo accusano di alterare processi cruciali dell’organismo, come i livelli ormonali.
Lo zucchero non sarebbe neppure in grado di darci una botta d’energia, dice un’altra ricerca dell’università di Cambridge. Anzi,ci appesantisce e dà sonnolenza perché blocca l’azione della orexina, l’ormone responsabile dei sentimenti, della veglia e capace anche di regolare la capacità di bruciare calorie.
Ecco quindi che cade un altro luogo comune: se ci sentiamo assonnati e pesanti, molto meglio un uovo sodo che una barretta di cioccolato.
Lo zucchero è anche in grado – confermano nuove evidenze – di far produrre più acido urico al fegato, e di conseguenza di alzare la pressione arteriosa, la principale causa di aumento del rischio cardiovascolare.
Pare anche che lo zucchero sia in grado di elevare i livelli di colesterolo, a prescindere dall’indice di massa corporea.
Naturalmente lo zucchero è un enorme problema per chi soffre di diabete e può aumentare il rischio di diventarlo.
Ma ci sono anche collegamenti tra il consumo di zucchero e l’insorgere della demenza.