martedì 30 dicembre 2014

Il microbiota intestinale

Il microbiota intestinale influenza il sistema immunitario tramite diverse vie. Il suo squilibrio può essere alla base di numerose patologie a base infiammatoria non solo di tipo intestinale.

Negli ultimi 5 anni un grande sforzo è stato compiuto dallo Human Microbiome Project, 200 ricercatori provenienti da 80 istituti di ricerca statunitensi, che hanno presentato il primo catalogo genetico della grande varietà di microorganismi che convivono nel nostro corpo (http://www.hmpdacc.org/).

Di questa varietà di microorganismi il 70% è localizzato nel tratto gastrointestinale.
La colonizzazione avviene al momento della nascita e il pattern iniziale di batteri dipende dal tipo di parto, di alimentazione e da condizioni ambientali.

Il microbiota ha una profonda influenza sulla fisiologia intestinale e non: ruolo di integrità della barriera intestinale , attraverso meccanismi molteplici che includono l’azione sulle “tight junctions”, sviluppo e omeostasi della risposta immune (innata e adattativa), azione pro infiammatoria, interazioni multiple nel cosiddetto asse “brain-gut” (cervello-intestino), un’intensa attività metabolica rivolta alla sintesi di vitamine, alla produzione di acidi organici, gas e sostanze odorose, a reazioni di glicosidazione ed al metabolismo dei composti steroidei.

L’equilibrio tra le varie specie batteriche del nostro microbioma è di fondamentale importanza per la salute, l’imprinting alla nascita non dipende da noi, ma gli stili e i comportamenti di vita sono dei potenti regolatori della composizione del microbioma. Ad esempio, un’alimentazione iperproteica e povera di fibre determinerà un aumento di Clostridii, con condizione potenzialmente cancerogena. Anche lo stress cronico è correlato con alterazione dell’equilibrio della flora batterica (disbiosi) così come i disturbi dell’umore e, ovviamente, del comportamento alimentare. E quindi, oltre alle malattie intestinali: disfunzione endoteliale, diabete di tipo 2, obesità, malattie autoimmuni, asma, malattie infiammatori della cute, infezioni dell’apparato respiratorio, uro-genitale, odontostomatologico, depressione e ansia, osteoporosi.

L’asse cervello-intestino: andata e ritorno

All’origine di molte patologie dell’apparato digerente oggi si considera il ruolo del microbiota intestinale soprattutto in relazione alla complessa interazione tra il sistema nervoso autonomo, l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene ed il microbiota: la disregolazione di quest’asse (brain gut axis: BGA) può determinare molta patologia gastroenterica.
Ruolo chiave in questo meccanismo è detenuto dal Fattore di Rilascio della Corticotropina (CRF). La famiglia dei peptidi CRF è espressa nel Sistema Nervoso Centrale e nell’intestino. Esplica un profondo effetto di modulazione della funzione intestinale attraverso la sua influenza sull’infiammazione, l’aumento della permeabilità intestinale, la maggiore percezione del dolore (ipersensibilità viscerale) e motilità intestinale. In caso di stress, inteso come perturbazione dell’omeostasi, come primo evento si determina il rilascio di CRF dall’ipotalamo, con susseguente rilascio di ACTH e attivazione delle ghiandole surrenali. Sorprendente è stata la scoperta della bidirezionalità dell’asse a partire dal microbiota intestinale: è cioè possibile che le modificazioni dell’asse modifichino l’ecosistema intestinale, ma anche viceversa che modificazioni della flora intestinale modifichino l’asse cervello-intestino, interferendo quindi su motilità, permeabilità e sensibilità viscerale.

Il microbiota comunica con l’asse cervello-intestino attraverso diversi meccanismi:

1) interazione diretta con cellule mucosali (messaggi endocrini)
2) tramite cellule del sistema immunitario
3) attraverso le terminazioni nervose.

Esistono evidenze scientifiche che le reazioni indotte dallo stress provocano cambiamenti nella composizione della flora batterica con cambiamenti delle citochine proinfiammatorie e dei neurotrasmettitori che possono modificare direttamente o indirettamente il microbiota. Per esempio la noradrenalina aumenta la virulenza di alcuni batteri, come E. coli o C. jejuni. I mastociti hanno un ruolo determinante in questi processi, secernendo una serie di importanti mediatori anche tramite l’attivazione dei recettori per il CRF ampiamente espressi nella membrana di queste cellule.

Le malattie gastrointestinali

La disregolazione dell’asse può portare allo sviluppo di una vasta gamma di malattie gastrointestinali come il reflusso gastroesofageo (GERD), l’ulcera peptica, la sindrome del colon irritabile, malattie infiammatorie intestinali e anche allergia alimentare.

La sindrome del colon irritabile (IBS) rappresenta un complesso sintomatologico che prevale nella popolazione femminile in un rapporto 2:1. È una diagnosi di esclusione di patologia organica con periodi di riaccensione e periodi di silenzio sintomatologico. Tra i sintomi più comuni la diarrea o la stipsi, dolori addominali, meteorismo.
Tra i fattori di rischio la suscettibilità genetica e lo stress cronico mentre tra i fattori trigger ancora ritornano quelli psicosociali oltre alle infezioni intestinali, l’abuso di antibiotici con alterazione della flora batterica intestinale. Molti casi di IBS seguono a un’infezione batterica intestinale: la flora intestinale dei pazienti con IBS si distingue da quella delle popolazioni di controllo, infatti tra il 10 – 80 % dei pazienti con IBS è diagnosticabile anche una SIBO (Small Intestinal Bacterial Overgrowth).

Nella patogenesi delle Malattie Infiammatorie Intestinali (IBD) il ruolo del microbiota oggi è considerato cruciale in base alle seguenti evidenze: le lesioni si verificano più frequentemente nelle zone con più alta concentrazione batterica; pazienti con IBD perdono la tolleranza immunitaria verso la flora autologa; la diversione fecale (cioè una deviazione definitiva delle feci) previene la recidiva postoperatoria nei pazienti con Morbo di Crohn; l’enterocolite è assente nei modelli animali che non hanno batteri intestinali (germ free); infine si può riscontrare un’apparente efficacia degli antibiotici nella cura del Morbo di Crohn.

Esistono poi evidenze specifiche che un particolare ceppo protettivo, in quanto dotato di attività antiinfiammatoria, il Faecalibacterium prausnitzii*, sarebbe carente nel Morbo di Crohn.
 (tratto da PNEI NEWS)

*Faecalibacterium prausnitzii is the most abundant bacterium in the human intestinal microbiota of healthy adults, representing more than 5% of the total bacterial population. Over the past five years, an increasing number of studies have clearly described the importance of this highly metabolically active commensal bacterium as a component of the healthy human microbiota. Changes in the abundance of F. prausnitzii have been linked to dysbiosis in several human disorders. Administration of F. prausnitzii strain A2-165 and its culture supernatant have been shown to protect against 2,4,6-trinitrobenzenesulfonic acid (TNBS)-induced colitis in mice. Here, we discuss the role of F. prausnitzii in balancing immunity in the intestine and the mechanisms involved.





















lunedì 29 dicembre 2014

Marcatori anticorpali nelle diagnosi di malattie infiammatorie croniche intestinali

I marcatori anticorpali sono utili per la diagnosi di malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), quali il Morbo di Crohn e la Rettocolite ulcerosa. 

In corso di diagnosi si possono utilizzare:
1) la PCR: è molto sensibile e si eleva in presenza di infiammazione cronica;
2) la calprotectina fecale: è utile per identificare soggetti con MICI in fase attiva. Si può usare per fare la diagnosi differenziale tra MICI e Sindrome del colon irritabile. 

Nel monitoraggio dell'attività di malattia:
1) si alterano la VES, la PCR, l'albumina; la calprotectina. 

Nel predirre le ricadute:
1) la calprotectina è la più affidabile per predirre ricadute. Valori superiori a 50 indicano un rischio di ricaduta di 13 volte superiore ai soggetti con valori al di sotto di questo valore. 

Nella valutazione della risposta terapeutica:
1) la PCR è il parametro sierologico più significativo nei pazienti che rispondono al trattamento. 

Marcatori di laboratorio:

1) Morbo di Crohn: anti ASCA (IGG e IGA) - ALCA - ACCA - AMCA - ANTI-OMPC - ANTI-I2. 
I pazienti con positività elevate di più marcatori sono a rischio di complicazioni chirurgiche.

2) Rettocolite ulcerosa: P-ANCA

Nota: il 20% dei familiari SANI può presentare lieve positività di questi marcatori, pur senza avere la malattia. 





SIBO: Sindrome da eccessiva proliferazione batterica nell’intestino tenue


SIBO è l’acronimo di small intestinal bacterial overgrowth o sovraccrescita batterica intestinale e identifica una condizione fisio-patologica caratterizzata da aumento della concentrazione batterica nei tratti alti dell’intestino.
Si verifica pertanto una variazione quantitativa e qualitativa della flora batterica (di tipo colonico) nel duodeno, digiuno e ileo, tale da indurre disturbi digestivi di varia entità, da forme oligosintomatiche fino a forme conclamate di malassorbimento.


La SIBO è un’ infezione batterica cronica dell’intestino tenue. I batteri crescono in un luogo dove non dovrebbero esserci.

I batteri nell’intestino tenue interferiscono con la nostra normale digestione e assorbimento del cibo, e sono associati a danneggiamento del rivestimento intestinale (aumento della permeabilità intestinale).
  • I batteri consumano il nostro cibo e questo ci porta a carenze nutrizionali, ad esempio nell’assorbimento del ferro e della vitamina B12, causando anemia;
  • Consumano il cibo che non può essere assorbito a causa del danneggiamento del rivestimento intestinale e questo crea più sovraccrescita batterica (un circolo vizioso);
  • Dopo aver mangiato il nostro cibo i batteri producono gas e questo crea meteorismo, gonfiore addominale, dolori addominali, costipazione, diarrea o entrambi (i classici sintomi dell’intestino irritabile);
  • Impediscono un corretto assorbimento dei grassi e portano a deficienze vitaminiche del gruppo A e D e creano feci grasse;
  • Le particelle di cibo indigerite passano attraverso la mucosa danneggiata e il sistema immunitario reagisce contro di esse. Questo causa sensibilità e allergie alimentari;
  • gli stessi batteri possono entrare nel circolo sanguigno e questo può creare fatica cronica, dolori sparsi e danneggiare il fegato;
  • i batteri producono anche acido, che in grandi quantità può causare problemi neurologici e cognitivi.

I meccanismi che impediscono l’istaurarsi della SIBO sono:
  • la secrezione gastracida e pancreatica
  • la motilità regolare dell’intestino
  •  il normale funzionamento del sistema immunitario
Per contro ecco le 10 condizioni che possono predisporre alla SIBO:
  • ipocloridria (ridotta secrezione di acido da parte dello stomaco)
  • insufficienza pancreatica
  • ridotta motilità dell’intestino tenue
  • ostruzione intestinale
  •  malattia diverticolare del colon (diverticoli)
  •  resezione chirurgica intestinale
  • farmaci (come gli oppioidi)
  • qualsiasi malattia che rallenti la motilità (diabete, ipotiroidismo, ecc.).
  • l’intolleranza al lattosio e la celiachia sono frequentemente associate alla SIBO.
E’ dimostrato che l’uso smodato degli IPP (inibitori della pompa protonica) può causare la SIBO. Per un utilizzo di IPP a tempo pieno per 1 anno il 50% svilupperà la SIBO, raggiungendo addirittura il 75% dopo 5 anni di terapia continuativa.

I sintomi

In sintomi più frequenti della SIBO sono:
  • diarrea
  • stipsi
  • meteorismo
  • dolore addominale cronico ricorrente
  • gonfiore e distensione addominale
  • reflusso acido
Ci sono forme di SIBO asintomatiche, con un tollerabile senso di gonfiore addominale a forme conclamate di malassorbimento intestinale, con dolore, alterazioni dell’alvo persistenti e carenze vitaminiche (specie B12) e anemia.

Diagnosi

Il breath test al glucosio e lattulosio sono test indiretti ma efficaci nella diagnosi della SIBO.

Distinguere la SIBO dall’alterata permeabilità intestinale (leaky gut)

La SIBO si manifesta solitamente con sintomi gastrointestinali mentre l’alterata permeabilità intestinale si manifesta con sintomi sistemici che interessano il sistema immunitario.
E’ frequente avere sia SIBO che alterata permeabilità intestinale contemporaneamente.  Spesso chi soffre per anni di SIBO svilupperà un intestino permeabile, che a sua volta svilupperà altre patologie (malattie infiammatori croniche intestinali, diabete, eczemi, patologie del sistema immunitario, ecc.).

Segni di possibile permeabilità intestinale alterata

-    -           Problemi digestivi, gonfiori, distensione addominale, diarrea/stipsi, sindrome dell’intestino      irritabile
-       Ipersensibilità multipla agli alimenti
-       Eritemi cutanei
-       Eczemi
-       Sindromi respiratorie / asma
-       Sintomi allergici
-       Affaticamente cronico
-       Sensazione di confusione o scarsa concentrazione specie dopo i pasti
-       Qualsiasi malattia autoimmune (lupus, artrite reumatoide, psoriasi, celiachia, MICI, ecc.)
-       Dolori articolari o artrite
-       Cefalee o emicranie
-       Squilibri ormonali
-       Alterazione dell’umore come ansia, depressione, disturbi dell’attenzione
-       Candida albicans

Se la SIBO viene curata migliora anche la permeabilità intestinale !!

Leggere anche questo articolo completo sulla leaky gut:

Come si cura la SIBO

Terapie dietetiche:
  1.          Dieta paleo o paleo autoimmune
  2.          Dieta Low Fodmap
  3.          Evitare l’alcol
  4.          Usare con attenzione i probiotici/prebiotici
  5.          Usare con attenzione alimenti fermentati


Terapie antibiotiche:
  1.          Rifaximina 1200 mg/giorno  (eradicazione pari al 91% in 2 settimane di terapia)
  2.          Tetracicline (eradicazione pari al 30%)
  3.          Metronidazolo e ciprofloxacina (eradicazione pari al 40%)
  4.          Amoxicillina-acido clavulanico (eradicazione pari al 60%).
    Utile un trattamento complementare di 2-3 settimane con probiotici.


Terapie vegetali:
  1.          Semi di pompelmo (ESP) sono antivirali, antibatterici e antifungini
  2.          Capsule di Allicina
  3.          Capsule di Berberina
  4.          Olio di origano
  5.     Betaina cloridrato (HCL) aumenta l'acidità nell'intestino, rendendo più facile la digestione delle proteine e di altri nutrienti grezzi
  6.          L'olmo rosso aiuta a stimolare le terminazioni nervose nel tratto intestinale
  7.         La liquirizia deglicirinizzata (DGL) e la radice di altea mantengono il rivestimento di muco dello stomaco
  8.         L'acido caprilico è un acido grasso ottenuto dall'olio di cocco. Ha proprietà antivirali e antifungine e può aiutare a combattere i problemi di crescita eccessiva del lievito


Altre terapie:
  1.          Vitamine (C e D)
  2.          minerali (zinco, selenio, iodio)
  3.          antiossidanti (come la vitamina C e il tè verde)
  4.          Estratti di curcumina
  5.          Integratore di L-Glutammina, aminoacido che aiuta il rivestimento intestinale
  6.          Enzimi digestivi
  7.         Nutrimonium (integratore completo contiene: probiotici, prebiotici, L-glutammina, 12 vitamine e 8 minerali in forma altamente biodisponibile, acido lipoico, epigallocatechina gallato da tè verde, bio-curcumina, per aiutare il ripristino della barriera intestinale).(http://www.antiagingclub.it/Nutrimonium-polvere.html?RwDet=true&articoli_ID=121060&nodi_ID=2215)


RIASSUMENDO …

DIETA SCORRETTA (carboidrati e zuccheri in eccesso)
FARMACI (antibiotici, IPP)
ALCOLICI
STRESS (gli eventi stressanti producono a lungo andare alterazioni della secrezione di cortisolo che regola molti processi del sistema immunitario)
 
INTESTINO IN DISBIOSI (con aumento di batteri patogeni)
 
SIBO (batteri che dal colon migrano nel piccolo intestino e proliferano)
 
ALTERATA PERMEABILITA’ INTESTINALE (intestino poroso dove passano alimenti indigeriti, virus, batteri, funghi che causano problemi a tutto il corpo)
 
MALATTIE AUTOIMMUNI CRONICHE (infiammazione cronica in tutto il corpo)