lunedì 13 aprile 2015

I test precoci nella celiachia

Nella malattia celiaca ci sono diversi test disponibili per arrivare alla diagnosi e sono i seguenti.

Test sul sangue

- anti transglutaminasi tTG IGA e IGG
- anti gliadina deamidata AGA IGA e IGG
- anti endomisio IGA
- esame delle IGA totali *
- biopsia dell'intestino tenue
- ricerca HLA per celiachia (ricerca alleli DQ2 e DQ8)


* Circa il 20% dei celiaci non produce abbastanza IGA totali nel sangue, dunque in questo caso bisogna guardare il risultato dei test IGG poiché i test IGA possono essere falsamente negativi.

Test sulle feci

Un intestino e un sistema immunitario sano non producono anticorpi IGA contro le gliadine. 
Un medico americano ha messo a punto dei test sensibilissimi sulle feci per stabilire se la persona ha una celiachia, cioè un'intolleranza al glutine. 

L'intestino di una persona celiaca produrrà anticorpi IGA prima di tutto nella mucosa intestinale, per poi apparire dopo molto tempo nel sangue. 

Quando il test fecale è già positivo il test sul sangue può essere completamente negativo; possono volerci anni per positivizzare un test sul sangue e quando ciò accade esiste già un deterioramento della mucosa dell'intestino tenue (appiattimento dei villi). Inoltre la persona accuserà sintomi da molti anni, spesso diagnosticata unicamente come "colon irritabile". 

Molto spesso la condizione di "colon irritabile" e anche di "colite microscopia" sono legate alla celiachia silente oppure alla sensibilità al glutine, anzi moltissime malattie autoimmuni hanno il sospetto di avere alla base almeno una sensibilità al glutine, se non la vera e propria celiachia. 

Uno studio sulla zonulina (vedi testo sotto in inglese) spiega che tutte le persone subiscono modificazioni della permeabilità intestinale quando ingeriscono glutine, ma solo chi è celiaco oppure è sensibile al glutine produrrà una sovraccrescita di zonulina !! 

Effect of Gliadin on Permeability of Intestinal Biopsy Explants from Celiac Disease Patients and Patients with Non-Celiac Gluten Sensitivity

Intestinal exposure to gliadin leads to zonulin upregulation and consequent disassembly of intercellular tight junctions and increased intestinal permeability. We aimed to study response to gliadin exposure, in terms of barrier function and cytokine secretion, using intestinal biopsies obtained from four groups: celiac patients with active disease (ACD), celiac patients in remission (RCD), non-celiac patients with gluten sensitivity (GS) and non-celiac controls (NC).


Conclusions: This study demonstrates that gliadin exposure induces an increase in intestinal permeability in all individuals, regardless of whether or not they have celiac disease. The results of this study suggest that gluten exposure leads to altered barrier function in both ACD and GS, resulting in an exaggerated increase in intestinal permeability when compared to RCD.









La sensibilità al glutine

La sensibilità al glutine è un disturbo completamente diverso dalla celiachia e la stragrande maggioranza delle persone che ne soffrono non diventerà mai celiaca; queste sono le conclusioni ratificate da un recente congresso sul tema, in grado di fare finalmente chiarezza sui motivi per cui alcuni soggetti negativi al test per il morbo celiaco manifestano comunque beneficio da una dieta priva o povera di glutine.

C’è chi stima che, se il numero di celiaci in Italia è di circa 500.000 unità, i pazienti con sensibilità al glutine siano almeno 3 milioni.

Sembra che la sensibilità al glutine sia quindi una vera e propria malattia che, potenzialmente, è in grado di colpire 1 paziente su 20; il primo articolo di una certa rilevanza è stato pubblicato dai ricercatori del Centro per la ricerca sulla celiachia dell’Università del Maryland, guidati dall’italiano prof. Alessio Fasano, pubblicata online su BMC Medicine.

Il prof. Fasano, ordinario di pediatria, medicina e fisiologia presso il dipartimento di Medicina dell’Università del Maryland e direttore del Centro per la ricerca sulla celiachia, afferma di aver pensato per la prima volta alla questione della sensibilità al glutine 2-3 anni fa; prima di allora tutti i medici dicevano a chi risultava negativo alla celiachia che il glutine non aveva nulla a che vedere con i loro disturbi, anche se i pazienti erano convinti che fosse proprio il glutine a causare i sintomi.
 “Negli ultimi due anni siamo stati letteralmente sommersi da pazienti che arrivavano in ospedale dicendo di essere celiaci. Ma la gran parte di essi non lo era” afferma Fasano. “Lo scopo della nostra ricerca è quello di dimostrare, a livello molecolare, che la sensibilità al glutine esiste veramente.”
 “Provate a immaginare il rapporto con il glutine su uno spettro continuo” afferma Fasano. “Ad un’estremità dello spettro ci sono i pazienti celiaci, che non tollerano nemmeno un grammo di glutine nella dieta. All’estremità opposta, invece, ci sono le persone fortunate che possono mangiare la pizza, la pasta e i biscotti e bere la birra senza sentirsi male”.
“Nel mezzo, nella zona grigia dello spettro ci sono le reazioni al glutine, come quelle di sensibilità, su cui fino ad oggi si sapeva ben poco. Proprio in questa zona stiamo cercando le risposte relative alla diagnosi e alla cura della sensibilità al glutine, che oggi sappiamo essere una patologia specifica” continua Fasano.

Fasano afferma infine che la ricerca relativa all’intolleranza al glutine è ancora in fase embrionale, che sono necessari ulteriori studi per definire con precisione il disturbo e per distinguere tra i pazienti sensibili al glutine e quelli che invece sono nei primi stadi della celiachia.

La sensibilità al glutine si manifesta dall’età adolescenziale all’età adulta, mentre è estremamente rara in età pediatrica.
Chi soffre di celiachia ha un tipo ben preciso di lesione all’intestino, in cui le proteine complesse del frumento, segale ed orzo inducono il sistema immunitario ad attaccare l’intestino tenue; chi invece soffre di sensibilità al glutine non presenta questo tipo di lesione, ma avverte comunque l’infiammazione provocata dal glutine.
La differenza tra i due disturbi è data quindi dalla diversa reazione immunitaria al glutine.
Nella sensibilità al glutine, l’immunità innata (la principale difesa immunitaria dell’organismo contro gli invasori) reagisce all’ingestione del glutine combattendolo direttamente, cioè provocando un’infiammazione a livello dell’apparato digerente e di altre parti dell’organismo.
Nella celiachia il glutine è combattuto sia dall’immunità innata sia da quella adattativa, cioè dalla parte più sofisticata del sistema immunitario. I problemi di comunicazione tra le cellule del sistema immunitario adattivo fanno sì che tali cellule combattano i tessuti dell’organismo, provocando l’atrofia dei villi intestinali associata alla celiachia.

Alcuni pazienti classificati come sensibili al glutine dalla ricerca dell’Università del Maryland presentavano lesioni intestinali, tuttavia le lesioni avevano biomarcatori diversi da quelli riscontrabili nella celiachia; inoltre è altamente improbabile che a quei pazienti sensibili al glutine alla fine sia stata diagnosticata la celiachia.

I pazienti celiaci e quelli sensibili al glutine soffrono di sintomi pressoché identici, ad esempio:

·         diarrea,
·         gonfiore,
·         dolore addominale,
·         dolori articolari,
·         depressione,
·         annebbiamento mentale,
·         emicrania.

Tra i sintomi frequenti della sensibilità al glutine ricordiamo inoltre:

·         dolore addominale simile a quello provocato dalla sindrome del colon irritabile,
·         stanchezza,
·         formicolio alle estremità,
·         diarrea, o stipsi, od alvo alterno,
·         sonnolenza,
·         difficoltà di concentrazione,
·         parestesie degli arti,
·         rash cutanei tipo eczema,
·         anemia.

A differenza della celiachia, la sensibilità al glutine non segue un percorso prefissato: i sintomi possono essere più pronunciati o scomparire nel tempo.

I sintomi avvertiti da questo gruppo sono quindi solo in parte simili a quelli dei pazienti celiaci, ma chi è sensibile al glutine di norma risulta negativo agli esami del sangue per la celiachia e non presenta i sintomi delle lesioni all’intestino tenue che contraddistinguono la celiachia.

La diagnosi di sensibilità al glutine è quindi al momento una diagnosi di esclusione, caratterizzata dalla negatività dei test immunologici per l’allergia al grano, dalla negatività per la sierologia tipica per celiachia (anticorpi antiendomisio ed antitransglutaminasi) e da una biopsia intestinale normale o con alterazioni minime.