Attualmente
1,4 milioni di americani sono affetti dal morbo di Crohn o colite ulcerosa –
una forma correlata di malattia infiammatoria intestinale, con disturbi che
includono condizioni dolorose, debilitanti e stressanti che possono devastare
la vita quotidiana.
L’
incidenza delle malattie è in costante aumento. Secondo The Crohn’s and Colitis
Foundation of America, 70.000 nuovi casi vengono diagnosticati ogni anno.
Quali
sono gli effetti della malattia di Crohn?
A
differenza della colite ulcerosa, che si limita al grande intestino, il morbo
di Crohn può attaccare qualsiasi parte del tratto digerente. Tuttavia, più
comunemente colpisce il piccolo intestino, causando infiammazione e
ulcerazioni, che nei casi più gravi possono erodere la vescica.
Possono inoltre
verificarsi infiammazione degli occhi e delle articolazioni e le
complicanze possono includere la malnutrizione, ostruzioni intestinali e cancro
del colon.
I sintomi della malattia di Crohn includono dolore addominale,
diarrea, crampi dopo i pasti, diminuzione dell’appetito, febbre, perdita di
peso e anemia.
Convenzionalmente parlando, non esiste una cura per la malattia
di Crohn, ma la medicina convenzionale tratta i sintomi con prescrizione di
farmaci come mesalazina, corticosteroidi, soppressori del sistema immunitario e
antibiotici.
Naturalmente, questi trattamenti farmaceutici sono tutti dotati di
effetti collaterali.
Esistono sono sostanze naturali che è possibile utilizzare
per contribuire ad alleviare i sintomi della condizione, contribuire alla
guarigione intestinale e scongiurare le ricadute.
La
vitamina D – la “vitamina del sole” – combatte la malattia di Crohn
in modo sicuro. La vitamina D – che molti ricercatori considerano protettiva
contro il cancro, malattie cardiache e infezioni – sta mostrando la promessa
per prevenire e trattare la malattia di Crohn.
In
uno studio condotto presso la McGill University di Montreal e pubblicato nel
2010 in Journal of Biological Chemistry, i ricercatori hanno confermato che
l’incidenza della malattia di Crohn è superiore nelle latitudini settentrionali
e hanno teorizzato che la vitamina D dalla luce solare naturale, fornisce
effetti protettivi. I ricercatori hanno trovato che le variazioni nei geni del
recettore specifico per la vitamina D sono collegate a una vulnerabilità alla
malattia di Crohn e colite ulcerosa ed hanno concluso che la carenza di
vitamina D può contribuire allo sviluppo di IBD.
La squadra ha espresso
ottimismo per quanto riguarda ovvi rimedi come supplementi di vitamina D .
Questo non è l’unico studio che attesta la necessità per i pazienti affetti da
morbo di Crohn, di mantenere livelli di vitamina D adeguati (range ideale 80-100 ng/mL).
Secondo uno studio
del 2010 presentato dalla American College of Gastroenterology, carenza di
vitamina D mette i pazienti IBD a maggior rischio di osteoporosi.
I
probiotici aiutano a mantenere un sano equilibrio dei batteri nel tratto
gastro intestinale. Dal momento che i ricercatori ritengono che la malattia di
Crohn è causata dalla regolamentazione difettosa dei batteri intestinali, i
probiotici – batteri vivi simili ai batteri benefici presenti nel tratto
gastrointestinale umano – sono una scelta ovvia per aiutare a ritrovare
l’equilibrio sano e mantenere agenti patogeni nocivi sotto controllo.
Quando i
ricercatori hanno cominciato a studiare gli effetti dei probiotici sui pazienti
affetti da Crohn, hanno trovato che i probiotici possono aiutare a mantenere la
malattia in remissione. Ma, alcuni batteri sembravano lavorare meglio di altri.
Secondo l’Università del Maryland Medical Center (UMMC), un tipo di probiotici
che contiene Saccharomyces Boulardi è stato particolarmente efficace nel
contribuire a ridurre la diarrea. In una revisione scientifica pubblicata nel
2008 dal British Journal of Clinical Pharmacology, gli autori hanno riferito
che S. Boulardi, se usato in combinazione con mesalazina, ha reso la mesalazina
più efficace nel mantenere la remissione.
Lo
zinco favorisce la guarigione intestinale, migliora la permeabilità
intestinale e impedisce la recidiva nella condizione.
Lo zinco, un potente
antiossidante, svolge un ruolo fondamentale nella guarigione delle ferite. UMMC
afferma che questo minerale essenziale può aiutare a riparare le cellule
intestinali nelle persone con malattia di Crohn.
Inoltre, lo zinco può giocare
un ruolo di là della semplice riparazione delle cellule. Pazienti affetti da
morbo di Crohn sono suscettibili di permeabilità intestinale o “intestino
permeabile” – che può innescare la ricaduta nei pazienti in remissione.
In uno
studio pubblicato nel 2001 in Malattie infiammatorie croniche intestinali,
pazienti affetti da morbo di Crohn che erano stati in remissione da almeno tre
mesi – ma che avevano sperimentato episodi di aumentata permeabilità
intestinale in almeno due occasioni distinte nei due mesi precedenti –
sono stati trattati con integratori di zinco tre volte al giorno, per otto
settimane.
I ricercatori hanno trovato che lo zinco ha ridotto il rapporto
lattulosio / mannitolo, un marker della malattia, nei pazienti. 10 su 12
partecipanti hanno sperimentato una normale permeabilità intestinale; 11 dei 12
evitato completamente la ricaduta. I ricercatori hanno concluso che la
supplementazione di zinco potrebbero risolvere il problema dell’ “intestino
permeabile” in pazienti affetti da Crohn in remissione e contribuire a
mantenere la remissione.
Boswellia,
un antico trattamento ayurvedico, nota anche come l’incenso indiano, è preziosa
in Ayurveda per le sue proprietà anti-infiammatorie.
Moderni ricercatori hanno
notato che i suoi principi attivi, acidi boswellici, agiscono sopprimendo
citochine infiammatorie e a differenza degli steroidi, non hanno effetti
collaterali.
UMMC considera la Boswellia sicura e ben tollerata.
In una
recensione del 2008 pubblicata nel Journal of Medical Research, gli autori
hanno dichiarato che la Boswellia è efficace come la sulfasalazina e
mesalazina nel trattamento della malattia di Crohn.
Stili
di vita e scelte alimentari possono aiutare a proteggere contro la malattia di
Crohn.
L'ereditarietà e la genetica giocano un ruolo nello sviluppo della
malattia così come l’esposizione alle tossine ambientali. Gli esperti
sostengono che, come accade in innumerevoli altre malattie
croniche, uno stile di vita sedentario, il fumo di sigaretta, la luce solare
insufficiente e una dieta zeppa di alimenti trasformati e carica di grassi
saturi, costituiscono un rischio per lo sviluppo del morbo di Crohn.
Mangiare
cibi ricchi di antiossidanti e di fibre, alimenti freschi, biologici, frutta e
verdura senza pesticidi – evitare alimenti trasformati, grassi saturi, tabacco
e zucchero e un’adeguata attività fisica, sono semplici azioni che possono
benissimo essere la vostra prima – e migliore – linea di difesa contro la
malattia infiammatoria intestinale.
Nessun commento:
Posta un commento