mercoledì 28 gennaio 2015

Cure naturali per il morbo di Crohn

Attualmente 1,4 milioni di americani sono affetti dal morbo di Crohn o colite ulcerosa – una forma correlata di malattia infiammatoria intestinale, con disturbi che includono condizioni dolorose, debilitanti e stressanti che possono devastare la vita quotidiana.

L’ incidenza delle malattie è in costante aumento. Secondo The Crohn’s and Colitis Foundation of America, 70.000 nuovi casi vengono diagnosticati ogni anno.

Quali sono gli effetti della malattia di Crohn?

A differenza della colite ulcerosa, che si limita al grande intestino, il morbo di Crohn può attaccare qualsiasi parte del tratto digerente. Tuttavia, più comunemente colpisce il piccolo intestino, causando infiammazione e ulcerazioni, che nei casi più gravi possono erodere la vescica. 
Possono inoltre verificarsi infiammazione degli occhi e delle articolazioni  e le complicanze possono includere la malnutrizione, ostruzioni intestinali e cancro del colon. 
I sintomi della malattia di Crohn includono dolore addominale, diarrea, crampi dopo i pasti, diminuzione dell’appetito, febbre, perdita di peso e anemia. 
Convenzionalmente parlando, non esiste una cura per la malattia di Crohn, ma la medicina convenzionale tratta i sintomi con prescrizione di farmaci come mesalazina, corticosteroidi, soppressori del sistema immunitario e antibiotici. 
Naturalmente, questi trattamenti farmaceutici sono tutti dotati di effetti collaterali. 

Esistono sono sostanze naturali che è possibile utilizzare per contribuire ad alleviare i sintomi della condizione, contribuire alla guarigione intestinale e scongiurare le ricadute.

La vitamina D –  la “vitamina del sole” – combatte la malattia di Crohn in modo sicuro. La vitamina D – che molti ricercatori considerano protettiva contro il cancro, malattie cardiache e infezioni – sta mostrando la promessa per prevenire e trattare la malattia di Crohn.
In uno studio condotto presso la McGill University di Montreal e pubblicato nel 2010 in Journal of Biological Chemistry, i ricercatori hanno confermato che l’incidenza della malattia di Crohn è superiore nelle latitudini settentrionali e hanno teorizzato che la vitamina D dalla luce solare naturale, fornisce effetti protettivi. I ricercatori hanno trovato che le variazioni nei geni del recettore specifico per la vitamina D sono collegate a una vulnerabilità alla malattia di Crohn e colite ulcerosa ed hanno concluso che la carenza di vitamina D può contribuire allo sviluppo di IBD. 
La squadra ha espresso ottimismo per quanto riguarda ovvi rimedi come supplementi di vitamina D . Questo non è l’unico studio che attesta la necessità per i pazienti affetti da morbo di Crohn, di mantenere livelli di vitamina D adeguati (range ideale 80-100 ng/mL). 
Secondo uno studio del 2010 presentato dalla American College of Gastroenterology, carenza di vitamina D mette i pazienti IBD a maggior rischio di osteoporosi.

I probiotici aiutano a mantenere un sano equilibrio dei batteri nel tratto gastro intestinale. Dal momento che i ricercatori ritengono che la malattia di Crohn è causata dalla regolamentazione difettosa dei batteri intestinali, i probiotici – batteri vivi simili ai batteri benefici presenti nel tratto gastrointestinale umano – sono una scelta ovvia per aiutare a ritrovare l’equilibrio sano e mantenere agenti patogeni nocivi sotto controllo. 
Quando i ricercatori hanno cominciato a studiare gli effetti dei probiotici sui pazienti affetti da Crohn, hanno trovato che i probiotici possono aiutare a mantenere la malattia in remissione. Ma, alcuni batteri sembravano lavorare meglio di altri. Secondo l’Università del Maryland Medical Center (UMMC), un tipo di probiotici che contiene Saccharomyces Boulardi è stato particolarmente efficace nel contribuire a ridurre la diarrea. In una revisione scientifica pubblicata nel 2008 dal British Journal of Clinical Pharmacology, gli autori hanno riferito che S. Boulardi, se usato in combinazione con mesalazina, ha reso la mesalazina più efficace nel mantenere la remissione.

Lo zinco favorisce la guarigione intestinale, migliora  la permeabilità intestinale e impedisce la recidiva nella condizione. 
Lo zinco, un potente antiossidante, svolge un ruolo fondamentale nella guarigione delle ferite. UMMC afferma che questo minerale essenziale può aiutare a riparare le cellule intestinali nelle persone con malattia di Crohn. 
Inoltre, lo zinco può giocare un ruolo di là della semplice riparazione delle cellule. Pazienti affetti da morbo di Crohn sono suscettibili di permeabilità intestinale o “intestino permeabile” – che può innescare la ricaduta nei pazienti in remissione. 
In uno studio pubblicato nel 2001 in Malattie infiammatorie croniche intestinali, pazienti affetti da morbo di Crohn che erano stati in remissione da almeno tre mesi – ma che avevano sperimentato episodi di aumentata permeabilità intestinale in almeno due occasioni distinte  nei due mesi precedenti – sono stati trattati con integratori di zinco tre volte al giorno, per otto settimane. 
I ricercatori hanno trovato che lo zinco ha ridotto il rapporto lattulosio / mannitolo, un marker della malattia, nei pazienti. 10 su 12 partecipanti hanno sperimentato una normale permeabilità intestinale; 11 dei 12 evitato completamente la ricaduta. I ricercatori hanno concluso che la supplementazione di zinco potrebbero risolvere il problema dell’ “intestino permeabile” in pazienti affetti da Crohn in remissione e contribuire a mantenere la remissione.

Boswellia, un antico trattamento ayurvedico, nota anche come l’incenso indiano, è preziosa in Ayurveda per le sue proprietà anti-infiammatorie. 
Moderni ricercatori hanno notato che i suoi principi attivi, acidi boswellici, agiscono sopprimendo citochine infiammatorie e a differenza degli steroidi, non hanno effetti collaterali. 
UMMC considera la  Boswellia sicura e ben tollerata. 
In una recensione del 2008 pubblicata nel Journal of Medical Research, gli autori hanno dichiarato che la  Boswellia è efficace come la sulfasalazina e mesalazina nel trattamento della malattia di Crohn.

Stili di vita e scelte alimentari possono aiutare a proteggere contro la malattia di Crohn. 
L'ereditarietà e la genetica giocano un ruolo nello sviluppo della malattia così come l’esposizione alle tossine ambientali. Gli esperti sostengono che, come  accade in  innumerevoli altre malattie croniche, uno stile di vita sedentario, il fumo di sigaretta, la luce solare insufficiente e una dieta zeppa di alimenti trasformati e carica di grassi saturi, costituiscono un rischio per lo sviluppo del morbo di Crohn.

Mangiare cibi ricchi di antiossidanti e di fibre, alimenti freschi, biologici, frutta e verdura senza pesticidi – evitare alimenti trasformati, grassi saturi, tabacco e zucchero e un’adeguata attività fisica, sono semplici azioni che possono benissimo essere la vostra prima – e migliore – linea di difesa contro la malattia infiammatoria intestinale.







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