venerdì 31 maggio 2013

Livelli di sorbitolo nella frutta



Il sorbitolo è presente in natura in diversi tipi di frutta, soprattutto in quella del sorbo (Sorbus spp.), da cui prende il nome. Tuttavia, a livello industriale viene facilmente prodotto attraverso la riduzione del gruppo aldeidico del glucosio, come mostrato in figura. Il sorbitolo così ottenuto viene indirizzato soprattutto alla produzione di caramelle e chewingum senza zucchero, prodotti dolciari in genere ed alimenti dietetici destinati a chi soffre di diabete. Il sorbitolo viene infatti assorbito in modo parziale ed incompleto dall'intestino, e non stimola la secrezione di insulina; la prima caratteristica, unitamente alla capacità di richiamare acqua nell'intestino, ne spiega anche il marcato effetto lassativo quando assunto ad alte dosi. In soggetti predisposti, il sorbitolo può quindi aggravare i sintomi della sindrome dell'intestino irritabile, con comparsa di gonfiori e crampi addominali.


Alti livelli di sorbitolo
Bassi livelli di sorbitolo
Pere
Mele secche
Prugne

Datteri

Albicocche

Pesche
Non contengono sorbitolo
Ciliegie
Agrumi
Frutta secca in genere
Ananas
Mele
Uva
Sorbe



lunedì 11 marzo 2013

Dieta anti disbiosi intestinale



Una volta diagnosticata una disbiosi intestinale, diagnosi supportata preferibilmente da un disbiosi test, è consigliabile iniziare una terapia opportuna. La terapia consiste nel ripristino dell’integrità funzionale dell’intestino e in una dieta anti-disbiosi. Ripristinare la funzionalità dell’intestino significa ricompattare la barriera batterica intestinale. Quindi in base al risultato del disbiosi test si sceglie il probiotico (fermenti lattici) opportuno con i ceppi batterici giusti al fine di risanare la flora batterica intestinale. Se il disbiosi test è risultato positivo all’indicano, sarà consigliabile scegliere un probiotico a base di Lactobacillus Acidophilus; se il disbiosi test è risultato positivo allo scatolo, invece, sarà opportuno scegliere un probiotico a base di Bifidobacter Bifidum; se il disbiosi test è positivo sia per l’indicano che per lo scatolo, si sceglie un probiotico ad ampio spettro.


Si effettua una terapia probiotica di circa tre mesi.

A volte è consigliabile, contemporaneamente alla terapia probiotica, fare un’integrazione con enzimi digestivi: questo perché una flora batterica compromessa mostra una compromessa produzione di enzimi digestivi.

Ecco perché inizialmente occorre somministrare questi enzimi almeno fino a quando i batteri probiotici non si siano integrati perfettamente nella mucosa intestinale ed abbiano iniziato la giusta produzione di enzimi digestivi.

Per lo stesso motivo, a seconda dei casi, può essere utile, durante la supplementazione probiotica, anche una integrazione con vitamine del complesso B.


Alimentazione approppriata anti disbiosi

Sicuramente, contemporaneamente alla terapia probiotica, alla supplementazione vitaminica e con enzimi digestivi, è assolutamente necessario seguire alcune regole alimentari.
Le regole base della dieta anti-disbiosi sono esattamente quelle viste per la dieta anti-candida; e ciò non deve sorprendere dato che la prima conseguenza della disbiosi è proprio la candidosi intestinale, vaginale o orale.

Se l’intestino è disbiotico, cioè ha una carenza quantitativa o uno squilibrio qualitativo di batteri enterici, tenendo conto delle numerosissime funzioni della flora batterica intestinale, è sicuramente un intestino con delle difficoltà: il soggetto con un intestino disbiotico spesso non digerisce bene (la flora batterica produce enzimi digestivi), si ammala facilmente (la flora batterica produce anticorpi), si sente spesso stanco e senza energia (la flora batterica produce vitamine B che danno energia), soffre di stitichezza o di diarree frequenti, lamenta meteorismo o aerofagia.

Tutti questi sintomi possono essere presenti contemporaneamente o possono manifestarsene solo alcuni.
Lo scopo della dieta anti-disbiosi è soprattutto, durante la terapia probiotica, non sovraccaricare l’intestino di troppo lavoro, proprio perché non è al massimo della sua forma e vitalità.

Per cui è consigliabile:

  • mangiare poco e spesso, senza associare troppi cibi diversi nell’ambito di uno stesso pasto (meglio consumare solo carboidrati a pranzo e solo proteine a cena)
  • non intossicare l’intestino con cibi spazzatura
  • consumare sempre verdura cotta o cruda (le verdure fanno crescere bene i batteri intestinali) e fra le verdure è meglio scegliere quelle amare perché sono depurative del fegato (cicoria, catalogna, rucola…)
  • la frutta è meglio consumarla come spuntino, non attaccata ai pasti per evitare fenomeni fermentativi fastidiosi
  • bisogna bere molto per aiutare la depurazione e l’eliminazione di tossine

Qui di seguito è riportata un esempio di dieta anti-disbiosi:


Appena alzati: succo di 1/2 limone in un bicchiere d’acqua tiepida.

Colazione: una spremuta d’arancia + fette biscottate con poco miele e infuso di erbe (Tiglio, Melissa, Menta, Equiseto, ecc.).

Spuntini:
(a metà mattina e a metà pomeriggio): frutta di stagione + yogurt magro bianco.

Pranzo:
Solo il primo (pasta, riso, pizza, ecc.) con abbondante contorno di verdure (meglio se crude). Non usare molti cereali integrali perché tendono ad acidificare l’organismo.

Cena:
Solo il secondo, alternare: uova, pollo, formaggio di capra o pecora con abbondante contorno di verdura (meglio se crude).

Suggerimenti:
Eliminare completamente latte e formaggi di mucca (poco yogurt è tollerabile), fritture, intingoli, salumi, insaccati, pappa reale, superalcolici, cioccolata e dolciumi industriali.



La disbiosi dell’intestino



Nell’intestino dell’essere umano esistono numerose popolazioni di germi che rivestono importanza fondamentale nel mantenimento dello stato di salute dell’uomo. Essi costituiscono la prima barriera dell'organismo contro le infezioni, ma hanno anche altre funzioni tali da permettere un corretto funzionamento del corpo umano.
Nell’apparato gastroenterico, soprattutto a livello intestinale si riscontrano una notevole quantità di germi, tra i quali: clostridi, enterobatteri, enterococchi, lattobacilli, stafilococchi e l'escherichia coli. Tuttavia, nell'intestino non troviamo solo batteri, ma anche virus, miceti ed altri ancora. La cosa più importante è che questa la flora intestinale è detta fisiologica”, in quanto è in simbiosi con l'organismo.
Questa simbiosi, da cui traggono vantaggio sia l'organismo sia la microflora, viene definita eubiosi.
La normalità della microflora è determinata e mantenuta da un corretto apporto di ossigeno, da un’idonea acidità, nonché da fattori meccanici come la peristalsi, cioè i fisiologici movimenti dell’intestino.
L’alta acidità dello stomaco, unita ad una buona presenza di ossigeno, permette, in condizioni fisiologiche di trovare solo illactobacillus acidophilused ilieviti”. L'intestino è capace di tenere attivo con il suo microambiente una vivace flora batterica fisiologica, in grado di produrre i cosiddetti antibiotici naturali, che possono annientare una notevole quantità di germi patogeni. Non si deve dimenticare che l’intestino, grazie alla sua sviluppatissima rete linfatica è tra l’altro, il luogo di azione delle difese immunitarie. L'attività di questo sistema di difesa viene modulata dal tipo di microflora presente.
L’assenza, o l’alterazione della flora batterica fisiologica, porterà ad una riduzione dei poteri difensivi in generale dell’organismo e ad una anomalia sia della normale morfologia della parete intestinale, sia ad una alterazione dei normali movimenti intestinali, influenzando così la produzione dei gas intestinali e la composizione del materiale fecale.

Numerose sono le cause in grado di creare alterazione della normale flora batterica intestinale. Una o più cause, anche intersecandosi tra loro possono infatti determinare una rottura dell'equilibrio dell'ecosistema microbico intestinale, con l’aumento di germi patologici.
Questa condizione viene chiamata comunemente
disbiosi.

Possibili cause di disbiosi:

CAUSE ALIMENTARI: diete incongrue, caratterizzate da una carenza di fibre e scarso consumo di vegetali e ricche di generi alimentari raffinati come farine e zucchero, oppure scarsa assunzione di prodotti caseari;

CAUSE JATROGENE: tanti sono i farmaci in grado di creare condizione di disbiosi, sopratutto l’abuso di antibiotici, sulfamidici, corticosteroidi, pillola anticoncezionale, lassativi.

CAUSE INQUINANTI: i coloranti alimentari, i conservanti ed i pesticidi sono in grado, agendo per un tempo sufficientemente ampio, di creare svariate situazioni patologiche tra cui anche la disbiosi.
 
CAUSE PATOLOGICHE: gravi infezioni intestinali e del pancreas; parassitosi, ecc.

Infine molto importanti nel determinare la disbiosi sono anche i traumi psichici e lo stress che agiscono attraverso meccanismi immunologici ed endocrini.
 
Tra le patologie locali più frequenti, nel caso di disbiosi, abbiamo le colite, le poliposi, i diverticoli.
Le disbiosi svolgono anche un ruolo nel determinismo di alcune patologie epatiche.
 
L’alterazione della microflora intestinale è responsabile, insieme ad altri fattori, di disturbi reumatico-simili, insufficienze venose arti inferiori; sindromi emorroidarie, aterosclerosi e ipertensione.
La disbiosi influenza anche la comparsa di intolleranze e allergie intestinali dovute essenzialmente ad un'aumentata penetrazione di macromolecole nell'intestino e ad una insufficiente attività difensive locali.
L’alterazione microbica intestinale provoca la formazione, a causa dell’anomalo metabolismo batterico, di sostanze tossiche: fenolo, indolo, ammoniaca che affaticano il fegato e pancreas con cattiva digestione degli alimenti ed amplificazione della disbiosi; il cattivo funzionamento epatico, con accumulo dei suindicati prodotti tossici porterà ad ulteriori anomalie con presenza di segni neurologici e psichici.
Per la diagnosi è molto importante sapere la storia clinica del paziente, in particolare avere notizie sull’assunzione di determinati farmaci, il tipo di alimentazione seguita, tutto questo insieme ad altre informazioni ci potrà indirizzare verso la diagnosi di disbiosi intestinale; che sarà rafforzata se il paziente presenta anche dei sintomi: flatulenza, diarrea, gengivite cronica, gastrite.
 
Spesso nei pazienti con anomalie della flora batterica fisiologica si possono apprezzare alterazioni delle transaminasi e dell’acidità delle feci. In caso di disbiosi intestinale grave può comparire nelle urine lo scatolo.
Un ausilio per la diagnosi ci può essere data dai test kinesiologici, anche la bioelettronica mediante il test delle AEV può risultare utile.
Una volta fatta la diagnosi di disbiosi, la principale misura terapeutica è la dieta, associata a profonde ed ampie terapie drenanti in grado di pulire a fondo l’organismo, ripristinando gli equilibri persi. La dieta viene supportata dall’assunzione di bioterapici, ossia i "fermenti lattici" (o batteri lattici). I batteri lattici sono chiamati in tal modo in quanto sono in grado, di produrre grandi quantità di acido lattico. Alcuni di queste classi di batteri sono: lactobacillus, lactococcus, streptococcus, pediococcus.
Il Lactobacillus acidophilus presenta ottime doti terapeutiche, in quanto, è estremamente efficace nei confronti di diversi germi patogeni, producendo antibiotici molto attivi contenenti la acidofillina e la lactocidina.
Alcuni interessanti studi indicherebbero che il Lactobacillus acidophilus a livello locale intestinale sarebbe in grado di inibire la formazione di tumori. È stato provato che i lattobacilli finora menzionati hanno attività di stimolazione del sistema immune.
Altre azioni imputabili al Lactobacillus acidophilus ed alle altre categorie di germi eubiotici sarebbero quelle di ridurre il colesterolo, mediante la produzione di metaboliti in grado di inibire la sintesi di colesterolo.

Alcuni batteri presenti nei bioterapici sono in grado, a causa della loro attività di aumentare l’acidità nell’intestino, di inibire la crescita germi in grado di produrre sostanze tossiche.
Un buon bioterapico deve avere:
1) Numerosi fermenti lattici, per consentire almeno ad una parte di essi di superare l’acidità acida dello stomaco e quindi di poter colonizzare l'intero tubo digerente;
2)   Devono essere assunti vivi e quindi attivi e per questo la tecnica migliore è la liofilizzazione. Nei preparati liofilizzati, i germi sono pronti per svolgere il loro compito.
La somministrazione di fermenti lattici vivi per un adeguato periodo può risolvere brillantemente alcune situazioni quali: flatulenza, borborigmi, meteorismo e dolori addominali, regolarizzando contemporaneamente il quadro della funzionalità intestinale.
 



martedì 12 febbraio 2013

Supplementi alimentari: gli enzimi digestivi


Gli enzimi sono sostanze di natura proteica che ogni organismo vivente, vegetale o animale, possiede.

Nel corpo umano, in parte sono sintetizzati dall’organismo, in parte sono introdotti attraverso il cibo ed hanno lo scopo di favorire le reazioni chimiche, necessarie per mantenere in efficienza il nostro corpo.

Sono di due tipi:

  1. Enzimi digestivi che permettono l’assimilazione del cibo (si distinguono in amilasi, proteasi e lipasi, a seconda che demoliscano amidi, proteine o lipidi)
  2. Enzimi metabolici che lavorano a livello cellulare.

Per attivare gli enzimi digestivi servono tanti tipi di enzimi. Perciò, occorre creare un buon equilibrio tra quelli prodotti in modo spontaneo dal pancreas e quelli assunti attraverso il cibo.

La quantità e la qualità degli enzimi presenti nell’organismo non è costante. Condizioni climatiche sfavorevoli, inquinamento, stress, sforzi fisici, assunzione di farmaci, cotture prolungate dei cibi a temperature troppo elevate, eccessiva acidità nel sistema gastrointestinale, caffé, alcol e fumo sono tutti fattori che comportano un consumo troppo rapido di enzimi.

La digestione sarà molto più difficoltosa se avviene in carenza di enzimi perché costringe ad un superlavoro il pancreas in quanto deve produrre da solo tutti gli enzimi necessari.

Sintomi di questo superlavoro pancreatico sono:
  • pancia gonfia
  • colite
  • stipsi
  • fame continua
  • digestione lenta
  • frequenti candidosi
  • allergie e intolleranze alimentari
  • aumento di peso
  • crampi notturni
  • ansia
  • irritabilità


Perché prendere supplementi di enzimi digestivi ?

Generalmente i giovani non ne hanno particolare bisogno, ma spesso, invecchiando, questi enzimi diventano sempre più necessari. Inoltre, sono utili per gli atleti che mangiano più (generalmente proteine) delle persone normali.

Gli enzimi digestivi sono importantissimi per la salute a vari livelli: 

1. come antiossidanti: La ricerca mostra che oltre a smaltire il cibo, gli enzimi digestivi penetrano nel sangue e distruggono i radicali liberi, generando quindi un effetto antiossidante.

2. come antinfiammatori: La proteasi (un enzima in grado di smaltire le proteine) ha proprietà anti infiammatorie, quindi le persone che soffrono di artrite ne possono trarre beneficio, come anche quelli che riportano un’infiammazione a livello del tessuto muscolare dopo un allenamento od a causa di un infortunio. Gli enzimi, come la bromelina, possono prevenire le infiammazioni e gli infortuni e ridurre la ritenzione idrica.

3. come antiallergenici: Molte persone soffrono di allergie alimentari e di reazioni allergiche dovute a cibo non perfettamente assimilato nel colon e nel sangue. Il cibo non digerito genera la formazione di tossine, infiammazione, ritenzione idrica e rallenta tutto il metabolismo. L’organismo lo riconosce come elemento estraneo e scatena quindi una reazione allergica. Gli enzimi digestivi possono aiutare a combattere questo problema.

4. come antitumorali: Si pensa che inondare l’organismo con enzimi digestivi, soprattutto se presi a stomaco vuoto, può aiutare a distruggere i tumori ed a prevenire il cancro. La proteasi, per esempio, ha delle proprietà uniche, che vanno ben oltre le sue funzioni digestive.

5. come brucia grassi: Rifornire l’organismo di lipasi può aiutare ad accelerare il metabolismo dei grassi ed a mantenerti magro.



lunedì 11 febbraio 2013

I probiotici



I probiotici sono prodotti salutistici, classificati tra gli integratori alimentari, a base di microrganismi vivi: nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di batteri, ma in alcuni casi si utilizzano anche lieviti (miceti).
Questi microrganismi hanno la proprietà di influenzare positivamente l’ambiente intestinale e, di conseguenza, la salute, preservando o ricostruendo la cosiddetta “flora batterica”; quest’ultima è costituita da una notevole ed eterogenea popolazione di batteri che abita stabilmente nel nostro apparato digerente, ed in particolare nell’intestino.

La composizione della flora batterica può essere relativamente diversa da individuo ad individuo secondo variabili quali la costituzione del soggetto, la sua alimentazione e l’uso di farmaci, ma è caratteristica comune a tutti che la buona salute dell’intestino (e, di conseguenza, di tutto l’organismo) sia indissolubilmente legata alla presenza, nell’ambito della flora stessa, di una quota fissa di batteri “buoni”, che chiameremo simbiotici.

I batteri simbiotici rappresentano circa il 15-20% della flora batterica totale, e svolgono un gran numero di azioni benefiche per l’organismo: ad esempio nella digestione di alcuni alimenti (lattosio), o nella neutralizzazione di sostanze tossiche o cancerogene (nitriti e nitrati alimentari), o ancora nella produzione di importanti fattori vitaminici (vitamina K e vitamine del gruppo B) e nel contrasto allo sviluppo di batteri, funghi o virus potenzialmente patogeni.
La presenza costante di batteri simbiotici è un requisito fondamentale per la salute fisica; purtroppo accade spesso che per varie cause, in genere derivanti dall’igiene di vita, la flora simbiotica “perda forza” in quantità e qualità: si viene così a realizzare una condizione anomala detta disbiosi intestinale, che può essere causa diretta o indiretta di numerosi disturbi, o di vere e proprie malattie.

Di seguito alcune delle numerose problematiche che possono derivare da uno stato di disbiosi intestinale:

- cattiva digestione
- gonfiore ed aria addominale
- infiammazioni dell’apparato digerente
- intolleranze alimentari
- sviluppo di candida ed altri funghi a livello della cute e delle mucose
- cistiti ricorrenti
- disturbi dell’attenzione e del tono dell’umore
- sensazione costante e fastidiosa di malessere

I probiotici sono integratori costituiti proprio da quei batteri simbiotici indispensabili per il buon equilibrio dell’ambiente intestinale, e possono essere utilizzati sia a scopo preventivo (per mantenere una flora simbiotica ottimale e prevenire la disbiosi) che terapeutico (per riequilibrare la disbiosi e risolvere i problemi che ne possono derivare).

I probiotici migliori

I probiotici NON sono assolutamente tutti uguali, e uno non vale l’altro!
Anzi, ce ne sono di tanti e diversissimi tipi: alcuni “migliori” di altri, e nell’ambito dei migliori possiamo trovare probiotici che trovano indicazioni differenti a secondo del soggetto o della sua situazione del momento.

I probiotici migliori sono sicuramente i simbiotici, e cioè quella componente di batteri che normalmente abitano il nostro apparato digerente (per una percentuale di circa il 15% sulla flora batterica totale) con numerosissime azioni utili al mantenimento dello stato di salute.


LATTOBACILLI

Lactobacillus Acidophilus: è un potente inibitore dei batteri patogeni poiché abbassando il ph rende impossibile la proliferazione batterica anomala.
Esso è il più importante batterio "amico" dell'intestino tenue e svolge importanti azioni nutrizionali, preventive e antibiotiche utili non solo all'intestino, ma a tutto l'organismo.
Alcuni studi parlano di effetti collaterali derivanti dal L. acidophilus, anche quando utilizzato alle dosi raccomandate. La lamentela più comune è il fastidio addominale o flatulenza; questo di solito si risolve con l'uso continuato. Alcuni esperti consigliano comunque di limitare la dose giornaliera di organismi viventi L. acidophilus per ridurre il rischio di disturbi addominali.

Lactobacillus Rhamnosus: grande simbiotico del colon; se presente in quantità sufficiente, inibisce la maggior parte dei patogeni, ed è fantastico come antidiarroico. E’ in grado di acidificare l’intestino tenue rendendolo adatto per i lattobacilli ma inospitale per i batteri patogeni. La sua assunzione è consigliata ogni qualvolta ci sia necessità di ripristinare la flora batterica intestinale.

Lactobacillus Casei: vale quanto detto per il precedente, ed in più ha una funzione immunostimolante.

Lactobacillus Paracasei: il più accreditato come “immunostimolante; esso transita attraverso l'organismo e previene i disturbi intestinali.

Lactobacillus Reuteri: importante probiotico per i bambini, soprattutto in caso di enterocoliti; inoltre ha una dimostrata azione di contrasto nei confronti dei batteri della placca della bocca che provocano la carie.

Lactobacillus Plantarum: altro stimolante immunitario; è inoltre, assieme al rhamnosus, un elemento fondamentale della flora batterica vaginale. La moderna ricerca nel settore dei probiotici ha dimostrato clinicamente che alcuni ceppi “high performance” di L. Plantarum a dosaggi sostenuti hanno la capacità di contrastare efficacemente i batteri gasogeni (clostridi e altri metanogeni)  ristabilendo rapidamente l’eubiosi intestinale con remissione della sintomatologia .

Lactobacillus Salivarius: è un eccellente modulatore dell’infiammazione intestinale, molto utile come probiotico in tutte le malattie gastro-enteriche caratterizzate da una notevole componente infiammatoria.


BIFIDOBATTERI

Sono i simbiotici più numerosi nell’intestino umano (circa l’8-10% della flora totale) e sono una fonte inesauribile di sostanze che producono direttamente (vitamine, enzimi, ecc.) e che noi non riusciremmo a produrre senza di loro: queste sostanze sono responsabili di una serie di azioni positive sulla salute.

I migliori bifidobatteri reperibili nei probiotici sono:

Bifidus Infantis: elemento caratteristico del lattante; tende ad essere carente nell’intestino dei lattanti allattati artificialmente.

Bifidus Adolescentis: caratteristico dell’età evolutiva.

Bifidus Brevis, Bifidus Longum, Bifidus Bifidum: caratteristici dell’età adulta, tendono a diminuire nella vecchiaia.

Gli studi scientifici hanno mostrato che il Bifidobacterium Bifidum contrasta la diarrea di natura virale, in particolare quella da rotavirus; aiuta a riequilibrare la microflora intestinale; inibisce la crescita di batteri patogeni come candida ed escherichia coli quest'ultima responsabile della diarrea del viaggiatore; regola la risposta immunitaria.

Gli studi scientifici hanno mostrato che il Bifidobacterium longum migliora la microflora intestinale che, a sua volta, migliora l'ambiente intestinale e contribuisce alla buona salute del sistema gastrointestinale e, soprattutto, la resistenza alle infezioni.


ENTEROCOCCHI

Sono un po’ meno importanti, sia come numero che come funzioni, rispetto ai precedenti, ma in qualche caso si possono rivelare estremamente utili.
I migliori sono i seguenti:

Lactococcus Lactis: ottima azione probiotica soprattutto in caso di stitichezza.

Enterococcus Faecium: interessante il suo utilizzo in corso di terapie antibiotiche, soprattutto in associazione al saccaromyces boulardi.


LIEVITI

L’unico lievito che risulta molto importante come probiotico è il Saccaromyces Boulardi che in assoluto risulta essere il miglior probiotico da utilizzare contemporaneamente agli antibiotici.




mercoledì 6 febbraio 2013

Rafforzare il sistema immunitario



Come favorire un buon funzionamento del sistema immunitario ?

Un terreno biologico sano o malato è determinato principalmente da quattro cose:

  • Il suo equilibrio acido o alcalino (pH)
  • la sua carica elettromagnetica (negativa o positiva)
  • il suo livello di intossicazione (tossicità)
  • il suo stato nutrizionale

Se volete avere un rude termine di paragone con cosa accade in un corpo malato, provate a non fare le pulizie di casa per almeno un anno.
In quell'ambiente, tutti i generi di piccoli "ospiti" verranno fuori da chissà dove.

Allo stesso modo, le abitudini alimentari sbagliate e il modo di vita "sporcano" il nostro ambiente interno. Il nostro terreno diventa eccessivamente acido (pH sbilanciato) preparando la strada per ospiti indesiderati.

In questo ambiente sbilanciato, i batteri dannosi possono scaturire dalle nostre proprie cellule. Queste forme di vita minuscole possono cambiare rapidamente la loro forma e funzioni. Attraverso un processo chiamato pleomorfismo , (pleo = molti e morph = forma,) i batteri possono cambiare in lieviti, da lieviti a funghi, da funghi a muffe.
I microrganismi come un batterio specifico, possono assumere più forme. Questo può essere un cambiamento di funzioni o di forma.

La risposta però giace nella condizione del terreno biologico.
Tutti i suoi valori sono in equilibrio?
O sosterrà lo sviluppo di ospiti indesiderati?
Una volta che l'equilibrio viene turbato, si entra in un circolo vizioso.
Quando il pH del corpo è alterato, i suoi tessuti hanno una condizione acida. Questa condizione deriva da molte cose, principalmente dal tipo di alimenti consumati e da scarsa digestione. Quando la digestione non avviene correttamente i cibi fermentano o vanno in putrefazione. Negli stadi iniziali dello squilibrio, i sintomi esterni generalmente non sono molto intensi e di solito sono "trattati" con i farmaci.

Questi includono, fra gli altri, sintomi come:

  • Eruzioni della pelle
  • Emicranie
  • Allergie
  • Raffreddori e influenza
  • Sinusiti

Aumentando lo squilibrio nel terreno biologico, si presentano condizioni più gravi come ghiandole indebolite, organi e sistemi che iniziano a capitolare - tiroide, surrenali, fegato, ecc.

Come fare per ripristinare un ottimale sistema di prevenzione ?

Lo stress si può e si deve scaricare, attaccandolo da più lati.
I parametri da controllare sono:

  • alimentazione
  • attività fisica
  • respirazione
  • riposo ed il sonno
  • atteggiamento mentale

Esiste però lo stress cronico, che deriva dal persistere nel tempo di più stressori - cioè eventi traumatici, condizioni ambientali, cognitivi, stili di vita - che fanno superare la cosiddetta soglia critica oltre la quale l'organismo non riesce più a difendersi e la naturale capacità di adattarsi viene a mancare.
Di conseguenza il sistema immunitario si indebolisce, l'organismo diventa più vulnerabile alle infezioni, alle malattie e allo sviluppo di patologie autoimmuni: e' evidente che ognuno reagisce in base alle caratteristiche e predisposizioni costituzionali.

In realtà il corpo tende a soccombere a infezioni di qualsiasi genere se il sistema immunitario risulta indebolito da eccessivi stress o tensioni.

Ci sono molti fattori che possono influire sul funzionamento del sistema immunitario, ecco quali:

Carenze nella dieta: l’alimentazione può influire molto sulla salute. Una dieta insalubre è quella caratterizzata da un largo consumo di zuccheri, sale e grassi saturi. Lo zucchero ad esempio favorisce la crescita dei microrganismi, aumenta la glicemia e aumenta il livello di colesterolo nel sangue e la pressione sanguigna, oltre ad interferire con l’azione dei globuli bianchi.
Malnutrizione e carenze nella dieta portano l’organismo ad essere vulnerabile alle infezioni.

Fumo: abbassa le difese immunitarie, inficia la circolazione sanguigna, aumento dei battiti cardiaci, provoca infiammazioni alle mucose, abbassa il livello di vitamina C.

Inquinamento: siamo circondati da sostanze chimiche in ogni momento della giornata. Tra esse radiazioni ad alta e bassa frequenza (sembra che le piante del genere CHLOROPHYTUM costituiscano un ottimo antidoto naturale contro numerosi inquinanti elettromagnetici), inquinamento industriale e veicolare, buone ultime le scie chimiche, con il loro potenziale cancerogeno di metalli e nano particelle varie.

Eccessiva esposizione al sole: provoca tumori della pelle e stimola il processo di ossidazione che porta all’invecchiamento precoce.

Superlavoro: lavorare troppo e troppo a lunga provoca stress che debilita l’organismo.


Uno stile di vita sano

Per favorire uno stile di vita sano è importante migliorare gli aspetti importanti della vita:

L’alimentazione: mangiando cibi sani e variati e limitando i grassi, gli zuccheri e l’eccesso di proteine.

Praticare attività fisica almeno 30 minuti al giorno. Una semplice passeggiata nella natura è sufficiente.

Respirare bene e profondamente, diverse volte al giorno. Spesso si ha una respirazione veloce e superficiale, prendersi una pausa e fare dei bei respiri.

Dormire 7 ore a notte in maniera regolare.

Rilassarsi dallo stress della vita quotidiana facendo molte piccole pause durante la giornata.

Imparare a meditare aiuta molto a rilassarsi.

Guardare il lato positivo della vita, e non sempre quello negativo.




Il sistema immunitario - teoria



In ogni momento il nostro organismo è esposto ad attacchi da parte di agenti patogeni, ma solo nel momento in cui siamo colpiti da un processo infettivo ci rendiamo conto di quanto sia indispensabile il sistema di difesa dell'organismo, ossia il sistema immunitario. 

Il sistema immunitario presenta due componenti: l'immunità innata e l'immunità acquisita.

Prima di descrivere i meccanismi di difese immunitarie vale la pena dare uno sguardo al grande numero di patogeni che possono rivelarsi nocivi per l'organismo.

Parassiti
I parassiti sono i più voluminosi, ma non i più temibili nemici del sistema immunitario. Si tratta soprattutto di ascaridi, nematelminti, tenie, visibili solo al microscopio oppure lunghe metri, che si insediano principalmente nell'intestino, ma che possono anche migrare in altri tessuti distruggendoli; è il caso, per esempio, del cisticerco e di alcune tenie.

Protozoi
Di dimensioni inferiori rispetto ai parassiti riconducibili a occhio nudo, sono gli organismi unicellulari (protozoi).

Batteri
I batteri sono ancora più piccoli dei parassiti unicellulari, nell'ordine di misura dei micrometri. Contrariamente alle cellule di organismi animali e vegetali (eucarioti), i batteri appartengono ai cosiddetti procarioti, ossia esseri viventi privi di nucleo delimitato da membrana e con un ambiente interno particolare.
Essi possiedono un DNA ad anello e una parete cellulare ricca di carboidrati.
Paradossalmente alcuni batteri vivono all'interno dell'organismo umano con vantaggi reciproci: la flora intestinale, per esempio, è costituita in massima parte da batteri che non necessitano d'ossigeno. Essi traggono nutrimento dai residui della digestione, ispessiscono in tal modo le feci, contribuendo al rifornimento di vitamine nonché legando l'ammoniaca eccedente.
La maggior parte dei batteri dell'ambiente non è comunque così innocua.
I batteri sono causa di infiammazioni purulente (foruncoli) a livello locale e di affezioni generali (infiammazioni polmonari) che, negli individui con una riduzione delle difese immunitarie, superano le difese provviste dal sistema immunitario e possono provocare una disseminazione batterica nel circolo (sepsi) con conseguenze anche mortali.
Una infezione batterica è inizialmente localizzata in un punto ben determinato, ma può successivamente estendersi a tutto il corpo. Il cosiddetto pus è costituito da batteri e leucociti in via di disgregazione.

Funghi
Anche i funghi sono potenziali agenti patogeni. Si sviluppano sull'epidermide, mucose e coinvolge anche gli organi interni, soprattutto nei soggetti immunodeficienti (per esempio pazienti affetti da Aids).

Virus
Gli agenti patogeni maggiormente nocivi sono i virus, i quali hanno dimensioni di pochi nanomentri. Non si tratta di organismi autonomi, ma di complessi molecolari costituiti da una catena di DNA o di RNA che risulta impacchettata in un involucro proteico, talvolta anche in una capsula glicoproteica.
I virus introducono la propria informazione genetica nel DNA nucleare di una cellula ospite, programmandola in modo che essa stessa produca sempre più virus. Naturalmente senza cellula ospite i virus non possono replicarsi.
Proprio a causa di questa forma di replicazione, risulta particolarmente difficile per il sistema immunitario evitare una infezione virale. Poiché gli stessi virus, essendo di piccole dimensioni, sono difficilmente aggredibili, il sistema immunitario deve necessariamente distruggere le cellule infettate.
La maggior parte delle infezioni, come per esempio il comune raffreddore, sono causate da virus. Un'infezione virale spesso compare contemporaneamente in più organi, generalmente con un attacco febbrile.

Tossine
Per concludere, il sistema immunitario reagisce anche contro alcune molecole nocive di grandi dimensioni, le tossine. L'esempio più noto è quello della tossina difterica. L'organismo non è in grado di difendersi dalla difterite ma, grazie alla vaccinazione antidifterica, può inattivare l'esotossina prodotta dal germe.
Stimoli fisici (raggi ultravioletti per esempio) e chimici provocano danni nel DNA e possono trasformare cellule normali in cellule neoplastiche.


Immunità innata o naturale

Già prima della nascita, l'organismo non sviluppa solo una serie di meccanismi di difesa specifici molto complessi che agiscono su determinati agenti patogeni, ma anche una modalità aspecifica d'attacco di molti microrganismi.
I primi garantiscono all'organismo in via di sviluppo una certa protezione di base contro le infezioni e costituiscono la premessa indispensabile affinché si possa raggiungere una certa immunità anche rispetto a nuovi tipi di agenti patogeni.
I secondi rappresentano un prerequisito indispensabile per i meccanismi specifici altamente sofisticati.

Le strategie innate di difesa umorale non mediata da cellule specifiche sono le seguenti:

·        sistema del completamento
·        migrazione di leucociti
·        protezione dalle infezioni tramite interferone
·        lisi diretta dei batteri

Le macromolecole del sistema immunitario non specifiche, presenti nel sangue, costituiscono il sistema evolutivo più antico di difesa contro le infezioni.
L'elemento più importante della difesa umorale aspecifica, ossia il sistema del completamento, è costituito da una serie di molecole proteiche finalizzate alla stessa funzione.
E' costituito da circa 20 proteine plasmatiche diverse: C1, C2, C3, C4,C5, C6, C7, C8, C9, C10, C11 più altre 10 circa proteine di controllo.
Viene attivato sia tramite una reazione antigene-anticorpo (via classica), sia direttamente mediante i carboidrati della parete cellulare batterica (via alternativa).
I complicati meccanismi che concludono la cascata di reazioni del sistema del completamento praticano in ultimo una serie di fori nella membrana cellulare di un agente patogeno o di una cellula dell'organismo infettata. Ciò determina la morte della cellula infettata o del patogeno.

Cascata del complemento

 


In caso di infiammazione vengono liberati dei mediatori (citochine) che richiamano i globuli bianchi dal sangue nei tessuti. L'attrazione di cellule autologhe tramite messaggeri chimici prende il nome di chemiotassi.

Migrazione di leucociti

 


In caso di infezione virale si ha, da parte delle cellule infette, una liberazione di interferone. E' una molecola di segnalazione che viene liberata da leucociti infettati da virus e da cellule connettivali per proteggere le cellule non ancora infette. Questa strategia consiste in un abbassamento drastico, anche se temporaneo, all'interno delle cellule, della neosintesi di proteine proprie o estranee all'organismo; in tal modo viene rallentata anche la proliferazione dei virus.
Il lisosoma attacca direttamente la parete cellulare di alcuni batteri che è costituita da carboidrati, a meno che questa sia protetta da una capsula glicoproteica. Il lisozoma, un enzima presente anche nella saliva, attacca direttamente la parete cellulare di alcuni batteri, prima che essi abbiano la possibilità di penetrare all'interno del corpo.

Le strategie innate di difesa umorale mediata da cellule specifiche sono le seguenti:

·        sistema dei fagociti mononucleati
·        cellule natural killer

Il sistema dei fagociti mononucleati (MFS) comprende tutti gli organi in cui sono presenti macrofagi (dal greco: grandi mangiatori) e altre cellule fagocitanti; in particolare esso è sviluppato nei linfonodi, nel fegato e nel midollo osseo.
I macrofagi possono fagocitare corpi estranei: il loro citoplasma si avvolge attorno al corpo estraneo inglobandolo in una vescicola delimitata dalla membrana citoplasmatica (fagosoma). All'interno della cellula questo fagosoma si unisce ai lisosomi, vescicole contenenti enzimi digestivi attivi, costituendo il fagolisosoma nel quale ha luogo la vera e propria digestione.





Le cellule natural killer contrastano i virus. Si tratta di linfociti di grandi dimensioni con un citoplasma esteso che contiene dei granuli, i quali sono in grado di riconoscere le cellule malate e di perforare la loro membrana con una speciale proteina (perforina). In questo modo inoculano nella cellula bersaglio enzimi che portano a una degradazione del DNA provocando la morte della cellula stessa. Il processo prende il nome di "apoptosi".


 
Immunità acquisita o adottata
Quando si parla di difesa immunitaria spesso si fa riferimento all'immunità acquisita attraverso meccanismi specifici, ovvero sistemi specializzati in risposta a un agente patogeno ben determinato.

L'immunità acquisita o adottata si compone di:

·        Linfociti
·        cellule della "memoria"
·        immunoglobine
·        antigeni

I linfociti sono gli effettivi responsabili delle difese immunitarie specifiche. Si tratta di piccole cellule che nel midollo osseo si differenziano in linfociti B e linfociti T.
I linfociti T sono di gran lunga il tipo più frequente.
La loro denominazione deriva del timo, dove essi maturano e vengono selezionati. E' infatti possibile distinguere tre sottopopolazioni di linfociti T: cellule T "helper", cellule T "suppressor" e cellule T "citotossiche".
I linfociti B, invece, possiedono la capacità di trasformarsi in grosse plasmacellule, che sono le cellule effettrici dell'immunità umorale specifica. Esse secernono anticorpi in grande quantità.

Le cellule della "memoria" si attivano in presenza di una seconda infezione causata dallo stesso agente patogeno. La risposta immunitaria in questo caso si sviluppa molto più rapidamente e più efficacemente rispetto a prima.

La formazione di cellule della memoria specifiche costituisce il vero principio su cui si basa ciascun vaccino.

Le immunoglobine sono gli "organi di senso" del sistema immunitario, essendo in grado di distinguere e identificare le sostanze proprie dell'organismo e quelle estranee a esso.
Esse sono localizzate come recettori sulla superficie dei linfociti B oppure sono secrete come anticorpi nel plasma sanguigno.

La necessità della presentazione degli antigeni si spiega in buona parte tramite i meccanismi di protezione escogitati dai microrganismi, i quali hanno appunto lo scopo di impedire che i linfociti possano riconoscerli. Se una cellula che presenta antigeni assume l'agente patogeno e lo digerisce parzialmente all'interno dei suoi fagolisosomi, la possibilità di esporre in superficie l'antigene stesso è maggiore.