martedì 4 febbraio 2014

Programma di disinfiammazione - STEP 5: LA BOSWELLIA SERRATA

La Boswellia Serrata - albero diffuso prevalentemente nella regione Magrebina, nel Sud-Est Asiatico e nel territorio indiano - è stata e continua ad essere un elemento fondamentale della tradizione medicinale Ayurvedica, per le sue proprietà antiartritiche, astringenti, espettoranti ed antisettiche.
Nonostante i primi studi documentati in letteratura risalgano ai primi anni '70, lo studio della Boswellia Serrata e delle sue potenzialità terapeutiche per la medicina convenzionale si è intensificato a partire dagli anni '90, attraverso l'identificazione e la caratterizzazione dei principi attivi responsabili delle sue varie azioni biologiche osservate in anni di sperimentazione animale.

L'olio essenziale, estratto dalla resina trasudata dalla corteccia di questo albero, risulta ricco di numerosi principi attivi, prevalentemente costituiti da acidi triterpenici pentaciclici, tra cui spicca l'acido Beta Boswellico, su cui oggi si focalizza la maggior parte degli studi.
Dal punto di vista molecolare, infatti, l'uso di questi principi attivi, prevalentemente in modelli sperimentali, si è rivelato utile nel:

  • Ridurre l'infiltrato infiammatorio leucocitario in modelli di patologie infiammatorie sistemiche;
  • Ridurre la sintesi di anticorpi ed in particolare di autoanticorpi, generalmente coinvolti nella genesi delle patologie autoimmuni;
  • Inibire l'attivazione del complemento, responsabile del danno flogistico presente in concomitanza a patologie auto infiammatorie ed autoimmunitarie;
  • Ridurre il dolore ed esercitare un modesto effetto sedativo.

Le suddette azioni sembrano associate alla capacità dell'acido Beta Boswellico di inibire selettivamente l'enzima 5-lipossigenasi, coinvolto nella sintesi di mediatori infiammatori come il Leucotriene B4 responsabile di broncocostrizione, aggregazione piastrinica, chemiotassi e vasodilatazione.

Proprietà terapeutiche

Azione anti-infiammatoria: gli acidi boswellici esercitano un'inibizione selettiva su un enzima capace di stimolare la produzione di sostanze endogene che facilitano i processi infiammatori, con conseguente riduzione dei loro livelli nel sangue.
Inoltre questa pianta sembra anche in grado di inibire le elastasi, enzimi capaci di attaccare e distruggere le proteine notoriamente distruttivi, che attaccano e distruggono il tessuto elastico dei tessuti dove è presente un fatto infiammatorio.
Sono stati fatti alcuni studi clinici per valutare l'efficacia di questa pianta in pazienti con osteoartrite. Essi ricevevano l’estratto secco di Boswellia titolato al 65% in acidi boswellici per bocca per 3 mesi, mentre la valutazione dell'efficacia era affidata in parte alla compilazione di un questionario sintomatologico da parte dei pazienti stessi e in parte ai risultati di alcuni tests specifici per la malattia artrosica. Inoltre venivano effettuati alcuni altri esami quali la VES ed opportune valutazioni radiologiche. I risultati finali evidenziavano un netto miglioramento dei sintomi dolorosi, con un significativo progresso anche dei risultati dei test specifici. Gli esami radiologici invece non evidenziavano variazioni significative prima e dopo la fine della sperimentazione, mentre gli effetti collaterali registrati sono stati di lieve entità e non tali da richiedere la sospensione del trattamento. 

Azione sull'intestino: è stato fatto uno studio clinico su un gruppo di pazienti con rettocolite ulcerosa di media gravità, ai quali veniva somministrata per bocca una dose di 350 mg al giorno di estratto secco di boswellia titolato al 65% in acidi boswellici per 6 settimane. La valutazione era fatta su una serie di esami eseguiti sia prima della terapia sia al termine della stessa. Un gruppo di pazienti con la stessa patologia che riceveva per bocca 1g. al giorno di sulfalazina serviva come controllo. Al termine della sperimentazione il miglioramento dei parametri esaminati era in media dell'82% con la boswellia e del 75% con la sulfalazina.

Azione sull'apparato respiratorio: è stato fatto uno studio clinico su 40 pazienti di entrambi i sessi con asma bronchiale, cui venivano somministrati per bocca 900 mg al giorno di estratto secco di boswellia titolato al 65% in acidi boswellici o un placebo per un periodo di 6 settimane. Nel gruppo trattato con la boswellia vi è stato un miglioramento clinicamente evidente, confermato anche dal miglioramento di una serie di esami, nel 70% dei soggetti, mentre nel gruppo di controllo i risultati positivi si avevano solo nel 27% dei soggetti.

Azione prevalente: anti-infiammatoria e antidolorifica.

Altre azioni: antiallergica.

Indicazioni principali: infezioni acute delle prime vie aeree, stati febbrili e dolorosi in genere, malattie artroreumatiche, piccola traumatologia sportiva, dolori mestruali, cefalea lieve o moderata, specialmente di tipo muscolotensivo.

EFFETTI COLLATERALI: rari casi di reazioni allergiche cutanee.

CONTROINDICAZIONI: nessuna conosciuta.

INTERAZIONI CON FARMACI: non note.

DATI TOSSICOLOGICI: nel ratto non sono stati osservati effetti negativi sul feto né sugli apparati cardiovascolare, gastrointestinale e respiratorio e neppure sul sistema nervoso. La dose letale nel ratto per bocca è superiore di almeno 100 volte a quella consigliata più sopra.
Gli acidi boswellici somministrati per bocca alla dose di 500 mg per kg di peso al giorno per 6 giorni consecutivi ai ratti a digiuno hanno dimostrato di non danneggiare in alcun modo lo stomaco. Non ci sono dati sul suo uso in gravidanza e durante l’allattamento. Può essere usata in età pediatrica a partire dai 4 anni di età.

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