martedì 23 luglio 2013

Il ginseng indiano (Ashwagandha o Withania somnifera)


L'ashwagandha o ginseng indiano (Withania somnifera) proviene dall'ayurveda ed è uno dei più interessanti fitoterapici in circolazione, specie l'estratto secco in compresse o capsule.  
Ci sono pochi fitoterapici che apprezziamo tanto quanto l'ashwagandha, pianta proveniente dall'ayurveda, la medicina tradizionale utilizzata in India da millenni, ma ormai molto nota e diffusa anche da noi per le sue qualità.

La radice di ashwagandha ha soprattutto proprietà toniche e adattogene (ovvero aumenta la resistenza dell'organismo ai più diversi stress psicofisici), ma anche interessantissimi effetti antinfiammatori e antidolorifici.

Queste proprietà sono state confermate dalla moderna ricerca scientifica anche con studi specifici sull'uomo e non solo su modelli animali. Il merito dell'attività salutistica della radice di Withania somnifera è da ricondurre innanzitutto ad alcuni suoi particolari principi attivi, denominati, appunto, withanolidi.

L'impiego tradizionale del ginseng indiano nell'ambito della medicina ayurvedica è in primo luogo come antistress naturale e tonico generale e del sistema nervoso, impiego che è il principale dell'ashwagandha anche in Occidente.

Il ginseng indiano aiuta infatti a migliorare memoria, concentrazione e attenzione, a contrastare ansia e nervosismo, a combattere stanchezza, debilitazione e insonnia (come suggerisce il suo nome latino Withania somnifera), senza gli effetti indesiderati ed eccessivamente stimolanti che talvolta possono avere altri fitoterapici ad azione tonica, come ad esempio il vero ginseng (Panax ginseng).

Alcuni studi hanno dimostrato interessanti prospettive dell'impiego dell'ashwagandha persino in certe forme di demenza e nella malattia di Alzheimer, nonché in alcuni tipi di cancro.

Di particolare interesse anche i suoi citati effetti antinfiammatori e analgesici: al contrario dei farmaci di sintesi, l'ashwagandha non irrita le mucose gastriche e può quindi essere assunta da chi soffra di dolori muscoloscheletrici, artrite e problemi reumatici e nel contempo anche di reflusso gastroesofageo, gastrite o addirittura ulcera.

Per chi conosce l'ayurveda, gli effetti che l'ashwagandha ha sui dosha (le tre energie vitali che pervadono il corpo) sono quelli di calmare lo squilibrio di vata e di ottimizzare l'attività di kapha.

Gli effetti collaterali dell'ashwagandha? Nessuno evidenziato fino a oggi: Withania somnifera è una pianta molto sicura e del tutto priva di tossicità ai dosaggi usualmente consigliati.

Le interazioni con i farmaci dell'ashwagandha riguardano solo alcuni psicofarmaci, come i barbiturici, di cui il ginseng indiano potrebbe rafforzare gli effetti. Peraltro non tutti gli autori concordano sulla veridicità di questa interazione.

In merito alle controindicazioni dell'ashwagandha, l'uso di questa pianta è da evitare in gravidanza, perché potrebbe indurre l'aborto. In genere ne viene sconsigliata l'assunzione anche durante l'allattamento. Inoltre, alcune evidenze, comunque isolate o non del tutto confermate, suggeriscono prudenza o sconsigliano l'ashwagandha nei soggetti ipertiroidei.
Per quel che riguarda le preparazioni migliori e il dosaggio dell'ashwagandha, suggeriamo gli estratti secchi di radice standardizzati in withanolidi, in capsule o compresse da 200-400 mg, da assumere due o tre volte al giorno.

Per l'ansia l'ashwagandha è più efficace della psicoterapia

Tra le evidenze scientifiche più recenti che certificano l'efficacia dell'ashwagandha merita di essere segnalato uno studio finalizzato a valutare le ricadute di un trattamento naturopatico sull'ansia moderata e severa.

Questa ricerca ha verificato che l'estratto secco di radice di Withania somnifera, somministrato per circa otto settimane al dosaggio di 300 milligrammi due volte al giorno, riduce i sintomi ansiosi del 56%, superando addirittura i pur significativi riscontri ottenuti da un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale protratto per la stessa durata temporale e utilizzato come raffronto.

Gli effetti dell'ashwagandha, per di più, si consolidano nel tempo e non riguardano solo l'ansia in senso stretto: anche concentrazione, vigore fisico e qualità della vita migliorano.
I risultati dell'indagine necessitano tuttavia di una precisazione. In questo studio, l'impiego dell'ashwagandha rientrava in un quadro che comprendeva, secondo l'approccio tipico della naturopatia, interventi personalizzati e indicazioni di tipo nutrizionale, tra cui il consiglio di incrementare l'introito di frutta e verdura (consumate in abbondanza sono preziose per combattere ansia e depressione), pesce e frutta in guscio (sia il pesce grasso che la frutta secca sono ricchi di omega 3, fondamentali per la salute del sistema nervoso).

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