L'ashwagandha o ginseng indiano (Withania somnifera) proviene
dall'ayurveda ed è uno dei più interessanti fitoterapici in circolazione,
specie l'estratto secco in compresse o capsule.
Ci sono pochi fitoterapici che apprezziamo tanto quanto
l'ashwagandha, pianta proveniente dall'ayurveda,
la medicina tradizionale utilizzata in India da millenni, ma ormai molto nota e
diffusa anche da noi per le sue qualità.
La
radice di ashwagandha ha soprattutto proprietà toniche e adattogene (ovvero aumenta la
resistenza dell'organismo ai più diversi stress
psicofisici), ma anche interessantissimi effetti antinfiammatori e antidolorifici.
Queste
proprietà sono state confermate dalla moderna ricerca
scientifica anche con studi specifici sull'uomo e non solo su
modelli animali. Il merito dell'attività salutistica della radice di Withania
somnifera è da ricondurre innanzitutto ad alcuni suoi particolari principi
attivi, denominati, appunto, withanolidi.
L'impiego tradizionale del ginseng
indiano nell'ambito della medicina ayurvedica è in primo luogo come antistress naturale e tonico
generale e del sistema nervoso, impiego che è il principale
dell'ashwagandha anche in Occidente.
Il
ginseng indiano aiuta infatti a migliorare memoria,
concentrazione e attenzione, a contrastare ansia
e nervosismo, a combattere stanchezza, debilitazione e insonnia
(come suggerisce il suo nome latino Withania somnifera), senza gli
effetti indesiderati ed eccessivamente stimolanti che talvolta possono avere
altri fitoterapici ad azione tonica, come ad esempio il vero ginseng (Panax
ginseng).
Alcuni studi hanno dimostrato interessanti prospettive
dell'impiego dell'ashwagandha persino in certe forme di demenza
e nella malattia di Alzheimer, nonché in alcuni tipi di cancro.
Di
particolare interesse anche i suoi citati effetti antinfiammatori e analgesici:
al contrario dei farmaci di sintesi, l'ashwagandha non irrita le mucose
gastriche e può quindi essere assunta da chi soffra di dolori muscoloscheletrici, artrite e
problemi reumatici e nel contempo anche di reflusso gastroesofageo, gastrite
o addirittura ulcera.
Per
chi conosce l'ayurveda, gli
effetti che l'ashwagandha ha sui dosha (le tre energie vitali che
pervadono il corpo) sono quelli di calmare lo squilibrio di vata e di
ottimizzare l'attività di kapha.
Gli
effetti collaterali dell'ashwagandha?
Nessuno evidenziato fino a oggi: Withania somnifera è una pianta molto
sicura e del tutto priva di tossicità ai dosaggi usualmente consigliati.
Le interazioni con i farmaci
dell'ashwagandha riguardano solo alcuni psicofarmaci, come i
barbiturici, di cui il ginseng indiano potrebbe rafforzare gli effetti. Peraltro
non tutti gli autori concordano sulla veridicità di questa interazione.
In
merito alle controindicazioni
dell'ashwagandha, l'uso di questa pianta è da evitare in gravidanza, perché potrebbe indurre l'aborto. In genere ne viene sconsigliata
l'assunzione anche durante l'allattamento. Inoltre, alcune evidenze, comunque
isolate o non del tutto confermate, suggeriscono prudenza o sconsigliano
l'ashwagandha nei soggetti ipertiroidei.
Per quel che riguarda le preparazioni migliori e il dosaggio dell'ashwagandha, suggeriamo gli estratti secchi di radice standardizzati in withanolidi, in capsule o compresse da 200-400 mg, da assumere due o tre volte al giorno.
Per quel che riguarda le preparazioni migliori e il dosaggio dell'ashwagandha, suggeriamo gli estratti secchi di radice standardizzati in withanolidi, in capsule o compresse da 200-400 mg, da assumere due o tre volte al giorno.
Per l'ansia l'ashwagandha è più efficace
della psicoterapia
Tra
le evidenze scientifiche più recenti che certificano l'efficacia dell'ashwagandha merita di essere segnalato uno studio finalizzato a valutare le
ricadute di un trattamento naturopatico sull'ansia moderata e severa.
Questa
ricerca ha verificato che l'estratto secco di radice di Withania somnifera, somministrato
per circa otto settimane
al dosaggio di 300 milligrammi due volte al giorno, riduce i sintomi ansiosi del 56%,
superando addirittura i pur significativi riscontri ottenuti da un percorso di
psicoterapia cognitivo-comportamentale protratto per la stessa durata temporale
e utilizzato come raffronto.
Gli effetti
dell'ashwagandha, per di più, si consolidano nel tempo e non riguardano solo l'ansia
in senso stretto: anche concentrazione, vigore fisico e qualità
della vita migliorano.
I risultati dell'indagine necessitano tuttavia di una precisazione. In questo
studio, l'impiego dell'ashwagandha rientrava in un quadro che
comprendeva, secondo l'approccio tipico della naturopatia, interventi
personalizzati e indicazioni
di tipo nutrizionale, tra cui il
consiglio di incrementare l'introito
di frutta e verdura
(consumate in abbondanza sono preziose per combattere
ansia e depressione), pesce e frutta in guscio (sia il pesce grasso che la frutta secca sono
ricchi di omega 3, fondamentali per la salute del
sistema nervoso).
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