La carenza di fibra alimentare è
una delle maggiori cause della malnutrizione dei paesi
sviluppati. Nei paesi industrializzati, contrariamente a quanto si possa
credere, la malnutrizione esiste e costituisce una piaga sanitaria più che
ragguardevole; questo genere di alimentazione squilibrata è responsabile
soprattutto di disturbi intestinali, aumento dell'incidenza di malattie
metaboliche e neoplastiche, aumento dell'incidenza
di sovrappeso ed obesità. I primi sintomi della carenza di
fibra alimentare sono a carico dell'intestino e compromettono
l'espulsione fecale. In sintesi, la carenza
di fibra alimentare provoca frequentemente:
1.
Stipsi
2.
Dolori, crampi, tensione,
gonfiore addominali
3.
Tendenza alla diverticolosi
4. Potenziale aggravamento
della colite idiopatica-psicogena (essenziali
le fibre viscose)
5.
Potenziale aggravamento
della sindrome del colon irritabile
6.
Alterazione della flora
batterica intestinale
7.
Accumulo di scorie nel tubo
digerente
8.
Irritazione della mucosa
intestinale
9.
Tendenza alle ragadi
anali/rettali
10. Tendenza alle emorroidi
11. Tendenza alle neoplasie intestinali (tumori del
colon-retto)
Se la carenza di fibre è associata a condotte alimentari inappropriate (es. Abuso
di alcool, eccesso di grassi saturi e zuccheri semplici, alimentazione
ipercalorica):
1.
Tendenza al sovrappeso
2.
Tendenza all'ipercolesterolemia (essenziali le
fibre viscose)
3.
Tendenza all'iperglicemia (essenziali le fibre
viscose)
4.
Tendenza all'ipertrigliceridemia (essenziali
le fibre viscose)
5.
Tendenza all'ipertensione
6.
Aumento del rischio
cardio-vascolare complessivo
7.
Tendenza all'abuso di
lassativi e conseguente assuefazione.
Le fonti di fibra alimentare sono:
·
Vegetali (cereali, leguminose, ortaggi e frutta)
·
Funghi
Il corretto apporto di fibra alimentare costituisce
diversi effetti funzionali e metabolici positivi:
·
Regolazione intestinale ed incremento
dei prebiotici
·
Diluizione delle scorie correlato a riduzione
dell'incidenza di cancro al colon-retto
· Modulazione glicemica per il
rallentamento dell'assorbimento glucidico (riduzione del rischio di
incidenza del Diabete Mellito tipo 2)
· Riduzione dell'assorbimento lipidico di acidi
grassi e colesterolo (riduzione del rischio
di dislipidemie e coronaropatie)
· Riduzione del rischio
di stipsi e diverticolosi, prevenzione della diverticolite,
prevenzione delle acuzie tipiche nelle patologie infiammatorie-croniche
intestinali
· Incremento della sazietà gastrica
Tuttavia, anche l'eccesso di fibra alimentare derivante da ortaggi e frutta può
incidere negativamente sullo stato di salute. Alcune teorie
dietetiche promuovono il consumo libero di questi alimenti elogiandone gli
effetti benefici ed omettendone quelli collaterali; tra questi ultimi, spiccano
senz'altro:
- Tendenza al malassorbimento intestinale generico esteso a tutte le componenti nutrizionali della dieta: carboidrati, amminoacidi, lipidi, sali minerali e vitamine
- Eccessivo introito di acido fitico ed acido ossalico, molecole chelanti che legandosi ad alcuni ioni (come il ferro ed il calcio) ne impediscono l'assorbimento intestinale
- Predisposizione alla disidratazione nel caso in cui l'eccesso di fibra induca diarrea osmotica.
A questi sintomi/segni clinici a breve termine -
potenzialmente legati sia alla carenza che
all'eccesso di fibra alimentare - se ne aggiungono altri
nel lungo termine:
La razione raccomandata di fibra
alimentare utile a scongiurarne la carenza dovrebbe essere raggiunta attraverso
il consumo di alimenti (possibilmente in buona parte crudi) e non di compresse
di crusca o integratori alimentari.
Secondo le fonti bibliografiche più attendibili, la
fibra alimentare dovrebbe essere introdotta con la dieta in quantità di circa
30g/die; questo valore rappresenta la somma delle componenti
fibrose solubili ed insolubili quali: cellulosa,
emicellulose, pectine, gomma e lignine.
L'effetto della fibra
solubile sulle feci è di tipo gelificante, mentre quello della fibra insolubile è di tipo
fermentante; l'eccesso di fibra è generalmente avvertito
mediante la comparsa di alcuni sintomi imputabili alla produzione eccessiva di
gas, quindi meteorismo, distensione addominale, flatulenza, crampi ed
incremento non fisiologico dell'evacuazione fecale.
La fibra solubile deriva
principalmente dagli ortaggi e dalla frutta, mentre quella insolubile dai cereali.
Quest'ultima, oltre ad essere presente in quantità maggiore
negli alimenti (soprattutto in quelli integrali), ha il
vantaggio di costituire una categoria di cibi ad ampio consumo:
pasta, pane, pizza e tutti i derivati.
Per contro, l'eccesso di fibra alimentare è la
conseguenza di condotte nutrizionali inappropriate; prima tra tutte,
l'integrazione sconsiderata di prodotti concentrati. Questi, comunemente
ottenuti dalla compressione della crusca o di altri scarti di
lavorazione dei cereali, possono incidere negativamente sulla sintomatologia
del colon irritabile peggiorando gli effetti indesiderati. Al contrario, l'incremento razionale dell'intake di fibra
solubile derivante dagli alimenti favorisce la riduzione
dell'irritazione della mucosa colica ed abbassa il ph fecale promuovendo
(anche grazie ad alcuni oligosaccaridi prebiotici) la selezione
probiotica intestinale a discapito dei ceppi putrescenti.
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