martedì 5 febbraio 2013

L’equilibrio acido-base



L’equilibrio acido-base è un meccanismo di compenso metabolico biologico che coinvolge tutti i sistemi viventi e che permette al sistema di mantenere costanti le funzioni vitali dell’organismo. L’equilibrio acido-base è la situazione in cui vivono tutti gli organismi viventi ed è il risultato di una serie di reazioni chimico-fisiche influenzate da fattori esterni (cibo, stress, temperatura,ecc.) ed interni.

• STRESS (eustress o distress)
(emotivo, psichico, intellettivo, somatico)

• AMBIENTE E CLIMA
(calore, freddo, inquinamento, ecc.)

• IATROGENIA
(farmaci, vaccini, radiazioni)

• CIBO

Se tali fattori esterni sono fisiologici, ovvero funzionali al sistema biologico, il ritmo compenso-scompenso-compenso è in equilibrio. Se invece il ritmo è perennemente in scompenso, il sistema mette in atto delle reazioni di difesa che noi chiamiamo “sintomi o malattie”: acidosi, disbiosi, infiammazione, degenerazione.

Esempio:
Distress prolungato (psico-emotivo, ambientale, nutrizionale)
Acidosi
Squilibrio idro-elettrolitico
Infiammazione
iti (tonsill-ite, bronch-ite, ot-ite,
tendin-ite, col-ite, mening-ite, ecc.)

La reazione metabolica di base degli organismi viventi è uguale e costante qualsiasi sia lo “stressore”:

a) fase di allarme,

b) fase di adattamento,

c) fase di esaurimento.

Ogni “stressore” agisce sempre simultaneamente a tre livelli: emotivo, cerebrale, somatico.
Il sistema cerca sempre di portare l’organismo al ritmo circadiano fisiologico, basato su anabolimo-catabolismo, parasimpaticotono-ortosimpaticotono.

Per permettere questo “ritmo circadiano fisiologico” il sistema biologico deve creare l’ambiente chimico-fisico adeguato: è quello che noi chiamiamo, semplificando, equilibrio acido-base.

Nelle attuali condizioni di vita (ambiente, cibo, distress emotivi) il nostro sistema metabolico tende costantemente all’acidosi per cui l’organismo, i cui processi vitali hanno luogo se il pH è leggermente alcalino, deve costantemente contrastare questa tendenza acidificante attraverso:
- l’eliminando acidi attraverso il rene, il polmone, la cute,
- modificando la flora batterica intestinale,
- l’utilizzando sali minerali alcalinizzanti: Calcio, potassio, sodio, magnesio.
Nel caso in cui i meccanismi di compenso non siano funzionanti oppure siano esauriti si attiva la cascata di reazioni che porta alla malattia.

Gli alimenti

acidità               alcalinità
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14

7 è neutro.
L’acidità di una soluzione aumenta procedendo da 7 a 0 e l’alcalinità aumenta da 7 a 14.





Alimenti acidificanti



Carni

Cereali

Legumi

Pesci e crostacei

Latte e formaggi

Dolci

Caffè

Alimenti alcalinizzanti



Verdure

Frutta

Yogurt

Ricotta

Dal punto di vista nutrizionale la classificazione degli alimenti in alcalinizzanti viene fatta in base all’influenza che questi esercitano sul corpo e non in base alla propria acidità o alcalinità.
Così molti alimenti che hanno un gusto “acido” (per esempio l’uva e gli agrumi) sono considerati alcalinizzanti perché, dopo essere stati metabolizzati, rilasciano un residuo alcalinizzante: gli acidi organici che influenzano le papille gustative vengono sciolti e trasformati in anidride carbonica e acqua, mentre i minerali residui servono a neutralizzare gli acidi organici.
Questo vale per la maggior parte della frutta e della verdura nonché delle alghe (dulse, kelp, hiziki, nori) che contengono tutte un’elevata percentuale di minerali–tampone (sodio, potassio, calcio, magnesio, ferro).
Anche il caffè, se non è decaffeinato, può essere alcalinizzante perché la caffeina è un alcaloide; il resto del caffè è molto acido.
Anche il sale per il suo contenuto di sodio,è un elemento alcalinizzante.
Gli alimenti dal sapore blando, invece, (per esempio la farina, il pesce e i cereali) sono spesso, anche se non sempre, acidificanti: durante il metabolismo essi lasciano residui di acido solforico, acido fosforico e acido cloridrico.
Gli unici alimenti vegetali acidificanti sono i mirtilli, le susine e le prugne secche. Vorrei aggiungere a questo elenco i pomodori crudi con i semi perché provocano a volte reazioni di acidità, quali piaghe in bocca o foruncoli sulla lingua (i pomodori ben cotti, senza semi e salati sembrano più alcalinizzanti).
Anche lo zucchero e gli altri dolcificanti concentrati, gli amidi, i cereali, la farina i grassi e quasi tutte le proteine di origine animale sono acidificanti dopo essere stati metabolizzati.
Le uniche eccezioni sono l’amido di patate e di pueraria (Kuzu) che sono alcalinizzanti e, a volte, il latte crudo, a causa del suo contenuto di calcio.

In chimica, gli alcali o basi, sono noti anche come acido-tamponi; essi attutiscono cioè l’effetto corrosivo degli acidi. Possiamo perciò dire che gli alimenti alcalinizzanti tamponano quelli acidificanti.

C’è inoltre un gruppo di alimenti che appartiene a una categoria separata di “tamponi” perché possono produrre entrambi gli effetti: essi rendono l’acido meno acido perché contengono minerali e l’alcalino meno alcalino perché contengono proteine.
Si tratta dei latticini e dei derivati dalla soia (panna, yogurt, latte, formaggi e tofu) che si associano bene sia ai cibi alcalini che a quelli acidi.
A questo gruppo appartiene anche il burro, che è stato riconosciuto come un alimento neutro (né acido né alcalino).

Qual è il giusto rapporto fra alimenti acidificanti e alcalinizzanti?

Come sempre in materia nutrizionale, le corrette proporzioni di ogni pasto variano a seconda del metabolismo di ogni soggetto, della quantità di attività fisica, degli alimenti consumati in precedenza ed eventualmente anche della profondità e del ritmo respiratori (una respirazione profonda alcalinizza l’organismo).

Come possiamo sapere se il nostro equilibrio acido-alcalino è alterato?

Una possibilità è data dal test dell’urina. Sono test che si possono acquistare nelle erboristerie.

Attraverso le urine l’organismo elimina le scorie acide accumulate nel liquido extracellulare nell’arco della giornata. Il pH urinario subirà quindi variazioni giornaliere in funzione del metabolismo dei tessuti in quanto l’ambiente extracellulare trasferisce a livello renale e urinario, le scorie acide immagazzinate, che influenzano i valori di pH urinario.

Le variazioni “normali” del pH urinario, riscontabili cioè nella maggior parte dei casi, sono questi:
  • al mattino le urine sono acide perché con esse vengono eliminate le scorie accumulate nella notte;
  • nel corso della mattina il pH tende a salire sensibilmente per scendere intorno all’ora di pranzo;
  • risale nel pomeriggio fino a stabilizzarsi intorno a valori vicini alla neutralità (circa 7);
  • nella tarda serata si riscontra nuovamente una fase acida in concomitanza della ripresa dell’attività catabolica dei tessuti.

Il pH urinario, pertanto, costituisce un indice affidabile per il monitoraggio metabolico.
Quanto detto riguarda una distribuzione ideale dei valori di pH; con l’avanzare dell’età, infatti, la perdita di parte della funzione renale, unitamente ad uno stile di vita e dietetico incongrui (stress, apporto proteico, scarsa idratazione, alcol e fumo), portano all’instaurarsi di uno stato di acidosi, sovente subclinica, che nel tempo può avere ripercussioni sulla salute.
Per valutare la propria personale condizione, si dovrebbero effettuare le misurazioni del pH delle urine per  alcuni giorni annotando contemporaneamente, l’ora della misurazione stessa e gli alimenti e le bevande assunte.
Si viene così a definire una curva personale che fornisce una misura affidabile del carico acido cui è sottoposto l’organismo, permettendo di attuare adeguati provvedimenti per la correzione dell’eventuale acidosi metabolica rilevata.
Una singola misurazione giornaliera del pH delle urine, solitamente effettuata utilizzando le prime urine del mattino, pur non dando un’informazione completa, permette comunque alcune valutazioni, come l’indicazione di un possibile stato di acidosi che necessita ulteriori approfondimenti.

Un pH fortemente acido (inferiore a 5,9) nelle prime urine del mattino induce il sospetto di stato acidosico clinico per la conferma del quale sono necessari accertamenti di approfondimento quali:
studio frazionato dell’acidità in più campioni di urine raccolte nell’arco della giornata.
studio della funzionalità renale.
analisi del regime dietetico.

E’ più facile diventare iperacidi che iperalcalini; infatti tendiamo a rimpinzarci di dolci, farinacei, carni e grassi, che sono tutti acidificanti.
Quando soffriamo di un eccesso di acidità, ci svegliamo con un forte gusto amaro in bocca. Per liberarcene, ci tuffiamo quasi automaticamente sul caffè o sul succo di arancia, che sono entrambi alcalinizzanti. Bisognerebbe interpretare il gusto amaro in bocca come un segnale di allarme che ci indica che il corpo ha un eccesso di acido. Se non si modifica questa condizione con la dieta o con la respirazione profonda (preferibilmente unita all’esercizio fisico, perché un eccesso di respirazione profonda, da sola, potrebbe causare un eccesso di ossigenazione o di alcalinità) o con l’assunzione di sali alcalinizzanti (bicarbonati o citrati di calcio, sodio, magnesio, potassio), gli acidi preleveranno i minerali dai tessuti del corpo, determinando quindi uno stato di demineralizzazione.

Consigli

La prevenzione e il trattamento dell’acidosi cronica si può fare utilizzando i sali alcalinizzanti a base di bicarbonati o di citrati di calcio, sodio, magnesio, potassio, oppure assumendo i sali di Schüssler, combinazione di un acido con una base: sodio, potassio, calcio, magnesio, ferro, silica.
I sali di Schuessler sono 12 e sono in diluizione omeopatica 6 DH.
I sali di S. che possono essere utili nel ripristino della capacità tampone sono:
- il cloruro di potassio (kali muriaticum)
- il fosfato di calcio (calcium phosphoricum)
- il fosfato di sodio (natrum phosphoricum)
- il solfato di sodio (natrum sulphuricum)

Altre possibilità per alcalinizzare il corpo consistono in:

  • attività fisica
  • il riposo, l’ascolto della buona musica e della natura
  • i bagni immersi in acqua calda con sale integrale marino
  • bere una volta al giorno un succo vivo estratto o centrifugato con ortofrutta (soprattutto verdure!) fresca di stagione e con verdure e frutta locali e di tutti i colori
  • mangiare frutta e verdura fresca di stagione
  • bere bevande ad effetto alcalinizzante (per esempio caffè pro-attivo ad effetto alcalino, the verde)
  • assumere tanta vitamina C
  • assumere cibi alcalini che compensino quelli acidi
  • cenare  entro tre ore prima di andare a dormire e tenere conto che le ore di riposo prima di mezzanotte valgono il doppio!
  • bere almeno 1 litro e mezzo di acqua la giorno.  
  • ove possibile, eliminare i farmaci e sostituirli con prodotti naturali ed integratori alimentari naturali. Alcuni integratori sono più efficaci di molti farmaci e non presentano controindicazioni.

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