L’equilibrio acido-base è
un meccanismo di compenso metabolico biologico che coinvolge tutti i sistemi
viventi e che permette al sistema di mantenere costanti le funzioni vitali
dell’organismo. L’equilibrio acido-base è la situazione in cui vivono tutti gli
organismi viventi ed è il risultato di una serie di reazioni chimico-fisiche
influenzate da fattori esterni (cibo, stress, temperatura,ecc.) ed interni.
• STRESS (eustress o
distress)
(emotivo, psichico,
intellettivo, somatico)
• AMBIENTE E CLIMA
(calore, freddo,
inquinamento, ecc.)
• IATROGENIA
(farmaci, vaccini,
radiazioni)
• CIBO
Se tali fattori esterni
sono fisiologici, ovvero funzionali al sistema biologico, il ritmo
compenso-scompenso-compenso è in equilibrio. Se invece il ritmo è perennemente
in scompenso, il sistema mette in atto delle reazioni di difesa che noi
chiamiamo “sintomi o malattie”: acidosi, disbiosi, infiammazione,
degenerazione.
Esempio:
Distress prolungato (psico-emotivo,
ambientale, nutrizionale)
↓
Acidosi
↓
Squilibrio
idro-elettrolitico
↓
Infiammazione
↓
iti (tonsill-ite,
bronch-ite, ot-ite,
tendin-ite, col-ite,
mening-ite, ecc.)
La reazione metabolica di
base degli organismi viventi è uguale e costante qualsiasi sia lo “stressore”:
a) fase di allarme,
b) fase di adattamento,
c) fase di esaurimento.
Ogni “stressore” agisce
sempre simultaneamente a tre livelli: emotivo, cerebrale, somatico.
Il sistema cerca sempre di
portare l’organismo al ritmo circadiano fisiologico, basato su
anabolimo-catabolismo, parasimpaticotono-ortosimpaticotono.
Per permettere questo
“ritmo circadiano fisiologico” il sistema biologico deve creare l’ambiente
chimico-fisico adeguato: è quello che noi chiamiamo, semplificando, equilibrio
acido-base.
Nelle attuali condizioni
di vita (ambiente, cibo, distress emotivi) il nostro sistema metabolico tende
costantemente all’acidosi per cui l’organismo, i cui processi vitali hanno luogo
se il pH è leggermente alcalino, deve costantemente contrastare questa tendenza
acidificante attraverso:
- l’eliminando acidi
attraverso il rene, il polmone, la cute,
- modificando la flora
batterica intestinale,
- l’utilizzando sali
minerali alcalinizzanti: Calcio, potassio, sodio, magnesio.
Nel caso in cui i
meccanismi di compenso non siano funzionanti oppure siano esauriti si attiva la
cascata di reazioni che porta alla malattia.
Gli alimenti
acidità alcalinità
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
7 è neutro.
L’acidità di una soluzione
aumenta procedendo da 7 a 0 e l’alcalinità aumenta da 7 a 14.
Alimenti acidificanti
Carni
Cereali
Legumi
Pesci e crostacei
Latte e formaggi
Dolci
Caffè
Alimenti alcalinizzanti
Verdure
Frutta
Yogurt
Ricotta
Dal punto di vista
nutrizionale la classificazione degli alimenti in alcalinizzanti viene fatta in
base all’influenza che questi esercitano sul corpo e non in base alla propria acidità
o alcalinità.
Così molti alimenti che
hanno un gusto “acido” (per esempio l’uva e gli agrumi) sono considerati
alcalinizzanti perché, dopo essere stati metabolizzati, rilasciano un residuo alcalinizzante:
gli acidi organici che influenzano le papille gustative vengono sciolti e
trasformati in anidride carbonica e acqua, mentre i minerali residui servono a
neutralizzare gli acidi organici.
Questo vale per la maggior
parte della frutta e della verdura nonché delle alghe (dulse, kelp, hiziki,
nori) che contengono tutte un’elevata percentuale di minerali–tampone (sodio, potassio,
calcio, magnesio, ferro).
Anche il caffè, se non è
decaffeinato, può essere alcalinizzante perché la caffeina è un alcaloide; il
resto del caffè è molto acido.
Anche il sale per il suo
contenuto di sodio,è un elemento alcalinizzante.
Gli alimenti dal sapore
blando, invece, (per esempio la farina, il pesce e i cereali) sono spesso,
anche se non sempre, acidificanti: durante il metabolismo essi lasciano residui
di acido solforico, acido fosforico e acido cloridrico.
Gli unici alimenti
vegetali acidificanti sono i mirtilli, le susine e le prugne secche. Vorrei
aggiungere a questo elenco i pomodori crudi con i semi perché provocano a volte
reazioni di acidità, quali piaghe in bocca o foruncoli sulla lingua (i pomodori
ben cotti, senza semi e salati sembrano più alcalinizzanti).
Anche lo zucchero e gli
altri dolcificanti concentrati, gli amidi, i cereali, la farina i grassi e
quasi tutte le proteine di origine animale sono acidificanti dopo essere stati
metabolizzati.
Le uniche eccezioni sono
l’amido di patate e di pueraria (Kuzu) che sono alcalinizzanti e, a volte, il
latte crudo, a causa del suo contenuto di calcio.
In chimica, gli alcali o
basi, sono noti anche come acido-tamponi; essi attutiscono cioè l’effetto
corrosivo degli acidi. Possiamo perciò dire che gli alimenti alcalinizzanti
tamponano quelli acidificanti.
C’è inoltre un gruppo di
alimenti che appartiene a una categoria separata di “tamponi” perché possono
produrre entrambi gli effetti: essi rendono l’acido meno acido perché
contengono minerali e l’alcalino meno alcalino perché contengono proteine.
Si tratta dei latticini e
dei derivati dalla soia (panna, yogurt, latte, formaggi e tofu) che si
associano bene sia ai cibi alcalini che a quelli acidi.
A questo gruppo appartiene
anche il burro, che è stato riconosciuto come un alimento neutro (né acido né
alcalino).
Qual è il giusto rapporto fra alimenti acidificanti e
alcalinizzanti?
Come sempre in materia
nutrizionale, le corrette proporzioni di ogni pasto variano a seconda del
metabolismo di ogni soggetto, della quantità di attività fisica, degli alimenti
consumati in precedenza ed eventualmente anche della profondità e del ritmo
respiratori (una respirazione profonda alcalinizza l’organismo).
Come possiamo sapere se il nostro equilibrio
acido-alcalino è alterato?
Una possibilità è data dal
test dell’urina. Sono test che si possono acquistare nelle erboristerie.
Attraverso le urine
l’organismo elimina le scorie acide accumulate nel liquido extracellulare nell’arco
della giornata. Il pH urinario subirà quindi variazioni giornaliere in funzione
del metabolismo dei tessuti in quanto l’ambiente extracellulare trasferisce a
livello renale e urinario, le scorie acide immagazzinate, che influenzano i
valori di pH urinario.
Le variazioni “normali”
del pH urinario, riscontabili cioè nella maggior parte dei casi, sono questi:
- al mattino le urine sono acide perché con esse vengono eliminate le scorie accumulate nella notte;
- nel corso della mattina il pH tende a salire sensibilmente per scendere intorno all’ora di pranzo;
- risale nel pomeriggio fino a stabilizzarsi intorno a valori vicini alla neutralità (circa 7);
- nella tarda serata si riscontra nuovamente una fase acida in concomitanza della ripresa dell’attività catabolica dei tessuti.
Il pH urinario, pertanto,
costituisce un indice affidabile per il monitoraggio metabolico.
Quanto detto riguarda una
distribuzione ideale dei valori di pH; con l’avanzare dell’età, infatti, la
perdita di parte della funzione renale, unitamente ad uno stile di vita e
dietetico incongrui (stress, apporto proteico, scarsa idratazione, alcol e
fumo), portano all’instaurarsi di uno stato di acidosi, sovente subclinica, che
nel tempo può avere ripercussioni sulla salute.
Per valutare la propria personale condizione, si
dovrebbero effettuare le misurazioni del pH delle urine per alcuni giorni annotando contemporaneamente, l’ora
della misurazione stessa e gli alimenti e le bevande assunte.
Si viene così a definire
una curva personale che fornisce una misura affidabile del carico acido cui è
sottoposto l’organismo, permettendo di attuare adeguati provvedimenti per la
correzione dell’eventuale acidosi metabolica rilevata.
Una singola misurazione
giornaliera del pH delle urine, solitamente effettuata utilizzando le prime
urine del mattino, pur non dando un’informazione completa, permette comunque
alcune valutazioni, come l’indicazione di un possibile stato di acidosi che
necessita ulteriori approfondimenti.
Un pH fortemente acido
(inferiore a 5,9) nelle prime urine del mattino induce il sospetto di stato
acidosico clinico per la conferma del quale sono necessari accertamenti di
approfondimento quali:
• studio frazionato dell’acidità in più campioni di
urine raccolte nell’arco della giornata.
• studio della funzionalità renale.
• analisi del regime dietetico.
E’ più facile diventare
iperacidi che iperalcalini; infatti tendiamo a rimpinzarci di dolci, farinacei,
carni e grassi, che sono tutti acidificanti.
Quando soffriamo di un
eccesso di acidità, ci svegliamo con un forte gusto amaro in bocca. Per
liberarcene, ci tuffiamo quasi automaticamente sul caffè o sul succo di
arancia, che sono entrambi alcalinizzanti. Bisognerebbe interpretare il gusto
amaro in bocca come un segnale di allarme che ci indica che il corpo ha un
eccesso di acido. Se non si modifica questa condizione con la dieta o con la
respirazione profonda (preferibilmente unita all’esercizio fisico, perché un
eccesso di respirazione profonda, da sola, potrebbe causare un eccesso di
ossigenazione o di alcalinità) o con l’assunzione di sali alcalinizzanti (bicarbonati
o citrati di calcio, sodio, magnesio, potassio), gli acidi preleveranno i
minerali dai tessuti del corpo, determinando quindi uno stato di demineralizzazione.
Consigli
La prevenzione e il
trattamento dell’acidosi cronica si può fare utilizzando i sali alcalinizzanti
a base di bicarbonati o di citrati di calcio, sodio, magnesio, potassio, oppure
assumendo i sali di Schüssler, combinazione di un acido con una base: sodio,
potassio, calcio, magnesio, ferro, silica.
I sali di Schuessler sono
12 e sono in diluizione omeopatica 6 DH.
I sali di S. che possono
essere utili nel ripristino della capacità tampone sono:
- il cloruro di potassio
(kali muriaticum)
- il fosfato di calcio
(calcium phosphoricum)
- il fosfato di sodio
(natrum phosphoricum)
- il solfato di sodio
(natrum sulphuricum)
Altre possibilità per
alcalinizzare il corpo consistono in:
- attività fisica
- il riposo, l’ascolto della buona musica e della natura
- i bagni immersi in acqua calda con sale integrale marino
- bere una volta al giorno un succo vivo estratto o centrifugato con ortofrutta (soprattutto verdure!) fresca di stagione e con verdure e frutta locali e di tutti i colori
- mangiare frutta e verdura fresca di stagione
- bere bevande ad effetto alcalinizzante (per esempio caffè pro-attivo ad effetto alcalino, the verde)
- assumere tanta vitamina C
- assumere cibi alcalini che compensino quelli acidi
- cenare entro tre ore prima di andare a dormire e tenere conto che le ore di riposo prima di mezzanotte valgono il doppio!
- bere almeno 1 litro e mezzo di acqua la giorno.
- ove possibile, eliminare i farmaci e sostituirli con prodotti naturali ed integratori alimentari naturali. Alcuni integratori sono più efficaci di molti farmaci e non presentano controindicazioni.
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