martedì 17 febbraio 2015

Come curare una permeabilità intestinale in 7 passi

Smettere di danneggiare l'Intestino

La sindrome da permeabilità intestinale si verifica quando l'intestino diventa troppo permeabile e perde la capacità di filtrare le varie sostanze. Ciò può causare una serie di sintomi, tra cui dolore cronico del tratto digerente o irritazione, depressione, stanchezza cronica e allergie o eruzioni cutanee.
Per guarire un intestino permeabile, devi eliminare le cause che provocano i danni e lavorare per riparare quelli già fatti.

Conosci gli alimenti che possono irritare l'intestino

Delle proteine chiamate lectine e fitati si possono legare al rivestimento dell'apparato digestivo, irritarlo e causare danni. Queste proteine sono facilmente presenti in alcuni cereali, zucchero e prodotti lattiero-caseari.
I cereali germogliati e fermentati, tra cui il frumento, il riso, farro e soia, sono tra i più difficili da elaborare per l'intestino. Quelli che contengono glutine possono essere particolarmente irritanti.
Gli alimenti contenenti OGM (organismi geneticamente modificati) tendono a essere ad alto contenuto di lectine e possono irritare l'intestino.
Il comune latte vaccino contiene la caseina A1, che è un'altra proteina che può danneggiare l'intestino. Anche la pastorizzazione può distruggere gli enzimi che aiutano il corpo a digerire gli zuccheri del lattosio.
Generalmente lo zucchero alimenta la crescita del lievito e di altri batteri nocivi, che possono creare tossine che erodono lentamente le pareti intestinali.

Prenditi due settimane per disintossicarti

Per 14 giorni, elimina qualunque cosa dalla dieta che potrebbe causare disturbi digestivi. Consuma cibi e bevande leggeri per lenire l'infiammazione nello stomaco e intestino.
Evita di mangiare quegli alimenti comunemente associati alla sindrome da permeabilità intestinale. Anche se alcuni di questi cibi possono non essere la causa dei tuoi problemi, eliminando tutte le possibili fonti darai all'intestino maggiori possibilità di guarire.
Bevi più acqua durante il processo di disintossicazione. Evita le bevande zuccherate o contenenti caffeina o alcool.

Riduci lo stress

Alti livelli di stress aumentano l'acidità dello stomaco e aggravano il tuo problema. Se vuoi guarire completamente, è molto importante mantenere un ambiente relativamente sereno per almeno un paio di giorni. Una volta trascorsi un paio di giorni senza stress, torna alla normale routine e impegnati per ridurlo al minimo e rilassarti quando senti che sta tornando la tensione e l'ansia.

Oltre ad aumentare la secrezione acida, lo stress può ridurre la capacità del corpo di digerire il cibo e assorbire le sostanze nutritive. Lo stress provoca un aumento della frequenza cardiaca, alza la pressione sanguigna e accelera la respirazione, ma diminuisce la capacità digestiva e i meccanismi naturali di guarigione.

Elimina i farmaci e altre potenziali tossine

Gli antibiotici, l'alcool e alcuni farmaci da banco solitamente vengono assimilati dall'organismo, ma se hai un intestino permeabile, queste sostanze non sono adatte per il tuo sistema digestivo compromesso. Tutto ciò che può alterare l'equilibrio batterico naturale del tuo intestino deve essere eliminato quando stai cercando di guarire.
Smetti di bere completamente alcool per almeno un mese. Trascorso il primo mese, puoi reintrodurlo gradualmente nell'organismo, ma cerca di limitarne l'assunzione a un bicchiere o due a settimana.
I farmaci antinfiammatori non steroidei possono irritare lo stomaco se vengono assunti regolarmente, quindi non prenderli quando ti stai curando dalla permeabilità intestinale. Questi farmaci comprendono l'aspirina, l'ibuprofene e il naprossene. Quando hai bisogno di un antidolorifico scegli il paracetamolo.
Gli antibiotici possono essere aggressivi sul sistema digestivo, ma parla comunque sempre con il tuo medico prima di interrompere l'assunzione di un antibiotico prescritto.

Sottoponiti a degli esami per i parassiti intestinali

Sebbene sia piuttosto raro, c'è la possibilità che i tuoi problemi di permeabilità intestinale siano causati o aggravati da un parassita intestinale. Chiedi al medico di prescriverti un esame delle feci per determinare se potrebbe essere questa la causa del tuo problema.
Anche se gli antibiotici e altri farmaci possono disturbare un intestino permeabile, se hai un'infezione batterica l'organismo guarisce più velocemente se per prima cosa elimini questo problema di fondo e lavori sui danni in seguito.
Anche parassiti, virus e funghi possono causare problemi, quindi assicurati di sottoporti a controlli medici anche per queste patologie.

Mangia cibi che aiutano l'intestino

Così come ci sono alimenti che possono danneggiare il sistema digestivo, ce ne sono altri che possono invece aiutarlo a guarire. Gli alimenti che aiutano il processo digestivo sono ottimi, ma quelli che sono sia lenitivi che ricchi di minerali facilmente assorbibili sono i migliori.

Uno dei più indicati è il brodo fatto in casa a base di pollo, manzo o di altre ossa di carne. Il brodo di ossa contiene gelatina lenitiva e molti minerali.
Le carni allevate a pascolo sono relativamente prive di tossine aggiunte e ricche invece di sostanze nutritive. Quando le cuoci lentamente, diventano tenere e sono più facili da digerire.

Assumi molti grassi sani

I grassi naturali come l'olio d'oliva, l'olio di cocco non idrogenato, il burro biologico e altri grassi animali di allevamento biologico generalmente vanno bene.

Evita i grassi polinsaturi elaborati e raffinati, che si trovano comunemente nel cibo spazzatura, olio di mais, olio di semi di cotone, olio di colza e olio di soia.

Le verdure e gli alimenti fermentati aiutano a bilanciare i batteri presenti nell'intestino

Lo yogurt e il kefir sono valide opzioni, ma anche le verdure fermentate, le marmellate di frutta e la mostarda sono altri ottimi esempi.

I semi germogliati, compresi i semi di chia e di lino, offrono una buona quantità di fibra che può aiutare a ripristinare l'equilibrio batterico dell'intestino. Tuttavia, se la tua sindrome da intestino permeabile ti provoca dei gravi e dolorosi sintomi, dovresti iniziare a ottenere fibre da frutta e verdura.

Mastica il cibo lentamente e completamente

In poche parole, fai in modo di sminuzzare il cibo il più possibile per ridurre al minimo il lavoro che deve svolgere lo stomaco. In questo modo l'intestino subisce meno stress e si riducono le probabilità di infiammazione.

Mangia i probiotici

Possono essere presi in forma di integratori o attraverso il cibo. Questi batteri "buoni" possono aiutare il sistema digestivo, ripristinando il sano equilibrio naturale dei batteri al suo interno.
I batteri "buoni" sono necessari per la salute dell'apparato digerente perché impediscono a quelli nocivi di crescere fuori controllo.
Mentre cerchi attivamente di curare il tuo intestino, prendine una dose tra i 25 e i 100 miliardi di unità al giorno.
Una volta guarito da questo disturbo, puoi mantenere una quantità stabile di probiotici mangiando ogni giorno lo yogurt che ne è ricco. Anche gli alimenti fermentati come i crauti possono aiutare a ripristinare l'equilibrio dei batteri sani nell'intestino in modo simile, quindi inserisci più alimenti di questo tipo nella tua dieta.

Non dimenticare gli acidi grassi Omega-3

Si tratta di acidi grassi essenziali che puoi inserire nella tua alimentazione direttamente dai cibi che ne sono ricchi o sotto forma di integratori dietetici. Possono contribuire a combattere l'infiammazione e lenire quella già presente nello stomaco e intestino.
Prendere gli integratori di olio di pesce è un modo semplice per assicurarti la dose giornaliera di Omega-3. Segui le istruzioni riportate sull'etichetta per determinare la quantità ideale per la tua specifica situazione.
In alternativa, puoi assumere questi acidi grassi naturalmente mangiando pesce grasso come il salmone.

Cura il danno intestinale con una serie di altri integratori naturali

Ci sono numerosi integratori alimentari naturali che si ritiene possano contribuire a ripristinare un sistema digestivo danneggiato. Impara a conoscerli e a valutare quale potrebbe essere il più adatto per le tue esigenze.

L-glutammina è uno dei più utili. Si ritiene che questo aminoacido favorisca la ricrescita del rivestimento dell'intestino riempiendo i fori provocati dalla patologia. Prova a prenderne da 3 a 5 grammi al giorno.

Gli enzimi digestivi sono a base vegetale o microbica e aiutano l'intestino ad abbattere e assorbire i macro nutrienti. Segui le istruzioni riportate sull'etichetta per conoscere il dosaggio corretto e prendili durante i pasti per alleviare la tensione dell'apparato digestivo.

La betaina cloridrato (HCL) aumenta l'acidità nell'intestino, rendendo più facile la digestione delle proteine e di altri nutrienti grezzi.
Prendine 650 mg quando sei arrivato a un terzo del pasto. Se provi bruciore di stomaco, interrompine l'assunzione. Se non soffri di alcun bruciore di stomaco, continua a prenderlo quotidianamente.

L'olmo rosso aiuta a stimolare le terminazioni nervose nel tratto intestinale. Di conseguenza il sistema produce più muco che ricopre il rivestimento dello stomaco e dell'intestino, evitando così maggiori danni dovuti all'acidità.

Anche la liquirizia deglicirrinizzata (DGL) e la radice di altea mantengono il rivestimento di muco dello stomaco, aggiungendo ulteriore protezione.

L'acido caprilico è un acido grasso ottenuto dall'olio di cocco. Ha proprietà antivirali e antifungine e può aiutare a combattere i problemi di crescita eccessiva del lievito.

Bevi molta acqua

La disidratazione può rendere difficile per l'intestino eliminare i prodotti di scarto, causando ulteriore infiammazione. Cerca di bere otto bicchieri da 250 ml di acqua al giorno per assicurare un'adeguata idratazione dell'organismo e dare un aiuto al sistema digestivo.
Anche se molte altre bevande ti aiutano a mantenerti idratato, l'acqua è la fonte migliore, soprattutto durante il periodo di convalescenza. Le bevande che contengono alcool e caffeina dovrebbero essere evitate, così come quelle che contengono alte concentrazioni di zucchero.
Puoi bere le bevande elettrolitiche, ma evita quelle ricche di zuccheri aggiunti.

Dormi

Il corpo riesce a recuperare in modo naturale molto meglio quando riposa. Cerca di dormire almeno otto ore ogni notte, specialmente durante la fase iniziale di recupero.
Quando sei sveglio le risorse dell'organismo sono suddivise e distribuite in più attività. Mentre dormi, il corpo può concentrare le sue energie sulla guarigione e il recupero dell'equilibrio.

Consigli

Consulta un professionista. Parla con un medico, un nutrizionista o un altro professionista per una terapia specialistica. Ogni persona ha esigenze leggermente diverse, quindi confrontarti con un esperto è il modo migliore per impostare un piano di trattamento adatto a te.
Sii paziente e persistente. Non potrai guarire da una permeabilità intestinale in una notte, ma se mantieni sane abitudini per diverse settimane o mesi, puoi annullare diversi danni.



(tratto da: wikihow.com)



lunedì 16 febbraio 2015

L'ernia iatale

Per ernia iatale si intende uno spostamento dello stomaco dalla sua posizione originaria che avviene attraverso lo iato. Lo iato è direttamente coinvolto nel passaggio di alimenti e liquidi fino allo stomaco, perché è una piccola apertura che si trova nel diaframma e ospita l’esofago, attraverso il quale transita il cibo.

In condizioni normali lo stomaco si trova al di sotto del diaframma, ma se lo iato si allarga e si forma un’ernia la diretta conseguenza è che lo stomaco cambia posto e sconfina nel torace, con vari gradi di complessità.

Le ernie iatali non sono infatti tutte uguali e in base alle dimensioni e alla gravità dei sintomi si dividono in tre tipi: ernia da scivolamento, ernia fissa ed ernia mista.




Nel primo caso, la spiegazione è nel nome stesso: l’ernia scivola infatti verso l’alto e verso il basso, sconfinando nel torace per poi riscendere. Si tratta del tipo più innocuo, perché l’ernia è generalmente piccola e di non facile individuazione per via dei sintomi ridotti o inesistenti.

L’ernia fissa è caratterizzata invece dal fatto che è la parte alta dello stomaco a ‘staccarsi’ e a entrare nella cassa toracica, senza però poterne uscire. In questo caso, rispetto al precedente, è molto probabile che si presentino dei fastidi a carico dell’esofago, il che è facilmente comprensibile dato che una porzione di stomaco cambia sede.

Il terzo tipo di ernia, la mista, non ha una definizione univoca, nel senso che si manifesta di volta in volta in forma differente, spostandosi in diversi modi nel torace. Fra le tre, l’ernia mista è l’unica a richiedere l’ausilio della chirurgia, soprattutto nel caso, per fortuna raro, in cui è l’intero stomaco a trasformarsi in ernia e a collocarsi nella cassa toracica.


I sintomi

All’ernia iatale non è associata una sintomatologia specifica, nella maggior parte dei casi è una presenza silenziosa che si manifesta con disturbi non necessariamente riconducibili a tale patologia. Il reflusso gastroesofageo, il bruciore di stomaco, la tendenza ad eruttare sono alcuni dei sintomi che possono presentarsi, ma si tratta di problemi con cui si può coesistere (sempre in forma leggera) e proprio per questo vengono spesso sottovalutati.

Il reflusso è il più serio fra i tre e si combatte soprattutto con l’alimentazione, evitando determinati cibi e mangiando lontano dai pasti.

Tali indicazioni sono valide in caso di reflusso ‘moderato’ e occasionale, mentre nel caso di reflusso costante e di infiammazione del tratto esofageo, è indispensabile ricorrere allo specialista.

Per quanto riguarda l’eruttazione, invece, dipende dal fatto che lo stomaco si sposta nella cavità toracica e, soprattutto nel muoversi verso l’alto, fa un pieno d’aria che poi sfocia all’esterno.
Contro questo problema non c’è molto da fare, ma fortunatamente compare solo quando l’ernia iatale è seria e provoca anche altri disturbi come la sensazione continua di gonfiore e pesantezza, e le difficoltà digestive.


I rimedi

Il rimedio più efficace contro l’ernia iatale é legato essenzialmente all’alimentazione. Esistono fortunatamente delle piante e degli oli essenziali che aiutano a stemperare il bruciore addominale, il meteorismo e le difficoltà digestive, ma più di ogni altra cose conta quel che si mangia. E soprattutto quello che non si mangia.
L’ernia iatale è infatti una di quelle patologie in cui, per quanti rimedi naturali si utilizzino, il fattore decisivo risulta soprattutto il controllo alimentare, il che è del tutto comprensibile se si considera che il sintomo principale è il reflusso gastroesofageo.

L’alimentazione  

Il controllo dell’alimentazione è fondamentale per chi soffre di ernia iatale, e non solo in termini di cibi consigliati e sconsigliati, ma anche e soprattutto dell’adozione di abitudini alimentari mirate sul problema.

Per prima cosa, mangiare a piccole dosi più volte al giorno: le grandi abbuffate sono pericolose alleate del bruciore di stomaco e del reflusso, per cui è meglio evitarle.

Il riposino pomeridiano è altresì sconsigliato, a meno che non siano trascorse almeno un paio d’ore dal consumo del pasto, sempre per non agevolare la risalita del cibo.

Anche per quanto riguarda il riposo notturno, è fondamentale organizzarsi in modo da consumare la sera pasti leggeri e facilmente digeribili, e da avere la possibilità di non andare a letto subito dopo mangiato.

Si tratta di quelle che in generale sono delle buone abitudini, ma per chi soffre di ernia iatale diventano centrali per vivere meglio.

Altra abitudine importante è quella di mangiare con tranquillità, se non proprio lentamente.

Mangiare velocemente non aiuta infatti la digestione, anzi aumenta il rischio di rigurgito nei soggetti predisposti, per cui è il caso di farci attenzione.

Per quanto riguarda la scelta degli alimenti, è bene tenere a mente che le insalate e i cibi crudi sono più difficili da digerire e possono indurre gonfiore, mentre i cibi cotti vengono assorbiti meglio e, se sono caldi, favoriscono i processi digestivi; per questo motivo la sera è particolarmente appropriato sorbire una minestra o una zuppa.







venerdì 6 febbraio 2015

Il punto alla situazione sulla permeabilità intestinale e l'intolleranza ai cereali

A) Il microbioma intestinale  

Il microbioma di un uomo adulto contiene normalmente 5 diversi gruppi di batteri: quelli maggiormente rappresentati sono Firmicutes e Bacteroidetes mentre Actinobacteria, Proteobacteria e Verrucomicrobia costituiscono appena il 2% del totale.
Una dieta ricca di proteine animali, favorisce la crescita dei Bacteroides; in chi segue una dieta vegetariana o una ricca in monosaccaridi sono invece abbondantemente rappresentati i Prevotella.
Un elevato consumo di oligosaccaridi infine, favorisce la crescita dei Bifidobacteria, il ceppo più rappresentano nell’intestino dei neonati allattati al seno.





Il microbioma intestinale può influenzare la salute del cervello in diversi modi. Alcune componenti della struttura dei batteri ad esempio, quali i lipopolisaccaridi, esercitano continuamente una blanda stimolazione sul sistema immunitario; quando questa stimolazione ‘fisiologica’ diventa eccessiva, come accade in caso di dismicrobismo intestinale, si può verificare una crescita incontrollata di batteri nell’intestino tenue o un’aumentata permeabilità intestinale che a loro volta determinano un’infiammazione sistemica o a livello del sistema nervoso centrale.
Alcune proteine batteriche possono dare reazioni crociate con alcuni antigeni umani e questo evoca delle risposte ‘sbagliate’ da parte dell’immunità adattativa, che possono condurre a malattie autoimmuni.

Sul versante ormoni e neurotrasmettitori, è noto che alcuni batteri intestinali sono in grado di produrne ‘copie’ identiche a quelle secrete dalle cellule specializzate dell’organismo; i batteri inoltre possiedono dei recettori specifici per questi ormoni che, se stimolati, possono influenzare la crescita e la virulenza dei batteri stessi.
I batteri intestinali infine sono in grado di stimolare direttamente i neuroni afferenti del sistema nervoso enterico e inviare così segnali al cervello, attraverso il nervo vago.
Attraverso tutte queste vie i batteri intestinali riescono dunque ad interagire con il funzionamento del sistema nervoso centrale, fino a modificare l’architettura del sonno e ad influenzare la reattività allo stress dell’asse ipotalamo-ipofisi-surreni.
I batteri intestinali possono influenzare la memoria, ma anche il nostro umore e addirittura le funzioni cognitive.

Il microbioma è insomma ormai un argomento ‘caldo’ in molte branche della medicina, dalle malattie autoimmuni a quelle infiammatorie intestinali alle patologie cardiovascolari. Dopo anni di ricerche mirate a distinguere i batteri intestinali ‘buoni’ da quelli ‘cattivi’, la nuova frontiera della ricerca in questo campo è cercare di alterare la composizione del microbioma, per correggere o trattare alcune condizioni patologiche.
Ci si sta provando attraverso modifiche della composizione della dieta, che dovrebbero alterare la composizione del microbioma, o mediante la somministrazione di prebiotici o di probiotici per le condizioni più disparate: dall’alcolismo, alla sindrome da stanchezza cronica, alla fibromialgia, alla restless leg syndrome.





B) Perché sempre più persone sono intolleranti ai cereali ?

Oggi le persone tollerano sempre meno i prodotti a base di frumento, come la pasta e soprattutto il pane. Questo cereale che ha nutrito i popoli italici per migliaia di anni, ora sembra non andare più bene ed essere addirittura considerato da alcuni come un vero e proprio veleno.

Ma come mai un cereale che è stato alla base della nostra civiltà è potuto diventare così ostile per la nostra salute? Ecco alcuni punti fondamentali:

1)   sono state progressivamente abbandonate le varietà più antiche di grano (es. varie specie di farro) a favore di varietà di frumento più produttive e più ricche di glutine. In particolare, negli anni ’70 sono state immesse alcune varietà di frumento modificate artificialmente;

2)    uso prevalente di farine bianche devitalizzate. In queste farine è stato trovato di tutto: elevate concentrazioni di nitrati e di fosfati, muffe, larve e parassiti, persolfato di ammonio, cloruro di benzoino, bromato di potassio, perborato di sodio e sostanze chimiche usate per rendere la farina più bianca o per aumentarne la lievitazione.
Spesso legalmente o illegalmente trattate con sostanze stabilizzanti e antimicotici.
Quanti di voi consumano quotidianamente pane, brioche e pizzette fatti con pasta istantanea industriale? Si tratta di prodotti venduti nei fastfood, bar e supermercati.
Questa pasta contiene, oltre a farina, acqua e lievito, anche enzimi (della soia o del pancreas di maiale), emulsionanti, grasso frazionato, per impedire al pane di sgonfiarsi, e agenti antimicotici, come il sorbato e il proprionato di calcio.

3)    la lievitazione con lievito di birra ha sostituito la lievitazione naturale. Inoltre, spesso si fa uso di lieviti chimici (acido solforico, cloruro d’ammonio, solfati, fosfati di calcio (cosiddette polveri migliorative), che consentono la lievitazione “forzata” delle farine raffinate;

4)    maggiore “debolezza” intestinale dell’uomo moderno, dovuta a carenze enzimatiche, permeabilità intestinale e pessima flora intestinale. A questa condizione concorre ampiamente l’abuso di farmaci, soprattutto antibiotici e antinfiammatori.

Diciamo semplicemente che il nostro organismo per rimanere in salute preferisce avere a che fare con cibi antichi e preparati nel modo più tradizionale possibile. Tutto ciò che è moderno e altamente manipolato è spesso dannoso. I problemi di “intolleranza” sono largamente un problema di “riconoscimento”: il nostro sistema immunitario si confronta con una quantità sempre maggiore di cibi inventati di sana pianta, spesso zeppi di sostanze chimiche.






  

giovedì 5 febbraio 2015

Olio di semi di canapa

Proprietà e benefici

Il suo sapore ricorda quello delle nocciole e va utilizzato a crudo per preservarne intatte le straordinarie qualità nutritive e virtù terapeutiche; ottimo per i bambini, è perfetto anche per gli adulti e gli anziani. Scopriamo i suoi molteplici benefici.

Ottenuto dalla spremitura a freddo dei semi di Cannabis sativa, l'olio di canapa è un olio vegetale ricco in acidi grassi essenziali dalle spiccate proprietà antiossidanti, immunomodulanti e antinfiammatorie, attualmente oggetto di studi e ricerche scientifiche.
Si presenta con un colore che varia dal verde chiaro al verde intenso, possiede un odore poco marcato ed un sapore molto gradevole che ricorda quello delle nocciole. Per questa ragione è utilizzato per condire insalate, cereali, zuppe, ecc.. al posto o a fianco dell'olio extravergine di oliva. 

Le proprietà dell'olio di canapa

Insieme all'olio di pesce a quello di semi di lino, l'olio di canapa è una delle poche fonti vegetali di acido alfa linolenico. In particolare, l'olio di semi di canapa è noto per il suo ottimale equilibrio tra omega-3 e omega-6: nessun altro alimento in natura è in grado di garantire una proporzione 3:1, rapporto raccomandato dalle ricerche mediche e dalle più avanzate teorie nutrizioniste. Questa, infatti, è la principale differenza tra l'olio di semi di canapa e gli altri olii utilizzati nell'alimentazione o come integratori alimentari. 

Nell'olio di canapa sono presenti anche quantità significative di amminoacidi, essenziali al corretto funzionamento dell'organismo; numerose vitamine, tra cui A, E, B1, B2, PP, C; sali minerali come ferro, calcio, magnesio, potassio, fosforo; fitosteroli e cannabinoidi (specialmente CBD, Cannabidiolo) che secondo le più recenti acquisizioni medico-scientifiche hanno un'importante funzione di modulazione per quanto riguarda il sistema immunitario e le funzioni cognitive. 

Il livello di THC (tetraidrocannabinolo), il principio attivo stupefacente della canapa, è molto basso, meno di una parte per milione, così per avere effetti psicotropi da parte di questa sostanza, bisognerebbe assumerne dai 5-9 litri al giorno.

Fino ad oggi non si è verificato nessun tipo di effetti collaterali derivanti dall'assunzione di olio di canapa, ma al contrario, si sono osservati effetti benefici sulla salute, sia per i bambini che per gli adulti, tanto da essere ormai raccomandato nella prevenzione e nel trattamento delle malattie a base è infiammatoria.

L'olio di canapa viene venduto prevalentemente nei negozi di alimentazione biologica, va tenuto lontano da fonti di calore e luminose e una volta aperto si conserva in frigorifero.

Utilizzo

Un apporto quotidiano di olio di semi di canapa nella misura di 1 cucchiaino da tè al giorno, a livello preventivo; e da 1-3 cucchiai da tavola da distribuire nella giornata hanno dimostrato risultati eccellenti in caso di:

disturbi del sistema osteoarticolare e muscolare: viene usato anche per la prevenzione e per la cura dell'artrosi e artriti, dolori muscolari e articolari;

patologie autoimmuni; altre malattie infiammatorie come l'artrite reumatoide e il Morbo di Crohn;

disturbi cardiovascolari e del metabolismo: l’uso quotidiano di olio di canapa (circa 4/5 cucchiaini al giorno) abbassa rapidamente il colesterolo e di trigliceridi nel sangue, riducendo così anche il rischio di trombosi, ipertensione, vasculopatie e aterosclerosi e le malattie cardiovascolari in genere, perché mantiene elastiche le pareti dei vasi sanguigni;

patologie del sistema respiratorio: è impiegato nella cura dell'asma, sinusite, tracheite e diverse affezioni respiratorie, sia delle basse che delle alte vie respiratorie;

affezioni della pelle in genere: dermatiti atopiche e secche, psoriasi, herpes, eritemi, vitiligine, eczemi, micosi e per tutte le infiammazioni o irritazioni localizzate. Può inoltre migliorare le condizioni della cute affetta da acne. Oltre che all’assunzione per bocca, si applica anche direttamente sulla zona da trattare per ridurre i pruriti e le infiammazioni.
Efficace anche per la cura dei funghi alle unghie (onicomicosi).

patologie a carico del tratto gastro-intestinale e del fegato: l’infezione cronica della vescica, la colite ulcerativa, il trattamento dell'intestino irritabile;

squilibri del sistema ormonale femminile: cisti ovariche, dolori mestruali, fibrocisti mammarie, è utilissimo per la sindrome premestruale e nella menopausa, perché combatte l’osteoporosi;

problemi di natura neurologica e psichica: rinforza il sistema nervoso, per questa ragione viene impiegato per curare problemi di apprendimento, deficit della memoria, difficoltà di concentrazione e mancanza di attenzione, depressione cronica e depressione post-parto;

disturbi del linguaggio e caratteriali, autismo, nevrosi.





Gli alcaloidi

Con il termine alcaloide si intende una sostanza organica di origine vegetale avente gruppi amminici tali da impartire alla struttura un carattere basico, e dotata di grandi effetti farmacologici in relazione all'assunzione di piccole dosi di sostanza (p. es. caffeinamorfinastricnina).

Gli alcaloidi sono sostanze altamente reattive con attività biologiche anche a dosaggi bassi. Ci limiteremo ad esaminarne alcuni tra i più importanti.

Protoalcaloidi. A struttura semplice, non contengono azoto in un anello eterociclico: mescalina (allucinogeno contenuto in diverse Cactaceae messicane, dette peyotl),efedrina (nelle gimnosperme del genere Ephedra), colchicina (nel Colchicum).

Alcaloidi isochinolici. Contengono isochinolina: papaverina (da Papaver somniferum), idrastina (da Hydrastis canadensis) ecc.

Alcaloidi benzochinolici. Contengono benzochinolina; molti sono estratti dal Papaver somniferum, il papavero da oppio: morfinacodeina ecc.

Alcaloidi indolici. Contengono il gruppo indolo e comprendono alcuni tossici noti come stricnina (da Strychnos, Loganiaceae), precursore del curaro sudamericano, e medicinali come la reserpina (da Rauwolfia, Apocynaceae). Di questo gruppo sono anche ergotina ed ergotamina del fungo ascomicete Claviceps purpurea, che parassitizza la segale e altre graminacee.

Alcaloidi del tropano. Contengono gruppi piperidina e pirrolidina e sono presenti in molte famiglie come Solanaceae, Convolvulaceae e affini: atropina, iosciamina, scopolamina. Inoltre in questo gruppo figurano gli alcaloidi del genere Erythroxylon, dei quali il più noto è la cocaina .

lcaloidi piperidinici. Contengono l'anello della piperidina: coniina (dalla cicuta maggiore, Conium maculatum, Apiaceae).

Alcaloidi piridinici. Contengono l'anello della piridina: ricinina (dal ricino, Ricinus, Euphorbiaceae) e trigonellina (da Trigonella, Fabaceae).

Alcaloidi policiclici con piridina, piperidina e pirrolidina: nicotina (dal tabacco, Nicotiana, Solanaceae).

Alcaloidi purinici. Contengono derivati purinici: caffeina (dal caffè, Coffea arabica, Rubiaceae), teofillina (dal , Camellia sinensis, Theaceae), teobromina (dal cacao, Theobroma, Sterculiaceae).


Medicina: l'importanza degli alcaloidi

Gli alcaloidi occupano una posizione di estremo rilievo nella vita umana. La loro presenza si fa sentire nei campi più svariati, da quello economico a quello sociale, da quello medico a quello giuridico.
Infatti le proprietà che caratterizzano alcune piante di importanza fondamentale per l'economia di diversi popoli (per esempio il caffè, il , il tabacco, ecc.) sono dovute alla presenza di determinati alcaloidi; d'altro canto sono alcaloidi i principi attivi di varie droghe, quali la marijuana, la cocaina, l'oppio, l'hashish.

In medicina, gli alcaloidi rivestono un'importanza del tutto particolare in quanto la loro azione farmacologica si esplica prevalentemente sul sistema nervoso influenzando quindi non solo le facoltà volitive e intellettive, ma anche tutte quelle funzioni, quali il metabolismo, la pressione sanguigna, la temperatura corporea, la respirazione, la diuresi, che sono regolate da impulsi nervosi di origine simpatica o parasimpatica.

A seconda della porzione del sistema nervoso su cui agiscono, diversa è evidentemente l'azione dei vari alcaloidi: i farmaci derivati dalla cocaina, per esempio, bloccano la conducibilità degli stimoli nelle fibre nervose periferiche, producendo anestesie locali; altri agiscono su determinate porzioni del bulbo, funzionando così, per esempio, come sedativi della tosse (codeina); altri agiscono sul midollo spinale aumentandone la sensibilità riflessa (stricnina e picrotossina); altri, con punto di attacco situato nella regione bulbo-mesencefalica, agiscono da analettici; altri agiscono sulle placche motorie producendo paralisi (gruppo del curaro); altri ancora agiscono sulla fibra muscolare riducendone la contrattilità (papaverina) o aumentandola (ergotamina), oppure hanno azione specifica sul muscolo cardiaco del quale diminuiscono l'eccitabilità funzionando come farmaci antiaritmici (chinidina); alcuni infine hanno un'azione più generale, eccitando (caffeina, atropina) o deprimendo (morfina) l'intero sistema nervoso centrale.








Le metilxantine e il cioccolato

La struttura delle metilxantine è caratterizzata da una base purinica metil-sostituita, ovvero da un composto eterociclo metil-sostituito ottenuto dalla condensazione fra la piridina e l’imidazolo. Il numero e la posizione dei metili sostituenti differenzia le metilxantine. Le metilxantine (teobromina, caffeina e teofillina), anche se non dotate di valore nutritivo, sono fra i componenti più importanti della cioccolata. Sono proprio questi i componenti responsabili della “voglia di cioccolato”.






La loro presenza, nel prodotto finale di cioccolato, è dovuta alla composizione stessa delle materie prime usate. I valori possono variare, anche considerevolmente, in relazione al tipo di semi, alle tecniche colturali e al processo di fermentazione a cui vengono sottoposti prima di essere torrefatti.

L’importanza di tali molecole è dovuta all’attività farmacologica espletata nei confronti di alcuni sistemi corporei.

La conformazione chimica delle metilxantine, infatti, le rende idonee ad interagire con specifici recettori biologici che regolano le funzionalità del sistema nervoso centrale, del sistema cardiovascolare e del sistema endocrino.

Tali sostanze hanno il pregio di tenere svegli e di favorire la concentrazione, non facendo sentire la fatica.
Una tavoletta da 100 gr. di cioccolato fondente ne contiene tanto quanto un caffè espresso, mentre in una tazza di cioccolata calda si riscontra una quantità simile alla quantità contenuta in una tazza di thè forte.

Bassi dosaggi possono produrre effetti benefici e favorevoli all’organismo, dosaggi elevati possono causare effetti negativi o tossici, con un margine di tolleranza abbastanza preciso e ben delineato.

Nella cioccolata prevale nettamente la teobromina sulla caffeina.

 CIOCCOLATO
CAFFEINA [mg/100g]
TEOBROMINA [mg/100g]
AL LATTE
20
140
FONDENTE
20-60
600-1800
BIANCO
tracce
2


La teobromina è dotata di una minore attività farmacologica se confrontata con la caffeina. Entrambe però posseggono proprietà diuretiche, eccitanti e stimolanti nei confronti del respiro e dell’attività cardiaca, mentre solo la teofillina ha proprietà broncodilatatorie.

L'effetto stimolante della teobromina sul sistema nervoso centrale è circa 10 volte inferiore rispetto a quello della caffeina; a dosi elevate, comunque, la teobromina può causare irrequietezza, tremori, ansietà, sudori, aritmie, perdita di appetito, nausea e vomito.

Considerando il livello medio di consumo di cioccolata (in Italia 7-8 g al giorno), decisamente poco significativo nella dieta globalmente consumata, i rischi di effetti sfavorevoli derivanti dal consumo di cioccolata sono praticamente nulli.