mercoledì 6 febbraio 2013

Allergie: gli acari della polvere



L’allergia all’acaro della polvere rappresenta un problema, oltre che per la sua diffusione nella popolazione, anche perché l’acaro della polvere è un allergene perenne, ovvero presente durante tutto l’anno.  

 

Cosa sono gli acari della polvere?

Gli acari (o dermatofagoidi) sono animaletti microscopici simili ai ragni,che vivono nei nostri materassi, nei cuscini, nelle coperte, trapunte, divani, poltrone, moquette e nei tappeti. In queste sedi trovano le condizioni ideali di sviluppo, cioè una temperatura compresa tra i 15 e i 20°C e valori di umidità compresi tra il 60 e l'80% ed assenza dei raggi solari. Il nutrimento ideale per questi microrganismi è rappresentato dalle scaglie di cute, ma l'acaro non disdegna anche i residui di cibo, i granuli di polline, le muffe e le piume.
Le femmine depongono durante la loro vita 60-100 uova e durante il loro ciclo vitale che dura circa 10 settimane gli acari producono circa 2000 particelle fecali.

Quale parte dell'Acaro causa allergie?

Non si diventa allergici all'acaro di per sé, bensì ad alcune particelle presenti nelle sue feci. Quando inaliamo o entriamo in contatto con queste particelle fecali, insorge una infiammazione (nel naso, occhi, polmoni o cute) con successiva comparsa dei sintomi (rinocongiuntivite, asma, prurito e dermatite).

L'eliminazione completa degli acari della polvere è quasi impossibile, tuttavia si può cercare di ridurre al massimo la sua concentrazione nell'ambiente domestico, seguendo semplici regole.

Camere da letto

Materassi, cuscini e piumoni devono essere avvolti in involucri impermeabili agli allergeni ma permeabili al sudore umano e vanno lavati ogni 2-3 mesi alla temperatura di 60°c.
Un materasso può contenere fino a 2 milioni di acari; nessun materasso è da considerarsi privo di allergeni, anche quelli in lattice contengono acari.
E' stato dimostrato che i cuscini in materiale sintetico contengono più acari di quelli di piuma.
La base del letto non deve essere "imbottita" poiché contiene più acari del materasso stesso.

Lavare la biancheria da letto a 60°c una volta alla settimana.

Sostituire i pélouche con giocattoli di legno, metallo o plastica in modo da essere facilmente pulibili. In alternativa è possibile bloccare la crescita degli acari mettendo i pélouche in freezer per 12-24 ore per poi lavarli.

Eliminare dalle stanze, in particolare dalla camera da letto, oggetti che trattengono polvere: tappeti, moquette, tende, soprammobili, ed è consigliabile tenere chiusi negli armadi libri e giocattoli.

Il resto della casa

Per le pulizie di casa si sconsiglia l'impiego della scopa e dello spolverino, in quanto sollevano la povere senza eliminarla efficacemente.
Preferire aspirapolveri dotati di filtri ad acqua e di filtri ad alta efficienza (Filtro HEPA).

Cosa sono gli aspirapolvere dotati di filtri HEPA?
I filtri HEPA (High Efficiency Particulate Air) sono costituiti da fibre sintetiche e cellulosa e sono in grado di trattenere tutti gli allergeni in quanto arrivano a catturare particelle fino ad un diametro minimo di 0,3 micron.

Togliere la polvere di casa con un panno che la trattenga e poi passare con uno straccio umido.

I soprammobili dovrebbero essere evitati; preferire un arredamento sobrio con armadi e librerie chiuse, facilmente pulibili.

Di scarsa utilità si dimostrano gli spray acaricidi in quanto non riescono a penetrare in profondità nei materassi e nei divani, al contrario si è dimostrata molto utile la pulizia con vapore (100°C) che uccide gli acari e distrugge le particelle fecali responsabili dell'allergia.

Se la casa è dotata di riscaldamento ad aria o di condizionatori i filtri devono essere puliti accuratamente ogni mese.

Rivestire i divani e le poltrone con tessuto anti-acaro.
E’ dimostrato che i divani in pelle sono poco colonizzati dagli acari.

Non aumentare l'umidità ambientale che favorisce la crescita degli acari: non usare pertanto umidificatori, non stendere la biancheria in casa, dopo aver cucinato o fatto la doccia è opportuno arieggiare le stanze.

Durante la pulizia della casa impiegare una mascherina protettiva.

Non tenere troppe piante nella casa.

E’ preferibile non tenere animali domestici in casa.


Fuori casa

Spruzzare i sedili dell’automobile con uno spray anti-acaro.

Spolverare spesso l’interno dell’automobile.

Se lavorate in ufficio controllare la quantità di polvere presente e se del caso, provvedere personalmente ad eliminarla.

Non lavorare in uffici con la moquette per terra.

 
Le vacanze

Nella scelta della località di vacanza evitare zone marine umide e prediligere l'alta montagna poiché al di sopra dei 1’200 metri non crescono gli acari.


Diagnosi

La diagnosi viene effettuata con un’anamnesi completa, test cutanei e ematici. Un’allergia ai pollini o alle muffe può provocare sintomi simili. Le differenze si notano soprattutto in relazione al luogo e al momento in cui i disturbi si manifestano, per cui è importante osservarli attentamente.


La cura

Sono disponibili in commercio diversi farmaci per trattare i sintomi dell’allergia causati dagli acari della polvere: il trattamento più efficace è però modificare al meglio il proprio ambiente casalingo.
Se neppure i cambiamenti apportati sono sufficienti a placare i sintomi, allora il medico potrebbe considerare la possibilità di iniziare una terapia medica o di cominciare l’immunoterapia.

martedì 5 febbraio 2013

L’equilibrio acido-base



L’equilibrio acido-base è un meccanismo di compenso metabolico biologico che coinvolge tutti i sistemi viventi e che permette al sistema di mantenere costanti le funzioni vitali dell’organismo. L’equilibrio acido-base è la situazione in cui vivono tutti gli organismi viventi ed è il risultato di una serie di reazioni chimico-fisiche influenzate da fattori esterni (cibo, stress, temperatura,ecc.) ed interni.

• STRESS (eustress o distress)
(emotivo, psichico, intellettivo, somatico)

• AMBIENTE E CLIMA
(calore, freddo, inquinamento, ecc.)

• IATROGENIA
(farmaci, vaccini, radiazioni)

• CIBO

Se tali fattori esterni sono fisiologici, ovvero funzionali al sistema biologico, il ritmo compenso-scompenso-compenso è in equilibrio. Se invece il ritmo è perennemente in scompenso, il sistema mette in atto delle reazioni di difesa che noi chiamiamo “sintomi o malattie”: acidosi, disbiosi, infiammazione, degenerazione.

Esempio:
Distress prolungato (psico-emotivo, ambientale, nutrizionale)
Acidosi
Squilibrio idro-elettrolitico
Infiammazione
iti (tonsill-ite, bronch-ite, ot-ite,
tendin-ite, col-ite, mening-ite, ecc.)

La reazione metabolica di base degli organismi viventi è uguale e costante qualsiasi sia lo “stressore”:

a) fase di allarme,

b) fase di adattamento,

c) fase di esaurimento.

Ogni “stressore” agisce sempre simultaneamente a tre livelli: emotivo, cerebrale, somatico.
Il sistema cerca sempre di portare l’organismo al ritmo circadiano fisiologico, basato su anabolimo-catabolismo, parasimpaticotono-ortosimpaticotono.

Per permettere questo “ritmo circadiano fisiologico” il sistema biologico deve creare l’ambiente chimico-fisico adeguato: è quello che noi chiamiamo, semplificando, equilibrio acido-base.

Nelle attuali condizioni di vita (ambiente, cibo, distress emotivi) il nostro sistema metabolico tende costantemente all’acidosi per cui l’organismo, i cui processi vitali hanno luogo se il pH è leggermente alcalino, deve costantemente contrastare questa tendenza acidificante attraverso:
- l’eliminando acidi attraverso il rene, il polmone, la cute,
- modificando la flora batterica intestinale,
- l’utilizzando sali minerali alcalinizzanti: Calcio, potassio, sodio, magnesio.
Nel caso in cui i meccanismi di compenso non siano funzionanti oppure siano esauriti si attiva la cascata di reazioni che porta alla malattia.

Gli alimenti

acidità               alcalinità
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14

7 è neutro.
L’acidità di una soluzione aumenta procedendo da 7 a 0 e l’alcalinità aumenta da 7 a 14.





Alimenti acidificanti



Carni

Cereali

Legumi

Pesci e crostacei

Latte e formaggi

Dolci

Caffè

Alimenti alcalinizzanti



Verdure

Frutta

Yogurt

Ricotta

Dal punto di vista nutrizionale la classificazione degli alimenti in alcalinizzanti viene fatta in base all’influenza che questi esercitano sul corpo e non in base alla propria acidità o alcalinità.
Così molti alimenti che hanno un gusto “acido” (per esempio l’uva e gli agrumi) sono considerati alcalinizzanti perché, dopo essere stati metabolizzati, rilasciano un residuo alcalinizzante: gli acidi organici che influenzano le papille gustative vengono sciolti e trasformati in anidride carbonica e acqua, mentre i minerali residui servono a neutralizzare gli acidi organici.
Questo vale per la maggior parte della frutta e della verdura nonché delle alghe (dulse, kelp, hiziki, nori) che contengono tutte un’elevata percentuale di minerali–tampone (sodio, potassio, calcio, magnesio, ferro).
Anche il caffè, se non è decaffeinato, può essere alcalinizzante perché la caffeina è un alcaloide; il resto del caffè è molto acido.
Anche il sale per il suo contenuto di sodio,è un elemento alcalinizzante.
Gli alimenti dal sapore blando, invece, (per esempio la farina, il pesce e i cereali) sono spesso, anche se non sempre, acidificanti: durante il metabolismo essi lasciano residui di acido solforico, acido fosforico e acido cloridrico.
Gli unici alimenti vegetali acidificanti sono i mirtilli, le susine e le prugne secche. Vorrei aggiungere a questo elenco i pomodori crudi con i semi perché provocano a volte reazioni di acidità, quali piaghe in bocca o foruncoli sulla lingua (i pomodori ben cotti, senza semi e salati sembrano più alcalinizzanti).
Anche lo zucchero e gli altri dolcificanti concentrati, gli amidi, i cereali, la farina i grassi e quasi tutte le proteine di origine animale sono acidificanti dopo essere stati metabolizzati.
Le uniche eccezioni sono l’amido di patate e di pueraria (Kuzu) che sono alcalinizzanti e, a volte, il latte crudo, a causa del suo contenuto di calcio.

In chimica, gli alcali o basi, sono noti anche come acido-tamponi; essi attutiscono cioè l’effetto corrosivo degli acidi. Possiamo perciò dire che gli alimenti alcalinizzanti tamponano quelli acidificanti.

C’è inoltre un gruppo di alimenti che appartiene a una categoria separata di “tamponi” perché possono produrre entrambi gli effetti: essi rendono l’acido meno acido perché contengono minerali e l’alcalino meno alcalino perché contengono proteine.
Si tratta dei latticini e dei derivati dalla soia (panna, yogurt, latte, formaggi e tofu) che si associano bene sia ai cibi alcalini che a quelli acidi.
A questo gruppo appartiene anche il burro, che è stato riconosciuto come un alimento neutro (né acido né alcalino).

Qual è il giusto rapporto fra alimenti acidificanti e alcalinizzanti?

Come sempre in materia nutrizionale, le corrette proporzioni di ogni pasto variano a seconda del metabolismo di ogni soggetto, della quantità di attività fisica, degli alimenti consumati in precedenza ed eventualmente anche della profondità e del ritmo respiratori (una respirazione profonda alcalinizza l’organismo).

Come possiamo sapere se il nostro equilibrio acido-alcalino è alterato?

Una possibilità è data dal test dell’urina. Sono test che si possono acquistare nelle erboristerie.

Attraverso le urine l’organismo elimina le scorie acide accumulate nel liquido extracellulare nell’arco della giornata. Il pH urinario subirà quindi variazioni giornaliere in funzione del metabolismo dei tessuti in quanto l’ambiente extracellulare trasferisce a livello renale e urinario, le scorie acide immagazzinate, che influenzano i valori di pH urinario.

Le variazioni “normali” del pH urinario, riscontabili cioè nella maggior parte dei casi, sono questi:
  • al mattino le urine sono acide perché con esse vengono eliminate le scorie accumulate nella notte;
  • nel corso della mattina il pH tende a salire sensibilmente per scendere intorno all’ora di pranzo;
  • risale nel pomeriggio fino a stabilizzarsi intorno a valori vicini alla neutralità (circa 7);
  • nella tarda serata si riscontra nuovamente una fase acida in concomitanza della ripresa dell’attività catabolica dei tessuti.

Il pH urinario, pertanto, costituisce un indice affidabile per il monitoraggio metabolico.
Quanto detto riguarda una distribuzione ideale dei valori di pH; con l’avanzare dell’età, infatti, la perdita di parte della funzione renale, unitamente ad uno stile di vita e dietetico incongrui (stress, apporto proteico, scarsa idratazione, alcol e fumo), portano all’instaurarsi di uno stato di acidosi, sovente subclinica, che nel tempo può avere ripercussioni sulla salute.
Per valutare la propria personale condizione, si dovrebbero effettuare le misurazioni del pH delle urine per  alcuni giorni annotando contemporaneamente, l’ora della misurazione stessa e gli alimenti e le bevande assunte.
Si viene così a definire una curva personale che fornisce una misura affidabile del carico acido cui è sottoposto l’organismo, permettendo di attuare adeguati provvedimenti per la correzione dell’eventuale acidosi metabolica rilevata.
Una singola misurazione giornaliera del pH delle urine, solitamente effettuata utilizzando le prime urine del mattino, pur non dando un’informazione completa, permette comunque alcune valutazioni, come l’indicazione di un possibile stato di acidosi che necessita ulteriori approfondimenti.

Un pH fortemente acido (inferiore a 5,9) nelle prime urine del mattino induce il sospetto di stato acidosico clinico per la conferma del quale sono necessari accertamenti di approfondimento quali:
studio frazionato dell’acidità in più campioni di urine raccolte nell’arco della giornata.
studio della funzionalità renale.
analisi del regime dietetico.

E’ più facile diventare iperacidi che iperalcalini; infatti tendiamo a rimpinzarci di dolci, farinacei, carni e grassi, che sono tutti acidificanti.
Quando soffriamo di un eccesso di acidità, ci svegliamo con un forte gusto amaro in bocca. Per liberarcene, ci tuffiamo quasi automaticamente sul caffè o sul succo di arancia, che sono entrambi alcalinizzanti. Bisognerebbe interpretare il gusto amaro in bocca come un segnale di allarme che ci indica che il corpo ha un eccesso di acido. Se non si modifica questa condizione con la dieta o con la respirazione profonda (preferibilmente unita all’esercizio fisico, perché un eccesso di respirazione profonda, da sola, potrebbe causare un eccesso di ossigenazione o di alcalinità) o con l’assunzione di sali alcalinizzanti (bicarbonati o citrati di calcio, sodio, magnesio, potassio), gli acidi preleveranno i minerali dai tessuti del corpo, determinando quindi uno stato di demineralizzazione.

Consigli

La prevenzione e il trattamento dell’acidosi cronica si può fare utilizzando i sali alcalinizzanti a base di bicarbonati o di citrati di calcio, sodio, magnesio, potassio, oppure assumendo i sali di Schüssler, combinazione di un acido con una base: sodio, potassio, calcio, magnesio, ferro, silica.
I sali di Schuessler sono 12 e sono in diluizione omeopatica 6 DH.
I sali di S. che possono essere utili nel ripristino della capacità tampone sono:
- il cloruro di potassio (kali muriaticum)
- il fosfato di calcio (calcium phosphoricum)
- il fosfato di sodio (natrum phosphoricum)
- il solfato di sodio (natrum sulphuricum)

Altre possibilità per alcalinizzare il corpo consistono in:

  • attività fisica
  • il riposo, l’ascolto della buona musica e della natura
  • i bagni immersi in acqua calda con sale integrale marino
  • bere una volta al giorno un succo vivo estratto o centrifugato con ortofrutta (soprattutto verdure!) fresca di stagione e con verdure e frutta locali e di tutti i colori
  • mangiare frutta e verdura fresca di stagione
  • bere bevande ad effetto alcalinizzante (per esempio caffè pro-attivo ad effetto alcalino, the verde)
  • assumere tanta vitamina C
  • assumere cibi alcalini che compensino quelli acidi
  • cenare  entro tre ore prima di andare a dormire e tenere conto che le ore di riposo prima di mezzanotte valgono il doppio!
  • bere almeno 1 litro e mezzo di acqua la giorno.  
  • ove possibile, eliminare i farmaci e sostituirli con prodotti naturali ed integratori alimentari naturali. Alcuni integratori sono più efficaci di molti farmaci e non presentano controindicazioni.

Alimenti consigliati contro il colon irritabile



Spesso mangiare diventa un disagio perché rende più acuti i sintomi, ma non tutti i cibi hanno gli stessi effetti e correggere la dieta con dei facili accorgimenti può dare un forte beneficio:

  • Per ridurre la stipsi, introdurre molte fibre, bere molta acqua e svolgere un quotidiano esercizio fisico.
  • Limitare gli alimenti che possono far peggiorare la diarrea, come la caffeina, gli alcolici, i latticini, gli alimenti ricchi di zuccheri o grassi, cibi che fanno produrre gas come legumi, cavoli e broccoli, e i dolcificanti artificiali (principalmente sorbitolo e xilitolo).
  • Mangiare lentamente e consumare i pasti in un ambiente rilassante.
  • Tenere un diario di ciò che si mangia, per verificare i sintomi dopo ogni pasto e capire esattamente quale alimento provoca irritazione.

A cosa serve una corretta alimentazione in caso di colon irritabile?

 

Una corretta alimentazione punta ad evitare gli alimenti che innescano i sintomi e ad inserire quelli che aiutano a correggerli, diminuire cioè la diarrea, la costipazione e la produzione di gas, in modo da dare un maggior controllo di se stessi e migliorare la qualità della vita.
La stitichezza si verifica quando il cibo rimane nell’intestino troppo a lungo, l’acqua viene riassorbita quasi tutta e le feci diventano dure e secche, quindi difficili da eliminare; al contrario, la diarrea si verifica quando il cibo passa nell’intestino troppo velocemente tanto che l’acqua non viene riassorbita lasciando le feci liquide e difficilmente gestibili.
Una corretta alimentazione non è basata su una serie di alimenti da aggiungere o eliminare dalla dieta, ma su gruppi di alimenti suggeriti in cui ogni persona deve scegliere i cibi più adatti a lui, e l’unica strada percorribile è andare per tentativi. Tenere un diario serve anche per memorizzare i tentativi falliti e non ripetere gli errori.
Per quanto soggettiva, un’indicazione comune per chi soffre di colon irritabile è avere una dieta ricca di fibre: questi nutrienti sono dei tipi di carboidrati vegetali che per noi non sono digeribili ma hanno il ruolo fondamentale di regolare la qualità delle feci nel colon.
Esistono due tipi di fibre, insolubili, che si muovono sostanzialmente invariate nell’intestino, e solubili, che formano un gel intrappolando acqua e rendendo per questo le feci più morbide e facili da eliminare. Nelle persone che soffrono di diarrea sono utili per intrappolare l’acqua in eccesso.

10 consigli utili per chi soffre di colon irritabile

  1. Mangiare piccole porzioni ma frequenti, in modo da non sovraccaricare l’intestino
  2. Mangiare fibre solubili ad ogni pasto o spuntino
  3. Mangiare deve essere un piacere, quindi prendetevi il tempo per capire cosa vi fa male ed eliminatelo, cos’ potrete mangiare in modo più sicuro
  4. Avere il controllo totale su ciò che si mangia
  5. ridurre al minimo l'assunzione di grassi
  6. Se vi capita di mangiarne anche piccole porzioni, assicuratevi che siano accompagnati da cibi ricchi di fibra solubile
  7. Eliminare tutte le carni rosse, latticini, cibi fritti, tuorli d’uovo, caffè, bevande gassate e l'alcool dalla vostra dieta
  8. Mai mangiare fibre insolubili a stomaco vuoto o in grandi quantità in un solo pasto; inoltre, come per i cibi grassi, devono sempre essere accompagnate da fibre solubili
  9. Se non siete sicuri di qualcosa, non rischiate mangiandola
  10. Mettere in pratica una dieta con tante privazioni può essere molto difficile quindi bisogna inventarsi nuove sostituzioni, come ad esempio prodotti di soia o di riso per i latticini, due albumi per sostituire un uovo intero, provare le versioni vegetariane a basso contenuto di grassi dei prodotti di carne, sostituire l'olio con puree di frutta o brodi vegetali e utilizzare erbe e spezie per aumentare sapori

Considerazioni finali sulla corretta alimentazione

 

Tutti possono approcciarsi ad una dieta di questo tipo in modo sicuro, anche se non potrà trattare i sintomi di tutti noi; inoltre dobbiamo aver chiaro fin dall’inizio che i sintomi potrebbero anche peggiorare durante la messa a punto del piano alimentare a causa dell’assunzione degli alimenti che ci fanno stare male, ma una volta trovati questi alimenti possiamo finalmente escluderli dalla nostra dieta avendone così un grande beneficio.


ALIMENTI CONSENTITI


Pane pasta riso cereali e derivati

Pane raffinato
Cracker e grissini
Pasta raffinata
Riso cotto
Semolino
Fiocchi di mais
Patate cotte forno o vapore
Tapioca
Fette biscottate e pane biscottato
Farina d’avena
Orzo
Farina di mais (polenta)
Soia


Carni e Pesce

Pollo
Tacchino
Coniglio
Agnello
Suino (sempre ben sgrassati e/o privati della pelle)
Sogliola
Orata
Branzino
Platessa
Nasello (meglio lessati o cotti alla griglia)


Latte e prodotti derivati (testate prima se non siete intolleranti a latte e/o lattosio!)

Yogurt magro (contenente byfidum)
ricotta fresca
tomino fresco
crescenza
parmigiano
latte scremato (sempre in quantità moderate)


Ortaggi e frutta

Tutti gli ortaggi meglio se consumati cotti o anche finemente tritati o anche passati
Patate
Carote
Rape
Zucchine
Pomodori maturi e sbucciati
Barbabietole
Fagiolini cotti e decorticati
Mele
Pere
Pesche (ben mature e sbucciate)
Mango
Papaia
Ananas


Condimenti, aromi e spezie

Olio extravergine d’oliva.


Miele e dolciumi

Biscotti leggeri
Tortine con marmellata


Bevande

Acqua naturale o oligominerale (da bere a temperatura ambiente) non gasata o ad effervescenza naturale.


ALIMENTI SCONSIGLIATI


Pane pasta riso cereali e derivati

Pane bianco molto lievitato
Pane integrale e alla segale
Pane alla crusca
Mollica di pane fresco
Pane ai cereali
Riso e pasta integrale
Brioche e prodotti industriali da forno
Merendine confezionate
Biscotti di produzione industriale
Patate fritte


Carni e Pesce

Carne rossa
Carni con molto sugo come brasati
Carni salate molto grasse e affumicate (salmone, aringhe, acciughe, sardine)
Salumi grassi crudi e cotti
Insaccati
Cacciagione e selvaggina
Pesce fritto
Crostacei e molluschi o i frutti di mare


Latte e prodotti derivati

Formaggi stagionati, grassi e/o fermentati (gorgonzola, mascarpone, pecorino, taleggio, toma, robiola, emmenthal, fontina stagionata)
Latte intero e derivati


Ortaggi e frutta

Minestrone
Legumi
Insalata
Sedano
Funghi
Peperoni
Fave
Melanzane
Prezzemolo
Porri
Aglio
Sottaceti
Carciofi
Asparagi
Zucca
Cipolla (solo in moderate quantità e ben cotta)
Carciofi
Cavoli
Cetrioli
Tutta la frutta secca e oleosa
Kiwi
Melone
Ciliegie
Ribes
Frutti di bosco
Fichi
Uva
Prugne fresche e secche
Banane
Albicocche
Uva
Agrumi
Pere


Condimenti, aromi e spezie

Aceto
Pepe
Peperoncino
Senape
spezie e aromi piccanti (salse, curry, ketchup, paprika)
maionese
Dadi da brodo


Miele e dolciumi

Frittelle
Pasta sfoglia e dolciumi da forno o preparati con creme a base di uova e di cioccolato Panna montata
Gelati
Cacao


Bevande

The nero
Caffè
Bevande a base di cola
Cioccolata in tazza
Vini e superalcolici
Acqua e bevande dolcificate o colorate (quando bevute troppo fredde) e bevande troppo gasate


lunedì 21 gennaio 2013

La fibra alimentare solubile ed insolubile negli alimenti



  Alcuni benefici delle fibre alimentari:
  • prevenzione di stitichezza, emorroidi e diverticolite;
  • miglior controllo del peso corporeo;
  • effetto protettivo su alcuni tipi di cancro, in particolare al colon ed alla mammella;
  • contribuiscono inoltre a diminuire il colesterolo LDL e totale, e a stabilizzare i livelli glicemici;
  • hanno quindi un effetto protettivo sullo sviluppo delle malattie cardiovascolari e del diabete.

Tuttavia, non sempre viene speso tempo sufficiente a spiegare che le fibre non sono tutte uguali. Sappiamo, ad esempio, che esistono due tipi di fibre: quelle solubili e quelle insolubili, ma quale dovrebbe essere la loro proporzione ottimale nella dieta?

Le fibre, indipendentemente dalla loro solubilità, non sono digeribili e come tali non vengono assorbite dall'intestino.
Di conseguenza, vengono eliminate dall'organismo espletando i loro effetti positivi soprattutto nell'ultimo tratto dell'intestino.

La fibra SOLUBILE, fermentabile, ha proprietà chelanti, ovvero tende a formare un composto gelatinoso all'interno del lume intestinale; questo gel che si viene a formare aumenta la viscosità del contenuto con conseguente rallentamento dello svuotamento intestinale. Tuttavia le sue proprietà chelanti fanno sì che essa interferisca con l'assorbimento di alcuni macronutrienti (glucidi e lipidi)  riducendo i livelli di colesterolo nel sangue e diminuendo il rischio di malattie cardiovascolari.

La fibra INSOLUBILE, non fermentabile, assorbe rilevanti quantità d’acqua aumentando il volume delle feci, che si fanno abbondanti, poltacee e più morbide. Questo permette di stimolare la velocità di transito nel lume intestinale, di conseguenza, diminuire l'assorbimento dei nutrienti. Questo spiega perché la fibra solubile abbia, al contrario di quella insolubile, più azione costipante che lassativa.

Correlazione con il colon irritabile

Chi soffre di colon irritabile dovrebbe mangiare più fibra solubile e pochissima fibra insolubile. La fibra insolubile passa invariata nell’intestino, causa un transito veloce e crea molti problemi a chi soffre di intestino irritabile (meteorismo, stitichezza, flatulenza) e malassorbimento di vitamine e sali minerali. L'eccesso di fibra alimentare, nel lungo termine, può causare malnutrizione o quantomeno alterazione dell'equilibrio dietetico complessivo.

ELENCO DI ALIMENTI E QUANTITA’ DI FIBRA

VERDURE contenenti poca fibra:

ALIMENTO
Quantità di fibra in 100 gr
Carote crude
2.7
Cavolo verza crudo
2.53
Cicoria di campo, cotta
2.43
Broccolo a testa, cotto
2.42
Radicchio rosso
2.37
Rape crude
2.32
Melanzane, cotte
2.31
Cavolo cappuccio verde crudo
2.26
Funghi coltivati prataioli crudi
2.14
Fagiolini surgelati, cotti
2.07
Barbabietole rosse, cotte
2.05
Topinambur
2.01
Porri, cotti
2
Cavolo cappuccio verde, cotto
2
Finocchi crudi
1.97
Cavolo verza, cotto
1.81
Cavolfiore, cotto
1.68
Pomodori maturi
1.67
Carote, cotte
1.64
Spinaci, cotti
1.64
Broccoletti di rapa, cotti
1.59
Asparagi di campo, cotti
1.57
Rape, cotte
1.5
Minestrone, cotto
1.5
Cipolline crude
1.48
Peperoni crudi
1.47
Sedano crudo
1.41
Indivia
1.4
Finocchi, cotti
1.38
Bieta, cotta
1.37
Lattuga
1.33
Cardi, cotti
1.25
Ravanelli
1.23
Uva, bianca
1.2
Cipolline, cotte
1.2
Lattuga a cappuccio
1.11
Patate novelle, cotte
1.05
Zucchine, cotte
0.98
Cicoria witloof o indivia belga
0.97
Peperoni, cotti
0.93
Cipolle crude
0.88
Patate, cotte
0.85
Pomodori da insalata
0.77
Cipolle, cotte
0.76
Melone d'estate
0.55
Cetrioli
0.54

FRUTTA contenenti poca fibra:

ALIMENTO
Quantità di fibra in 100 gr
Pere fresche, senza buccia
2.56
Melagrane
1.98
Mele fresche con buccia
1.84
Nespole
1.57
Mele fresche senza buccia
1.44
Kiwi
1.43
Uva, nera
1.33
Uva, bianca
1.2
Banane
1.19
Pesche con buccia
1.14
Fragole
1.13
Pompelmo
1.06
Mandarini
1.03
Arance
1
Prugne rosse
0.91
Ananas
0.83
Albicocche
0.83
Ciliege
0.8
Marmellata di mele cotogne
0.71
Pesche senza buccia
0.71
Pesche noci senza buccia
0.65

Altri ALIMENTI contenenti poca fibra:

ALIMENTO
Quantità di fibra in 100 gr
Farina di mais
2.76
Pasta di semola, integrale, cotta
2.58
Pasta di semola, integrale, cotta e condita al ragù
2.13
Pizza con pomodoro
1.93
Farina di frumento tipo 0
1.86
Crackers senza grassi
1.84
Riso integrale crudo
1.8
Pane di tipo 00
1.72
Pasta di semola, cotta e condita al ragu'
1.64
Pane formato rosetta
1.63
Pasta di semola cruda
1.55
Pane azzimo
1.46
Farina di frumento tipo 00
1.41
Biscotti secchi
1.32
Pizza bianca
1.11
Merendine, farcite di latte
1.05
Pasta di semola, cotta
1.03
Farina di riso
0.9
Riso brillato, cotto
0.11

VERDURE/LEGUMI contenenti molta fibra:

ALIMENTO
Quantità di fibra in 100 gr
Fave secche crude
20
Carrube
19.07
Fagioli -Borlotti secchi crudi
15.71
Fagioli -Cannellini secchi crudi
15.25
Fagioli crudi
15.14
Lenticchie secche crude
12.91
Ceci secchi crudi
12.45
Fagioli, dall'occhio secchi
11.7
Lenticchie secche, cotte   
7.74
Fagioli -Cannellini secchi, cotti   
6.78
Fagioli, cotti   
6.78
Fave secche sgusciate, cotte   
6.75
Fagioli -Borlotti secchi, cotti
6.28
Piselli freschi crudi
5.8
Piselli freschi, cotti
5.73
Ceci in scatola, scolati
5.3
Ceci secchi, cotti
5.29
Fave fresche, cotte
4.86
Funghi coltivati pleurotes, cotti
4.65
Piselli in scatola, scolati
4.6
Fagioli -Borlotti in scatola, scolati
4.58
Cavoli di bruxelles, cotti
4.3
Fagioli -Cannellini in scatola, scolati
3.93
Lenticchie in scatola, scolate
3.79
Carciofi, cotti
3.17
Funghi coltivati prataioli, cotti
3.09

FRUTTA/FRUTTA SECCA contenenti molta fibra:

ALIMENTO
Quantità di fibra in 100 gr
Castagne, secche
12.66
Mandorle dolci, secche
12.04
Fichi, secchi
11.01
Arachidi, tostate
9.89
Mele, disidratate
9.66
Noci pecan
9.07
Datteri, secchi
7.49
Noci, secche
5.37
Fichi-d'india
4.87
Prugne secche
4.84
Castagne, bollite
4.84
Mele cotogne
4.51
Castagne
4.33
Uva, secca
4.04
Pinoli
3.77

ALTRI alimenti contenenti molta fibra:

ALIMENTO
Quantità di fibra in 100 gr
Crusca di frumento
41.13
Biscotti integrali arricchiti con fibra
26.67
Farina di segale
10.69
Snack di frutta pressata
10.22
Semi di zucca secchi
7.23
Farina di frumento integrale
6.51
Crackers con crusca
6.24
Farro
5.75
Pane di tipo integrale
5.36
Biscotti integrali
5.07
Pasta di semola, integrale cruda
5.02
Grano saraceno
5.01
Fiocchi d'avena
4.99
Biscotti con crusca
4.4