In un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Toxicology and Environmental Health, i ricercatori del Duke University Medical Center riportano i risultati di uno studio in cui si evidenziano gli effetti collaterali di uno dei principi attivi contenuti in un popolare dolcificante: il sucralosio (o E955).Secondo quanto scoperto dalla dott.ssa Susan Schiffman e colleghi, il sucralosio può limitare gli effetti dei farmaci, alterare la flora batterica intestinale benefica e alterare la secrezione ormonale.
Lo studio, condotto su modello animale, ha inteso osservare e confrontare gli effetti del sucralosio (1,1%), il glucosio e le maltodestrine. Ai topi utilizzati per la ricerca è stato somministrato il dolcificante artificiale per un periodo di 12 settimane. Dopo di che sono state eseguite delle analisi che comprendevano l’analisi batterica dei campioni fecali e la misura del pH fecale.
I risultati hanno evidenziato che il dolcificante artificiale aveva causato vari effetti avversi nei ratti, tra cui una riduzione della microflora fecale benefica, un aumento del pH fecale e un aumento dei livelli di espressione di P-gp, CYP3A4 e CYP2D1, che sono noti per limitare la biodisponibilità dei farmaci somministrati per via orale.
«Alle concentrazioni tipicamente utilizzate in alimenti e bevande, il sucralosio elimina i batteri benefici nel tratto gastrointestinale, con un minore effetto sui batteri patogeni – scrive la dott.ssa Schiffman – La maggior parte dei consumatori non sono a conoscenza di questi effetti, perché non vi è nessuna etichetta di avvertimento sui prodotti contenenti sucralosio».
Gli scienziati hanno anche dichiarato che la modifica nell’equilibrio dei batteri gastrointestinali è stata associata a un aumento di peso e obesità. A livelli elevati, poi, sucralosio causa anche danni al DNA. E, sempre secondo i ricercatori, questi effetti biologici si verificano con l’assunzione del sucralosio ai livelli attualmente approvati dalle agenzie di regolamentazione per l’uso nella catena alimentare. E se detti problemi si verificano già quando si sta nei limiti consigliati, cosa accade se si superano questi livelli, come quando non ci si limita nell’assumere un prodotto edulcorato artificialmente? La risposta è facilmente prevedibile, e forse sarebbe il caso che si iniziasse a cercare delle alternative dolcificanti che siano più sicure e più dolci per la salute.
lunedì 12 gennaio 2015
giovedì 8 gennaio 2015
Gli effetti della meditazione sulla salute
(tratto da psiconeuroendocrinoimmunologia)
Un gruppo di neurobiologi danesi ha pubblicato su "Cognitive Brain Research" uno studio realizzato su otto maestro di meditazione, indagati durante l'esecuzione di esercizi della scuola Yoga Nidra tramite la PET. Visualizzando l'attività del cervello dei meditanti, con un tracciante contenente un competitore per il neurotrasmettitori dopamina, i ricercatori hanno potuto vedere un notevole aumento del neurotrasmettitore nello striato ventrale, un'area del cervello che fa parte dei circuiti del premio, della gioia per una ricompensa.
In base a questo ed altri studi fatti sulla meditazione e il suo influsso sul cervello, si deduce che l'uso regolare delle tecniche meditative determina quanto segue.
- La regolazione della produzione di cortisolo, fondamentale ormone dello stress.
- L'aumento notturno della melatonina, fondamentale ormone del sonno, con funzioni chiave nella sincronizzazione dei ritmi biologici dell'organismo.
- La riduzione della noradrenalina, neurotrasmettitore prodotto sia dalle surrenali sia dal cervello sotto stress.
- L'aumento della serotonina, neurotrasmettitore di grande rilievo per l'umore (antidepressivo), ma anche per la regolazione della fame e della sazietà, e non solo.
- L'aumento del DHEA (deidroepiandrosterone), ormone prodotto sia dalle surrenali sia dal cervello, con ruoli molteplici sia sull'umore sia sul sistema immunitario.
- L'aumento del testosterone, ormone maschile per eccellenza, ma che può svolgere un ruolo importante anche nelle donne perché, soprattutto in menopausa, costituisce una riserva per la produzione di ormoni femminili (estrogeni), tramite un meccanismo di conversione enzimatica dall'ormone maschile a quello femminile che si chiama 'aromatizzazione'.
- Inoltre, il cervello appare dotato di maggiori livelli di coerenza, anche interemisferica, segnalati dalla comparsa di ritmi armonici particolarmente robusti.
- Infine, il cervello dei meditanti esperti appare in grado di ridurre il sovraccarico di input, semplificando la complessità.
In sintesi, gli effetti fisiologici della meditazione sul cervello possono essere così riassunti:
1) Un rilassamento profondo che non ottunde l'attenzione, anzi la potenzia.
2) Un maggior controllo dei circuiti neuroendocrini e segnatamente di quello dello stress.
3) Una maggior coerenza cerebrale, una migliore comunicazione tra gli emisferi, una maggiore capacità di adattamento.
martedì 6 gennaio 2015
L'integrazione contro le malattie moderne
(tratto da "life 120")
L'ipercortisolemia
L'integrazione può essere un valido aiuto per contrastare l'ipercortisolemia (eccesso di cortisolo) ed i suoi effetti devastanti per il nostro organismo.
1) Integrare i seguenti micronutrienti che hanno sia un effetto inibitorio e adattogeno del cortisolo e quindi dello stress e stimolano la produzione di testosterone (antagonista del cortisolo).
Vitamina D
Melatonina
Fosfatidilserina
Tirosina
Magnonolo
Rhodiola rosea
Epimedium
Teanina
Ginseng
Schisandra
Cordyceps sinensis
2) Diminuzione delle infiammazioni croniche che richiedono l'intervento del cortisolo.
Vitamina D
Omega 3
Potassio
3) Diminuzione della produzione di insulina e quindi di un maggior calo glicemico.
Curcuma
Resveretrolo
Cannella
Taurina
Glutammina
Carnitina
Arginina
Potassio
Magnesio
Manganese
Vitamina D
Vitamina B1
Cromo
Il Diabete
1) Integrare i seguenti micronutrienti che permettono di diminuire l'uso dell'insulina da parte del nostro corpo.
Vitamina D
Vitamina B1
Cromo
Manganese
Magnesio
Potassio
Arginina
Carnitina
Glutammina
Taurina
Cannella
Epigallocatechina
Resveratrolo
Curcuma
2) Diminuire la secrezione del cortisolo per evitare la produzione di glucosio dalla massa magra.
Cordyceps sinensis
Schisandra
Ginseng
Teanina
Epimedium
Rhodiola rosea
Magnonolo
Tirosina
Fosfatidilserina
Melatonina
Vitamina D
Le malattie intestinali
1) Ingerendo degli integratori specifici che uniti al cibo giungono a contatto della flora batterica cattiva rendendo venefico il chimo, che agirà direttamente sulle colonie patogene. In nutrienti sono:
Pepe nero
Cannella
Zenzero
Origano
Chiodi di garofano
Curcuma
2) Migliora il sistema immunitario del nostro corpo, rendendo in tal modo più efficace l'azione dei linfociti T (Placche di Peyer) contro la flora batterica patogena.
Quercetina
Epigallocatechina gallato
Chiodi di garofano
Ornitina alfa chetoglutarato
Glutammina
Acetil cisteina
Zinco
Rame
Vitamina E
Vitamina B12
Vitamina B8
Vitamina B7
Vitamina B6
Vitamina A
Vitamina D
Vitamina C
3) Diminuire la secrezione del cortisolo per evitare l'abbattimento del sistema immunitario.
Cordyceps sinensis
Schisandra
Ginseng
Teanina
Epimedium
Rhodiola rosea
Magnonolo e Onochiolo
Tirosina
Fosfatildilserina
Melatonina
Vitamina D
La candida
1) Evitare che il corpo subisca l'infiammazione cronica, perché ciò attiverebbe il cortisolo, il quale inibisce la produzione di linfociti indebolendo il nostro sistema immunitario.
Vitamina D
Omega 3
Potassio
2) Migliorare la funzionalità del nostro sistema immunitario in modo da impedire la proliferazione della candida.
Quercetina
Epigallocatechina gallato
Chiodi di garofano
Ornitina alfa chetoglutarato
Glutammina
Acetil cisteina
Zinco
Rame
Vitamina E
Vitamina B12
Vitamina B8
Vitamina B7
Vitamina B6
Vitamina A
Vitamina D
Vitamina C
3) Contrastare la disbiosi, la SIBO, la permeabilità intestinale, perché permettono alla candida d'immettersi nel flusso sanguigno.
Vitamina B9
Chiodi di garofano
Origano
Zenzero
Cannella
Curcuma
Pepe nero
4) Diminuire la secrezione del cortisolo, per evitare a soppressione del sistema immunitario.
Cordyceps sinensis
Schisandra
Ginseng
Teanina
Epimedium
Rhodiola rosea
Magnonolo e Onochiolo
Tirosina
Fosfatildilserina
Melatonina
Vitamina D
L'infiammazione cronica
1) I micronutrienti fondamentali sono:
Vitamina D
Omega 3
Potassio
2) Contrastare la formazione di radicali liberi, la cui produzione è maggiore nelle fasi infiammatorie.
Esperidina
Picnogenolo
Quercetina
Resveratrolo
Epigallocatechina gallato
Chiodi di garofano
Origano
Cannella
Pepe nero
Curcuma
Taurina
N-acetil cisteina
Molibdeno
Selenio
Cromo
Coenzima Q10
Acido alphalipoico
Vitamina E
Vitamina C
Vitamina A
3) Contrastare le infiammazioni ripristinando l'omeostasi dei tessuti, utilizzando le spezie per il loro potere anti infiammatorio.
Vitamina B9
Chiodi di garofano
Origano
Zenzero
Cannella
Pepe nero
Gli autori del libro hanno messo a punto degli integratori alimentari che contengono queste integrazioni (http://www.life-120.com/integratori-life-120/product/listing.html).
Si tratta di:
VitaLife C (Vitamina C)
Orac Spice (Spezie macinate e compresse di: Chiodi di garofano, Cannella, Pepe nero, Origano, Curcuma, Zenzero).
Hanno attività antifungine, antiinfiammatorie, antitumorali, antisettiche (fondamentali per debellare la flora batterica patogena compresa la candida).
Radical Killer (Resveratrolo, Epigallocatechina gallato, Proantocianidine OPC, Curcumina, Piperina, Quercetina, Esperidina).
Hanno una potente attività anti radicali liberi.
Omega3 Life (contengono omega 3, Vitamina D, Vitamina E)
Multi-Vitamineral (manganese, magnesio, cromo, ferro, fosforo, potassio, rame, selenio, zinco, molibdeno, boro, iodio, calcio, acido L-glutammico, Vitamina A, Vitamina B1, Vitamina B2, Vitamina B3, Vitamina B5, Vitamina B6, Vitamina B7, Vitamina B9, Vitamina B12, Acido para-aminobenzoico, Coenzima Q10).
Melatonin Complex (contiene melatonina e zinco, selenio, Vitamina B6).
Stress Killer (per abbassare il livello di cortisolo nel sangue).
(Contiene: Fosfatidilserina, L-tirosina, Estratto secco di Magnolia, Estratto di Rhodiola rosea, Epimedium, Teanina, Estratto secco di ginseng, Estratto di schisandra, Estratto di cordyceps sinensis, Vitamina B6).
L'ipercortisolemia
L'integrazione può essere un valido aiuto per contrastare l'ipercortisolemia (eccesso di cortisolo) ed i suoi effetti devastanti per il nostro organismo.
1) Integrare i seguenti micronutrienti che hanno sia un effetto inibitorio e adattogeno del cortisolo e quindi dello stress e stimolano la produzione di testosterone (antagonista del cortisolo).
Vitamina D
Melatonina
Fosfatidilserina
Tirosina
Magnonolo
Rhodiola rosea
Epimedium
Teanina
Ginseng
Schisandra
Cordyceps sinensis
2) Diminuzione delle infiammazioni croniche che richiedono l'intervento del cortisolo.
Vitamina D
Omega 3
Potassio
3) Diminuzione della produzione di insulina e quindi di un maggior calo glicemico.
Curcuma
Resveretrolo
Cannella
Taurina
Glutammina
Carnitina
Arginina
Potassio
Magnesio
Manganese
Vitamina D
Vitamina B1
Cromo
Il Diabete
1) Integrare i seguenti micronutrienti che permettono di diminuire l'uso dell'insulina da parte del nostro corpo.
Vitamina D
Vitamina B1
Cromo
Manganese
Magnesio
Potassio
Arginina
Carnitina
Glutammina
Taurina
Cannella
Epigallocatechina
Resveratrolo
Curcuma
2) Diminuire la secrezione del cortisolo per evitare la produzione di glucosio dalla massa magra.
Cordyceps sinensis
Schisandra
Ginseng
Teanina
Epimedium
Rhodiola rosea
Magnonolo
Tirosina
Fosfatidilserina
Melatonina
Vitamina D
Le malattie intestinali
1) Ingerendo degli integratori specifici che uniti al cibo giungono a contatto della flora batterica cattiva rendendo venefico il chimo, che agirà direttamente sulle colonie patogene. In nutrienti sono:
Pepe nero
Cannella
Zenzero
Origano
Chiodi di garofano
Curcuma
2) Migliora il sistema immunitario del nostro corpo, rendendo in tal modo più efficace l'azione dei linfociti T (Placche di Peyer) contro la flora batterica patogena.
Quercetina
Epigallocatechina gallato
Chiodi di garofano
Ornitina alfa chetoglutarato
Glutammina
Acetil cisteina
Zinco
Rame
Vitamina E
Vitamina B12
Vitamina B8
Vitamina B7
Vitamina B6
Vitamina A
Vitamina D
Vitamina C
3) Diminuire la secrezione del cortisolo per evitare l'abbattimento del sistema immunitario.
Cordyceps sinensis
Schisandra
Ginseng
Teanina
Epimedium
Rhodiola rosea
Magnonolo e Onochiolo
Tirosina
Fosfatildilserina
Melatonina
Vitamina D
La candida
1) Evitare che il corpo subisca l'infiammazione cronica, perché ciò attiverebbe il cortisolo, il quale inibisce la produzione di linfociti indebolendo il nostro sistema immunitario.
Vitamina D
Omega 3
Potassio
2) Migliorare la funzionalità del nostro sistema immunitario in modo da impedire la proliferazione della candida.
Quercetina
Epigallocatechina gallato
Chiodi di garofano
Ornitina alfa chetoglutarato
Glutammina
Acetil cisteina
Zinco
Rame
Vitamina E
Vitamina B12
Vitamina B8
Vitamina B7
Vitamina B6
Vitamina A
Vitamina D
Vitamina C
3) Contrastare la disbiosi, la SIBO, la permeabilità intestinale, perché permettono alla candida d'immettersi nel flusso sanguigno.
Vitamina B9
Chiodi di garofano
Origano
Zenzero
Cannella
Curcuma
Pepe nero
4) Diminuire la secrezione del cortisolo, per evitare a soppressione del sistema immunitario.
Cordyceps sinensis
Schisandra
Ginseng
Teanina
Epimedium
Rhodiola rosea
Magnonolo e Onochiolo
Tirosina
Fosfatildilserina
Melatonina
Vitamina D
L'infiammazione cronica
1) I micronutrienti fondamentali sono:
Vitamina D
Omega 3
Potassio
2) Contrastare la formazione di radicali liberi, la cui produzione è maggiore nelle fasi infiammatorie.
Esperidina
Picnogenolo
Quercetina
Resveratrolo
Epigallocatechina gallato
Chiodi di garofano
Origano
Cannella
Pepe nero
Curcuma
Taurina
N-acetil cisteina
Molibdeno
Selenio
Cromo
Coenzima Q10
Acido alphalipoico
Vitamina E
Vitamina C
Vitamina A
3) Contrastare le infiammazioni ripristinando l'omeostasi dei tessuti, utilizzando le spezie per il loro potere anti infiammatorio.
Vitamina B9
Chiodi di garofano
Origano
Zenzero
Cannella
Pepe nero
Gli autori del libro hanno messo a punto degli integratori alimentari che contengono queste integrazioni (http://www.life-120.com/integratori-life-120/product/listing.html).
Si tratta di:
VitaLife C (Vitamina C)
Orac Spice (Spezie macinate e compresse di: Chiodi di garofano, Cannella, Pepe nero, Origano, Curcuma, Zenzero).
Hanno attività antifungine, antiinfiammatorie, antitumorali, antisettiche (fondamentali per debellare la flora batterica patogena compresa la candida).
Radical Killer (Resveratrolo, Epigallocatechina gallato, Proantocianidine OPC, Curcumina, Piperina, Quercetina, Esperidina).
Hanno una potente attività anti radicali liberi.
Omega3 Life (contengono omega 3, Vitamina D, Vitamina E)
Multi-Vitamineral (manganese, magnesio, cromo, ferro, fosforo, potassio, rame, selenio, zinco, molibdeno, boro, iodio, calcio, acido L-glutammico, Vitamina A, Vitamina B1, Vitamina B2, Vitamina B3, Vitamina B5, Vitamina B6, Vitamina B7, Vitamina B9, Vitamina B12, Acido para-aminobenzoico, Coenzima Q10).
Melatonin Complex (contiene melatonina e zinco, selenio, Vitamina B6).
Stress Killer (per abbassare il livello di cortisolo nel sangue).
(Contiene: Fosfatidilserina, L-tirosina, Estratto secco di Magnolia, Estratto di Rhodiola rosea, Epimedium, Teanina, Estratto secco di ginseng, Estratto di schisandra, Estratto di cordyceps sinensis, Vitamina B6).
lunedì 5 gennaio 2015
L'asse dello stress nel cervello
Studi sono in corso per determinare con esattezza il ruolo di stimolo e di depressione che questo o quel peptide neuroendocrino produce sulle cellule immunitarie. Resta il fatto che gli scienziati concordano su un punto: il cervello monitorizza l'attività del sistema immunitario e ciò è dimostrabile dalla misurazione delle modificazioni dell'attività dei neurotrasmettitori cerebrali.
Ma a che cosa servono i neurormoni prodotti dalle cellule immunitarie?
Servono a modulare la risposta immunitaria: la produzione di peptidi ormonali, al pari della produzione di citochine, fa parte del linguaggio del sistema, della comunicazione tra le varie cellule che compongono il sistema immunitario.
Per esempio, il TSH, quando viene prodotto dall'ipofisi ha il potere di indurre la tiroide a produrre i proprio ormoni (T4 e T3), mentre quando viene prodotto dai linfociti serve ad aumentare la produzione di anticorpi da parte dei linfociti B. Così, l'ACTH ipofisario stimola la produzione di cortisolo da parte delle surrenali, mentre l'ACTH linfocitario serve a bloccare la produzione di anticorpi.
Per J.E. Blalock (vedi figura sotto) il ruolo dei neurormoni linfocitari non si ferma qui. Da teorico della comunicazione bidirezionale tra sistema immunitario e sistema neuroendocrino, Blalock propone per i neurormoni linfocitari un ruolo centrale nella comunicazione tra i grandi sistemi. Sono le parole con cui si realizza la grande connessione fisiologica che consente la vita a un organismo complesso. La ricerca ha stabilito che questi ormoni linfocitari hanno effetti endocrini, al pari dei loro fratelli prodotti dalle cellule delle ghiandole endocrine.
venerdì 2 gennaio 2015
Le malattie infiammatorie
(tratto dal libro Psiconeuroendocrinoimmunologia)
L’infiammazione come
mezzo di difesa e come fonte di guai per l’organismo
I
fenomeni infiammatori, in realtà, non sono eventi eccezionali. Anzi, l’infiammazione
rappresenta il principale mezzo di difesa che l’organismo ha contro le
infezioni e le trasformazioni tumorali delle nostre cellule.
Essi
fanno parte della normalità fisiologica del nostro organismo. D’altra parte
però l’infiammazione è dotata di un eccezionale potere distruttivo dei tessuti
del nostro organismo, sia di quelli della prima linea di difesa (le mucose) sia
degli organi interni (fegato innanzitutto).
Ai
fini della valutazione e della prevenzione dei danni prodotti all’organismo
dall’infiammazione infatti quello che conta non è tanto o che cosa abbia
prodotto l’infiammazione, quanto il tipo di risposta dell’organismo.
Lo
stimolo all’infiammazione può essere infatti di varia natura, proveniente dall’ambiente
esterno o da quello interno.
I meccanismi
infiammatori
Stimoli
infiammatori sia esterni, sia interni, per produrre effetti pertinenti devono
raggiungere i vasi sanguigni. E’ la parete interna dei vasi, l’endotelio
vasale, che costituisce la sede dell’attivazione infiammatoria.
Se
lo stimolo persiste o se è di entità adeguata, si realizzeranno profondi
cambiamenti all’interno del sangue, con la contemporanea attivazione di 3
sistemi (della coagulazione, delle chinine e del complemento) e la liberazione
di sostanze che richiameranno altre cellule immunitarie nel luogo dell’infiammazione,
che saranno anche di tipo linfocitario.
Quando
l’endotelio vasale è attivato, i fosfolipidi della membrana cellulare, a
partire dall’acido arachidonico, acido grasso polinsaturo della serie omega 6,
generano una miriade di sostanze infiammatorie, collettivamente denominate
eocosanoidi.
Diversi
studi dimostrano che una sovrapproduzione di derivati dell’acido arachidonico è
implicata in numerosi disordini infiammatori: dall’artrite reumatoide alle
malattie infiammatorie intestinali e cardiovascolari, fino a quelle
neurodegenerative.
E’
utile sottolineare che la prima “fiammata infiammatoria” viene sostenuta da
sostanze già formate e largamente disponibili, poiché sono presenti nelle
piastrine e nelle cellule immunitarie stabilmente presenti nel sistema
vascolare, come le mastoidi. Queste sostanze sono: istamina, serotonina, bradichinina,
fattore attivante le piastrine (PAF).
L’infiammazione
come fenomeno sistemico
La
febbre accompagna da sempre l’umanità. In sintesi i dati certi sono che il
rialzo della temperatura è prodotto dal cervello e segnatamente dall’ipotalamo
anteriore, il quale risponde a segnali che arrivano dalla circolazione
sanguigna, sotto forma di interleuchine.
Il
rialzo della temperatura serve a migliorare l’attività delle cellule
immunitarie.
In
particolare, l’aumento della temperatura è un segnale essenziale di attivazione
dei macrofagi, ma soprattutto dei linfociti Th.
Dal
cervello, al fegato, all’osso, al surrene, ai vasi sanguigni fino ai muscoli e
al tessuto adiposo: è praticamente l’insieme dell’organismo a essere coinvolto.
Il fegato è l’organo
dell’infiammazione e della sua regolazione
In
realtà, il fegato, oltre a svolgere un ruolo essenziale nel metabolismo dei
nutrienti, nella sintesi di alcune vitamine come la D e la K, e altro ancora,
svolge alcune fondamentali funzioni legate al sangue e alla regolazione dell’infiammazione.
Le
proteine sintetizzate dal fegato sono: quasi tutte le proteine della
coagulazione; i fattori del complemento C3 e C4, i fattori anti infiammatori e
di regolazione (APP). Le proteine della fase acuta sono la proteina C reattiva
(PCR). Durante un’infezione acuta i valori della PCR risultano elevati. In
realtà, queste proteine vengono rilasciate in quantità superiori al normale non
solo in presenza di un’infezione, ma anche di un’infiammazione cronica, oppure
di eventi stressanti (di tipo fisico ed emozionale) e di malattie, come
depressione e tumori.
I difetti nel
controllo dell’infiammazione
Il
controllo dell’infiammazione è la risultante dell’attivazione di meccanismi di
regolazione locale e generale, ma perché essa venga spenta davvero, l’organismo
deve mettere in modo circuiti immunoneuroendocrini di segno generale:
produzione di peptidi e attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene con
produzione finale di cortisolo.
Alterazioni
della comunicazione tra sistema immunitario e cervello potrebbero produrre
malattie infiammatorie o psichiatriche o sindromi miste, aventi cioè componenti
sia comportamentali sia infiammatorie. Queste ipotesi sono state confermate
parlando del rilascio di citochine infiammatorie in corso di stress.
Lo stress esacerba la
malattia
L’attivazione
del sistema dello stress si accompagna alla produzione di citochine
infiammatorie.
Lo
stress, tramite la noradrenalina, attiva un enzima, una chinasi, che attacca un
complesso inerte presente nel citoplasma della cellula immunitaria, lo libera
dal fattore inibitorio e mette in azione NFKB. Il fattore entra nel nucleo del
monocita e attiva una sessantina di geni, i quali, a loro volta, comanderanno
la produzione di proteine infiammatorie, soprattutto citochine (IL-1 e
TNF-alfa) e molecole di adesione (VCAM e ICAM), essenziali per lo sviluppo
della risposta infiammatoria.
La maggiore
vulnerabilità femminile nella regolazione dell’asse dello stress
La
donna ha un sistema ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) più dinamico, ma con più
difficoltà di regolazione. D’altra parte, una perfetta regolazione di questo
asse è la sua unica protezione verso l’autoimmunità, mentre nell’uomo, che ha
un HPA meno dinamico e più controllato, la protezione viene anche dall’asse
gonadico. Per il controllo dell’autoimmunità, si potrebbe affermare che la
femmina dipende dalle surrenali e il maschio dai testicoli.
martedì 30 dicembre 2014
Il microbiota intestinale
Il
microbiota intestinale influenza il sistema immunitario tramite diverse vie. Il
suo squilibrio può essere alla base di numerose patologie a base infiammatoria
non solo di tipo intestinale.
Negli
ultimi 5 anni un grande sforzo è stato compiuto dallo Human Microbiome Project,
200 ricercatori provenienti da 80 istituti di ricerca statunitensi, che hanno
presentato il primo catalogo genetico della grande varietà di microorganismi
che convivono nel nostro corpo (http://www.hmpdacc.org/).
Di
questa varietà di microorganismi il 70% è localizzato nel tratto
gastrointestinale.
La
colonizzazione avviene al momento della nascita e il pattern iniziale di
batteri dipende dal tipo di parto, di alimentazione e da condizioni ambientali.
Il microbiota ha una
profonda influenza sulla fisiologia intestinale e non: ruolo di integrità della
barriera intestinale , attraverso meccanismi molteplici che includono l’azione
sulle “tight junctions”, sviluppo e omeostasi della risposta immune (innata e
adattativa), azione pro infiammatoria, interazioni multiple nel cosiddetto asse
“brain-gut” (cervello-intestino), un’intensa attività metabolica rivolta alla
sintesi di vitamine, alla produzione di acidi organici, gas e sostanze odorose,
a reazioni di glicosidazione ed al metabolismo dei composti steroidei.
L’equilibrio
tra le varie specie batteriche del nostro microbioma è di fondamentale
importanza per la salute, l’imprinting alla nascita non dipende da noi, ma gli
stili e i comportamenti di vita sono dei potenti regolatori della composizione
del microbioma. Ad esempio, un’alimentazione iperproteica e povera di fibre
determinerà un aumento di Clostridii, con condizione potenzialmente cancerogena.
Anche lo stress cronico è correlato con alterazione dell’equilibrio della flora
batterica (disbiosi) così come i disturbi dell’umore e, ovviamente, del
comportamento alimentare. E quindi, oltre alle malattie intestinali:
disfunzione endoteliale, diabete di tipo 2, obesità, malattie autoimmuni, asma,
malattie infiammatori della cute, infezioni dell’apparato respiratorio, uro-genitale,
odontostomatologico, depressione e ansia, osteoporosi.
L’asse
cervello-intestino: andata e ritorno
All’origine di molte patologie dell’apparato
digerente oggi si considera il ruolo del microbiota intestinale soprattutto in
relazione alla complessa interazione tra il sistema nervoso autonomo, l’asse
ipotalamo-ipofisi-surrene ed il microbiota: la disregolazione di quest’asse
(brain gut axis: BGA) può determinare molta patologia gastroenterica.
Ruolo chiave in questo meccanismo è detenuto
dal Fattore di Rilascio della Corticotropina (CRF). La famiglia dei peptidi CRF
è espressa nel Sistema Nervoso Centrale e nell’intestino. Esplica un profondo effetto
di modulazione della funzione intestinale attraverso la sua influenza sull’infiammazione,
l’aumento della permeabilità intestinale, la maggiore percezione del dolore (ipersensibilità
viscerale) e motilità intestinale. In caso di stress, inteso come perturbazione
dell’omeostasi, come primo evento si determina il rilascio di CRF
dall’ipotalamo, con susseguente rilascio di ACTH e attivazione delle ghiandole
surrenali. Sorprendente è stata la scoperta della bidirezionalità dell’asse a
partire dal microbiota intestinale: è cioè possibile che le modificazioni
dell’asse modifichino l’ecosistema intestinale, ma anche viceversa che modificazioni
della flora intestinale modifichino l’asse cervello-intestino, interferendo
quindi su motilità, permeabilità e sensibilità viscerale.
Il microbiota comunica con l’asse
cervello-intestino attraverso diversi meccanismi:
1) interazione diretta con cellule mucosali
(messaggi endocrini)
2) tramite cellule del sistema immunitario
3) attraverso le terminazioni nervose.
Esistono
evidenze scientifiche che le reazioni indotte dallo stress provocano
cambiamenti nella composizione della flora batterica con cambiamenti delle
citochine proinfiammatorie e dei neurotrasmettitori che possono modificare
direttamente o indirettamente il microbiota. Per esempio la noradrenalina aumenta
la virulenza di alcuni batteri, come E. coli o C. jejuni. I mastociti hanno un
ruolo determinante in questi processi, secernendo una serie di importanti
mediatori anche tramite l’attivazione dei recettori per il CRF ampiamente espressi
nella membrana di queste cellule.
Le
malattie gastrointestinali
La
disregolazione dell’asse può portare allo sviluppo di una vasta gamma di
malattie gastrointestinali come il reflusso gastroesofageo (GERD), l’ulcera
peptica, la sindrome del colon irritabile, malattie infiammatorie intestinali e
anche allergia alimentare.
La sindrome del colon irritabile (IBS)
rappresenta un complesso sintomatologico che prevale nella popolazione
femminile in un rapporto 2:1. È una diagnosi di esclusione di patologia
organica con periodi di riaccensione e periodi di silenzio sintomatologico. Tra
i sintomi più comuni la diarrea o la stipsi, dolori addominali, meteorismo.
Tra i
fattori di rischio la suscettibilità genetica e lo stress cronico mentre tra i
fattori trigger ancora ritornano quelli psicosociali oltre alle infezioni
intestinali, l’abuso di antibiotici con alterazione della flora batterica
intestinale.
Molti casi di IBS seguono a un’infezione batterica intestinale: la flora
intestinale dei pazienti con IBS si distingue da quella delle popolazioni di
controllo, infatti tra il 10 – 80 % dei
pazienti con IBS è diagnosticabile anche una SIBO (Small Intestinal Bacterial
Overgrowth).
Nella
patogenesi delle Malattie Infiammatorie Intestinali (IBD) il ruolo del
microbiota oggi è considerato cruciale in base alle seguenti evidenze: le
lesioni si verificano più frequentemente nelle zone con più alta concentrazione
batterica; pazienti con IBD perdono la
tolleranza immunitaria verso la flora autologa; la diversione fecale (cioè
una deviazione definitiva delle feci) previene la recidiva postoperatoria nei pazienti
con Morbo di Crohn; l’enterocolite è assente nei modelli animali che non hanno
batteri intestinali (germ free); infine si può riscontrare un’apparente efficacia
degli antibiotici nella cura del Morbo di Crohn.
Esistono poi evidenze specifiche che un
particolare ceppo protettivo, in quanto dotato di attività antiinfiammatoria,
il Faecalibacterium prausnitzii*, sarebbe carente nel Morbo di Crohn.
(tratto da PNEI NEWS)
*Faecalibacterium prausnitzii is the most abundant bacterium in the human intestinal microbiota of healthy adults, representing more than 5% of the total bacterial population. Over the past five years, an increasing number of studies have clearly described the importance of this highly metabolically active commensal bacterium as a component of the healthy human microbiota. Changes in the abundance of F. prausnitzii have been linked to dysbiosis in several human disorders. Administration of F. prausnitzii strain A2-165 and its culture supernatant have been shown to protect against 2,4,6-trinitrobenzenesulfonic acid (TNBS)-induced colitis in mice. Here, we discuss the role of F. prausnitzii in balancing immunity in the intestine and the mechanisms involved.
*Faecalibacterium prausnitzii is the most abundant bacterium in the human intestinal microbiota of healthy adults, representing more than 5% of the total bacterial population. Over the past five years, an increasing number of studies have clearly described the importance of this highly metabolically active commensal bacterium as a component of the healthy human microbiota. Changes in the abundance of F. prausnitzii have been linked to dysbiosis in several human disorders. Administration of F. prausnitzii strain A2-165 and its culture supernatant have been shown to protect against 2,4,6-trinitrobenzenesulfonic acid (TNBS)-induced colitis in mice. Here, we discuss the role of F. prausnitzii in balancing immunity in the intestine and the mechanisms involved.
lunedì 29 dicembre 2014
Marcatori anticorpali nelle diagnosi di malattie infiammatorie croniche intestinali
I marcatori anticorpali sono utili per la diagnosi di malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), quali il Morbo di Crohn e la Rettocolite ulcerosa.
In corso di diagnosi si possono utilizzare:
1) la PCR: è molto sensibile e si eleva in presenza di infiammazione cronica;
2) la calprotectina fecale: è utile per identificare soggetti con MICI in fase attiva. Si può usare per fare la diagnosi differenziale tra MICI e Sindrome del colon irritabile.
Nel monitoraggio dell'attività di malattia:
1) si alterano la VES, la PCR, l'albumina; la calprotectina.
Nel predirre le ricadute:
1) la calprotectina è la più affidabile per predirre ricadute. Valori superiori a 50 indicano un rischio di ricaduta di 13 volte superiore ai soggetti con valori al di sotto di questo valore.
Nella valutazione della risposta terapeutica:
1) la PCR è il parametro sierologico più significativo nei pazienti che rispondono al trattamento.
Marcatori di laboratorio:
1) Morbo di Crohn: anti ASCA (IGG e IGA) - ALCA - ACCA - AMCA - ANTI-OMPC - ANTI-I2.
I pazienti con positività elevate di più marcatori sono a rischio di complicazioni chirurgiche.
2) Rettocolite ulcerosa: P-ANCA
Nota: il 20% dei familiari SANI può presentare lieve positività di questi marcatori, pur senza avere la malattia.
In corso di diagnosi si possono utilizzare:
1) la PCR: è molto sensibile e si eleva in presenza di infiammazione cronica;
2) la calprotectina fecale: è utile per identificare soggetti con MICI in fase attiva. Si può usare per fare la diagnosi differenziale tra MICI e Sindrome del colon irritabile.
Nel monitoraggio dell'attività di malattia:
1) si alterano la VES, la PCR, l'albumina; la calprotectina.
Nel predirre le ricadute:
1) la calprotectina è la più affidabile per predirre ricadute. Valori superiori a 50 indicano un rischio di ricaduta di 13 volte superiore ai soggetti con valori al di sotto di questo valore.
Nella valutazione della risposta terapeutica:
1) la PCR è il parametro sierologico più significativo nei pazienti che rispondono al trattamento.
Marcatori di laboratorio:
1) Morbo di Crohn: anti ASCA (IGG e IGA) - ALCA - ACCA - AMCA - ANTI-OMPC - ANTI-I2.
I pazienti con positività elevate di più marcatori sono a rischio di complicazioni chirurgiche.
2) Rettocolite ulcerosa: P-ANCA
Nota: il 20% dei familiari SANI può presentare lieve positività di questi marcatori, pur senza avere la malattia.
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