La
sindrome da intestino irritabile (IBS) è una condizione medica ad andamento
cronico e decorso fluttuante, sostanzialmente benigna, caratterizzata da frequenti riacutizzazioni con dolore, distensione
addominale e alterazioni dell’alvo.
L’eziopatogenesi
di questa sindrome, non ancora completamente chiarita, è multifattoriale e
diversa secondo il tipo di IBS, così come la fisiopatologia, attribuita ad alterazioni della motilità
gastrointestinale, all’ipersensibilità viscerale, alla disfunzione dell’asse
cervello-intestino e/o ad alcuni fattori psicosociali:
- IBS post-infettiva (20-30% dei casi)
- IBS infiammatoria (15-20% dei casi)
- Overgrowth batterico intestinale
- Alterazione del sistema della serotonina (5HT)
- Disfunzione primaria del sistema nervoso centrale
- Disordini psicosomatici, psicosociali o psichiatrici primari
- Fattori genetici, soprattutto comportamenti appresi che possono avere un ruolo in soggetti predisposti
Gli
studi più recenti attribuiscono una crescente importanza patogenetica a
flogosi, risposta immunitaria e neuroimmunitaria e contenuto intraluminale intestinale.
Un’infiammazione di bassa intensità,
dovuta a infezioni gastrointestinali, dismicrobismi e/o allergie alimentari,
sembra essere responsabile, attraverso il rilascio di mediatori, della
sensibilizzazione dei recettori sensoriali e dell’alterata motilità e
dell’ipersensibilità viscerale che caratterizzano l’IBS.
Nella
piramide seguente l’IBS potrebbe essere il primo gradino nello spettro dell’infiammazione intestinale, cui seguono
colite microscopica e IBD.
I sintomi di IBS derivano quindi dal
coinvolgimento dei numerosi elementi della componente infiammatoria e del
sistema immunitario e dalla loro interazione con il sistema nervoso centrale e
periferico. L’elemento
caratterizzante di questa sindrome è comunque l’elevata presenza di mastociti nella
lamina propria del colon e dell’ileo; la loro attivazione, in prossimità alle
fibre nervose, determina la severità della percezione dolorosa.
Ricerche degli ultimi anni sostengono
il ruolo patogenetico delle alterazioni del microbiota intestinale osservate
nei pazienti con IBS.
Alcuni
sostengono che l’IBS sia dovuta a sindrome della contaminazione del tenue (small
intestine bacterial overgrowth, SIBO), ovvero a un aumento della concentrazione
prossimale della flora batterica, con fermentazione di fibre che, in condizioni
normali, verrebbero digerite e assorbite nell’ileo prossimale; le evidenze in
proposito sono per ora limitate.
In molte forme di IBS è stata comunque
osservata una modificazione del microbiota intestinale, con riduzione di
lattobacilli e bifidobatteri e una crescita “dannosa” di specie quali
veillonella e clostridi.
Anche
nel caso della perturbazione del microbiota, un’infiammazione di bassa
intensità potrebbe provocare disfunzioni a livello intestinale e la possibile
riacutizzazione di comorbilità di tipo psichiatrico, per un’alterata comunicazione
tra sistema nervoso enterico e sistema nervoso centrale.
Ricordiamo
che il sistema nervoso centrale è in grado di intervenire sulle funzioni
dell’apparato digerente attraverso il rilascio di neurotrasmettitori che
influenzano, tra l’altro, funzione epiteliale, produzione di mucina e motilità.
Una
strategia di manipolazione microbica, come la somministrazione di prebiotici (FOS, frutto-oligosaccaridi, e GOS,
gluco-oligo-saccaridi), probiotici (come
lattobacilli e bifidobatteri) e prodotti microbici
(come acidi grassi a catena corta e vitamine), può avere un’azione antinfiammatoria locale e inibire i patogeni con
ripresa delle capacità difensive, trofiche e assorbenti del microbiota.
Sono
stati proposti vari modelli per spiegare la relazione tra processi infiammatori intestinali e stress. Una recente
review ha descritto i risultati ottenuti in modelli animali di IBS, secondo i
quali i recettori del fattore di rilascio della corticotropina (corticotropin-releasing factor, CRF) cerebrali e
intestinali modulerebbero i processi
infiammatori; pertanto, il CRF ricoprirebbe un ruolo chiave nella
riacutizzazione dell’IBD e nella sensibilità da stress nell’IBS post-infezione.
La stimolazione della secrezione di
ormone adrenocorticotropo (adrenocorticotropic hormone, ACTH) provoca a sua
volta liberazione di sostanze come adrenalina o noradrenalina, attivazione del
sistema nervoso autonomo con conseguente flogosi, aumento della permeabilità,
iperalgesia e alterazioni della motilità.
La
patogenesi dell’IBS appare quindi estremamente complessa. Pur rimanendo valida
l’ipotesi tradizionale di una disregulation tra sistema nervoso centrale e
sistema nervoso enterico, si ritiene che alla
base dell’IBS possano essere presenti fenomeni di tipo reattivo, immunologico e
flogistico. Crescenti evidenze indicano, inoltre, come l’IBS non debba più
essere considerata una malattia funzionale, ma una condizione organica che
coinvolge, con una modalità multifattoriale, il sistema nervoso enterico e
quello centrale.
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