martedì 27 agosto 2013

Sindrome dell’intestino irritabile, causa funzionale o organica ?



La sindrome da intestino irritabile (IBS) è una condizione medica ad andamento cronico e decorso fluttuante, sostanzialmente benigna, caratterizzata da frequenti riacutizzazioni con dolore, distensione addominale e alterazioni dell’alvo.

L’eziopatogenesi di questa sindrome, non ancora completamente chiarita, è multifattoriale e diversa secondo il tipo di IBS, così come la fisiopatologia, attribuita ad alterazioni della motilità gastrointestinale, all’ipersensibilità viscerale, alla disfunzione dell’asse cervello-intestino e/o ad alcuni fattori psicosociali:
  • IBS post-infettiva (20-30% dei casi)
  • IBS infiammatoria (15-20% dei casi)
  • Overgrowth batterico intestinale
  • Alterazione del sistema della serotonina (5HT)
  • Disfunzione primaria del sistema nervoso centrale
  • Disordini psicosomatici, psicosociali o psichiatrici primari
  • Fattori genetici, soprattutto comportamenti appresi che possono avere un ruolo in soggetti predisposti

Gli studi più recenti attribuiscono una crescente importanza patogenetica a flogosi, risposta immunitaria e neuroimmunitaria e contenuto intraluminale intestinale. Un’infiammazione di bassa intensità, dovuta a infezioni gastrointestinali, dismicrobismi e/o allergie alimentari, sembra essere responsabile, attraverso il rilascio di mediatori, della sensibilizzazione dei recettori sensoriali e dell’alterata motilità e dell’ipersensibilità viscerale che caratterizzano l’IBS.

Nella piramide seguente l’IBS potrebbe essere il primo gradino nello spettro dell’infiammazione intestinale, cui seguono colite microscopica e IBD.

I sintomi di IBS derivano quindi dal coinvolgimento dei numerosi elementi della componente infiammatoria e del sistema immunitario e dalla loro interazione con il sistema nervoso centrale e periferico. L’elemento caratterizzante di questa sindrome è comunque l’elevata presenza di mastociti nella lamina propria del colon e dell’ileo; la loro attivazione, in prossimità alle fibre nervose, determina la severità della percezione dolorosa.

Ricerche degli ultimi anni sostengono il ruolo patogenetico delle alterazioni del microbiota intestinale osservate nei pazienti con IBS.
Alcuni sostengono che l’IBS sia dovuta a sindrome della contaminazione del tenue (small intestine bacterial overgrowth, SIBO), ovvero a un aumento della concentrazione prossimale della flora batterica, con fermentazione di fibre che, in condizioni normali, verrebbero digerite e assorbite nell’ileo prossimale; le evidenze in proposito sono per ora limitate.
In molte forme di IBS è stata comunque osservata una modificazione del microbiota intestinale, con riduzione di lattobacilli e bifidobatteri e una crescita “dannosa” di specie quali veillonella e clostridi.
Anche nel caso della perturbazione del microbiota, un’infiammazione di bassa intensità potrebbe provocare disfunzioni a livello intestinale e la possibile riacutizzazione di comorbilità di tipo psichiatrico, per un’alterata comunicazione tra sistema nervoso enterico e sistema nervoso centrale.
Ricordiamo che il sistema nervoso centrale è in grado di intervenire sulle funzioni dell’apparato digerente attraverso il rilascio di neurotrasmettitori che influenzano, tra l’altro, funzione epiteliale, produzione di mucina e motilità.
Una strategia di manipolazione microbica, come la somministrazione di prebiotici (FOS, frutto-oligosaccaridi, e GOS, gluco-oligo-saccaridi), probiotici (come lattobacilli e bifidobatteri) e prodotti microbici (come acidi grassi a catena corta e vitamine), può avere un’azione antinfiammatoria locale e inibire i patogeni con ripresa delle capacità difensive, trofiche e assorbenti del microbiota.

Sono stati proposti vari modelli per spiegare la relazione tra processi infiammatori intestinali e stress. Una recente review ha descritto i risultati ottenuti in modelli animali di IBS, secondo i quali i recettori del fattore di rilascio della corticotropina (corticotropin-releasing factor, CRF) cerebrali e intestinali modulerebbero i processi infiammatori; pertanto, il CRF ricoprirebbe un ruolo chiave nella riacutizzazione dell’IBD e nella sensibilità da stress nell’IBS post-infezione.
La stimolazione della secrezione di ormone adrenocorticotropo (adrenocorticotropic hormone, ACTH) provoca a sua volta liberazione di sostanze come adrenalina o noradrenalina, attivazione del sistema nervoso autonomo con conseguente flogosi, aumento della permeabilità, iperalgesia e alterazioni della motilità.

La patogenesi dell’IBS appare quindi estremamente complessa. Pur rimanendo valida l’ipotesi tradizionale di una disregulation tra sistema nervoso centrale e sistema nervoso enterico, si ritiene che alla base dell’IBS possano essere presenti fenomeni di tipo reattivo, immunologico e flogistico. Crescenti evidenze indicano, inoltre, come l’IBS non debba più essere considerata una malattia funzionale, ma una condizione organica che coinvolge, con una modalità multifattoriale, il sistema nervoso enterico e quello centrale.


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