martedì 5 novembre 2013

Intolleranze enzimatiche



Ci sono molte disaccaridasi nel nostro organismo ed ognuna prende il nome dallo zucchero che scinde; fra le più importanti ci sono : la lattasi, la fruttoidasi e la maltasi.
Le disaccaridasi sono degli enzimi localizzati sugli orletti a spazzola degli enterociti nell'intestino. Le disaccaridasi sono: maltasi, isomaltasi, lattasi e saccarasi.
Essi servono per trasformare (o meglio scindere) i principali disaccaridi  (saccarosio, maltosio, lattosio e isomaltosio) nei principali monosaccaridi; in grande quantità glucosio, ma anche fruttosio, galattosio e altre piccole quantità di pentosi ed esosi presenti negli alimenti.


Spesso sono provocate dalla mancanza e/o dall’alterazione di enzimi e succhi digestivi.
Normalmente gli alimenti devono essere ben digeriti e assorbiti dal sangue attraverso la mucosa nell'intestino tenue in modo che nell'intestino crasso arrivino solo l'acqua e i residui che non possono essere assimilati, come le fibre vegetali.
Se ciò non avviene arrivano nell'intestino crasso sostanze nutritive non digerite e i numerosi batteri in esse contenute, fermentano producendo gas e provocando forti spasmi intestinali.


Sull'orlo dei villi intestinali sono presenti degli enzimi che hanno il compito di scindere i disaccaridi, come il lattosio o il saccarosio, e gli oligosaccaridi derivati dalla digestione dell'amido.

Gli enzimi disaccaridasi sono, alcuni stabili al calore e altri no, e in condizioni normali (temperatura intestinale attorno ai 36°,5 – max 37°), sono capaci di una digestione quasi completa dei disaccaridi e degli oligosaccaridi, tanto che solo una quantità modesta di molecole raggiunge il colon in forma non digerita.
A livello del colon la flora batterica trasforma queste sostanze in idrogeno, metano, anidride carbonica e in acidi organici che contribuiscono a mantenere morbide le feci e a rendere frequenti i movimenti intestinali.
Nei soggetti con difetti di disaccaridasi primitivi o secondari e/o ad un difetto delle mucose intestinali, il colon viene raggiunto da una quantità maggiore di zuccheri non digeriti e questo determina un aumento delle fermentazioni intestinali, una produzione eccessiva di gas e di acidi e con la presenza, nel lume intestinale, di sostanze indigerite e dei loro metaboliti in quantità superiore alla capacità di assorbimento della parete intestinale.
Gli alimenti più fermentanti vi sono gli zuccheri raffinati, il latte vaccino, i formaggi vaccini stagionati e le carni grasse (suino e bovino soprattutto). In genere la fermentazione corrisponde alla disbiosi, ossia alla crescita abnorme di batteri patogeni nell'intestino. Tuttavia, alcune forme di fermentazione possono preparare alle intolleranze alimentari.

Nelle feci di questi soggetti vi sono sostanze riducenti, normalmente assenti, e nell'aria espirata è presente idrogeno.

I sintomi clinici di questo difetto (disaccaridasi) sono:
-          flatulenza
-          distensione addominale
-          borborigmi
-          dolori
-          diarrea
-          difetti nutrizionali (malnutrizione) e dipendono sia dalla quantità di zucchero ingerito che dall'entità del difetto enzimatico

Piuttosto comune tra i difetti di disaccaridasi è il deficit di lattasi nell'adulto. L'enzima generalmente è presente in modo normale alla nascita e nei primi anni di vita, ma dopo i 3 anni la sua attività incomincia a diminuire. Nei Paesi occidentali questo difetto enzimatico si manifesta sovente durante l'adolescenza ed è quindi distinguibile dalla forma congenita, evidente già alla nascita, e da quella tardiva e secondaria a malattie gastroenteriche. 

Come diagnosticarla ?

Accertare un’intolleranza può essere difficile. La base della diagnostica è data dall’anamnesi. Secondo il sospetto, possono essere eseguiti vari test (p.es. test genetico in caso di sospetto di intolleranza al lattosio, test respiratorio H2 per il sospetto di intolleranza al lattosio o malassorbimento del fruttosio). In mancanza di test adeguati, si procede a una dieta diagnostica.

Le intolleranze alimentari si suddividono nei seguenti gruppi.

Sindromi da malassorbimento: intolleranza al glutine (celiachia) e intolleranza al fruttosio (malassorbimento del fruttosio).

Intolleranza enzimatica: la mancanza di un enzima o un difetto enzimatico impediscono che determinate parti di un alimento possano essere (completamente) digerite. Note e congenite sono le intolleranze al fruttosio e al galattosio (galattosemia) ereditarie. Sono invece acquisite le intolleranze al lattosio, all’istamina, al saccarosio, al sorbitolo, il malassorbimento del fruttosio.

Intolleranza farmacologica: determinate sostanze contenute negli alimenti sono farmacologicamente attive e, se consumate in grandi quantità, possono provocare sintomi di intolleranza alimentare (intolleranza relativa): ammine biogene, come l’istamina nei pomodori, nel vino rosso e nel formaggio maturo, la feniletilamina nel cioccolato, la tiramina nel formaggio maturo o nel cioccolato, la serotonina nelle banane e nelle noci, il glutammato (intolleranza al glutammato) e la caffeina.

Intolleranze indefinite (reazioni pseudoallergiche agli additivi alimentari): i sintomi sono simili a quelli di un’allergia. In questo caso, si tratta però di reazioni ad alimenti naturali o a determinati additivi, come le lectine, i salicilati, gli acidi benzoici, i coloranti, gli emulsionanti, i solfiti e gli esaltatori di sapidità.

I sintomi di un’intolleranza alimentare possono essere vari. I più frequenti sono disturbi digestivi generali, come mal di stomaco, flatulenza, diarrea o stitichezza, malessere. Altre possibili reazioni sono stanchezza, irritabilità, eruzioni cutanee, mal di testa (emicrania), disturbi circolatori e reumatici ecc. Spesso, i disturbi si manifestano lentamente, per cui non è sempre facile collegarli a un’intolleranza.

Terapia e trattamento

Una volta stabilita la diagnosi, occorre evitare gli alimenti che provocano i disturbi. In caso di intolleranza al lattosio, al fruttosio e all’istamina, assieme a un consulente alimentare si stabilisce la tolleranza individuale. In caso di celiachia, invece, è imperativo osservare una severa dieta priva di glutine.
A livello farmacologico, in caso di intolleranza al lattosio si può assumere sotto forma di pastiglie l'enzima lattasi, in caso di intolleranza all’istamina l’enzima diaminossidasi.

Consigli

Se ingerite in piccole quantità distribuite durante il giorno, le pietanze contenenti lattosio, fruttosio e istamina sono meglio tollerate.
Oggi si trovano prodotti privi di glutine e lattosio anche presso i grandi distributori.
All’acquisto leggere sempre l’elenco degli ingredienti per essere sicuri di tollerare l’alimento.

  


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