venerdì 9 maggio 2014

Le ghiandoli surrenali, il cortisolo e lo stress

Se vi sentite spesso stanchi, non riuscite a riposare come vorreste, vi svegliate affaticati, dopo i pasti registrate sonnolenza, fate fatica ad addormentarvi la sera e vorreste sempre dormire, vi consiglio di leggere quanto segue.

Il cortisolo

Il cortisolo influenza il metabolismo dei carboidrati, dei grassi e delle proteine. Se c’è un eccesso di produzione di cortisolo, nel tempo questo può provocare disturbi e problemi di ordine metabolico. Il cortisolo è catabolico in natura, cioè scompone cose (le “distrugge”). Inoltre, il cortisolo è un ormone “glicemico” nel senso che può aumentare i livelli di zucchero nel sangue in vari modi, come la produzione di glucosio nel fegato (gluconeogenesi). Il cortisolo può anche ridurre la capacità di utilizzare il glucosio attraverso i tessuti periferici infatti è possibile avere un effetto anti-insulinico.

Come viene prodotto il cortisolo?

L’ipotalamo butta fuori l’ormone di rilascio corticotropina che stimola la ghiandola pituitaria (ipofisi) a produrre ACTH che a sua volta stimola le ghiandole surrenali a produrre cortisolo.

Infiammazione ed infezioni

L’infiammazione e le infezioni impattano sulla produzione di cortisolo poiché inviano segnali di input in presenza di neurochimici e citochine all’ipotalamo ed utili a determinare i segnali di output del cortisolo. Un eccesso di input bloccanti o liberatori impatta profondamente producendo un importante effetto “limitante”. Ci sono due modi in cui questa interferenza può risultare in una disfunzione surrenale: producendo troppo cortisolo o non abbastanza.
Come abbiamo già detto, il cortisolo è un ormone catabolico. Per cui è frequente vedere soggetti con livelli glicemici piuttosto alti (pre-diabetici) che dimagriscono continuamente (con problemi di malassorbimento) o che comunque non riescono a prendere peso nonostante diete nutrienti e bilanciate.

Le ghiandole surrenali

Si parla spesso si stress e stanchezza surrenale, pensando che siano le ghiandole surrenali le dirette responsabili di questa stanchezza, quando in effetti non è spesso così. Per cui, nonostante a questi soggetti vengano somministrate dosi importanti di corteccia surrenale, i pazienti non registrano alcun miglioramento. Questo perché il problema è nei meccanismi cerebrali. Per cui questa disfunzione risiede in un sistema di segnalazione difettoso alle ghiandole surrenali oppure in una cattiva integrazione del ritmo surrenale (cortisolo).
Le ghiandole surrenali sono “solo” una fabbrica, che fa quello che gli viene ordinato di fare dal cervello.

Queste sono le 4 aree del cervello che sono coinvolte nella regolazione delle funzioni surrenali:
Accesso surrenale ipotalamico-pituitario che praticamente controlla le quantità di cortisolo prodotte a qualsiasi ora del giorno e della notte;
Ippocampo che controlla e regola i ritmi del cortisolo (ritmi circadiani);
Mesencefalo (o “cervello medio”) una parte piuttosto primitiva del cervello;
Ghiandola pineale che (in parole semplici) controlla l’equilibrio tra cortisolo e melatonina.

Disfunzioni surrenali

Le 3 fasi della disfunzione surrenale sono:

1) reazione allarmata (cortisolo e DHEA elevati): le ghiandole surrenali diventano iperattive per aumentare i livelli di cortisolo per adattarsi alla presenza di stress;

2) fase di resistenza (cortisolo elevato e DHEA basso): questo accade in risposta a stress prolungato visto che il corpo “ruba” pregnenolone dal colesterolo per produrre più cortisolo. Normalmente, il pregnenolone aiuta a produrre gli ormoni sessuali come il progesterone ed il testosterone. Come risultato di “pregnenolone rubato”, si verificano squilibri ormonali. Comunemente infertilità, menopausa maschile e sindrome dell’ovaio policistico;

3) fase di esaurimento (cortisolo basso e DHEA basso): a questo punto le surrenali sono esauste e non possono più adattarsi allo stress. I co-fattori necessari per produrre cortisolo vengono a mancare ed i livelli si abbassano troppo. Poiché le surrenali non producono più cortisolo sufficiente, il ciclo del “pregnenolone rubato” si interrompe.

Quali sono le cause potenziali di un esaurimento surrenale?

infezione o infiammazione (con conseguente riduzione dei segnali di output dell’ipotalamo)
tumore
brusca interruzione della somministrazione prolungata di steroidi
bassi livelli di colesterolo (per utilizzo di statine, ad esempio)
problemi autoimmuni

stress cronico (da diete squilibrate con consumo eccessivo di zuccheri, sovrallenamento, troppa caffeina, etc. …).

Diagnosi e trattamento

La diagnosi della stanchezza surrenale va effettuata da un medico competente che si basa sui sintomi e segni del paziente, sulla raccolta di dati quali le risposte ad un questionario specifico, alcuni semplici test “biofisici” che si possono fare in ambulatorio o a casa ed una particolare metodica di rilevamento della temperatura corporea.

Riguardo al laboratorio, l’esame più attendibile è il dosaggio del cortisolo nella saliva fatto in 4 diversi momenti della giornata che consente di valutare se il profilo di secrezione del cortisolo è normale o alterato. Il semplice prelievo di sangue al mattino per il dosaggio del cortisolo è molto meno indicativo a questo scopo.

La terapia della stanchezza surrenale può comprendere integratori (vitamine e minerali), fitoterapici ad azione adattogena (ashwaganda, rhodiola, liquirizia, eleuterococco, tulsi, ecc) e supplementi di  estratto di corteccia surrenale.

Nei casi più seri si dovrà ricorrere al cortisolo (bioidentico) a dosi fisiologiche suddivise in 3-4 somministrazioni durante la giornata, per cercare di riprodurre il più possibile il ritmo naturale di secrezione del cortisolo. Naturalmente anche la prescrizione della terapia più adatta ad ogni singolo caso va riservata ad un medico esperto nell’equilibrio ghiandolare e nell’uso di ormoni bio-identici.

Esempio di grafico di misurazione del cortisolo salivare durante la giornata (livelli ottimali):




Accorgimenti fondamentali per la dieta e lo stile di vita

I cibi che sceglierete di consumare sono fondamentali nel guarire da questo problema. Qualsiasi integrazione o altra strategia risulterà vana se mancherete di curare l’alimentazione.

-          fare una colazione ricca di proteine e grassi e pochi carboidrati;
-       fare piccoli pasti a base di proteine e grassi di qualità ogni 2-3 ore (es. semi e noci, uova, carne, pesce o un frullato di proteine a basso contenuto di carboidrati);
-         trovate il vostro limite massimo di tolleranza ai carboidrati e non superatelo: se vi sentite assonnati o avete voglia di qualcosa di dolce dopo il pasto, significa che avete consumato troppi carboidrati;
-          non consumare dolci o cibi zuccherini (anche la frutta) prima di andare a dormire;
-          evitare tutti gli stimolanti surrenali (caffeina, alcol, istamina, sforzo fisico);
-          dieta ricca di vegetali, carni e grassi di qualità;
-          eliminare il glutine dalla dieta;
-          eliminare i cereali dalla dieta, il riso, le patate, legumi, latticini e i cibi raffinati, zucchero raffinato e non, soia, oli vegetali idrogenati, sali raffinati;
-          non guardare la TV fino a tardi;
-          fare vacanza spesso;
-          meditare / fare yoga
-          attività fisica moderata (camminare);
-          riposo adeguato (8 ore di sonno a notte);
-          gestione dello stress.

Integratori alimentari specifici

-          vitamina C;
-          vitamina B;
-          vitamina D;
-          trans-resveratrolo in dosi concentrate;
-          curcuma;
-          olio di pesce omega 3;
-          radici di: ginseng, rhodiola rosea, zenzero, liquirizia;

-          zinco e rame;


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