Se
vi sentite spesso stanchi, non riuscite a riposare come vorreste, vi svegliate
affaticati, dopo i pasti registrate sonnolenza, fate fatica ad addormentarvi la
sera e vorreste sempre dormire, vi consiglio di leggere quanto segue.
Il cortisolo
Il
cortisolo influenza il metabolismo dei carboidrati, dei grassi e
delle proteine. Se c’è un eccesso di produzione di cortisolo,
nel tempo questo può provocare disturbi e problemi di ordine metabolico. Il
cortisolo è catabolico in natura, cioè scompone cose (le “distrugge”). Inoltre, il
cortisolo è un ormone “glicemico” nel senso che può aumentare i livelli di
zucchero nel sangue in vari modi, come la produzione di glucosio nel
fegato (gluconeogenesi). Il cortisolo può anche ridurre la capacità
di utilizzare il glucosio attraverso i tessuti periferici infatti è
possibile avere un effetto anti-insulinico.
Come viene prodotto
il cortisolo?
L’ipotalamo butta
fuori l’ormone di rilascio corticotropina che stimola la ghiandola
pituitaria (ipofisi) a produrre ACTH che a sua volta stimola le
ghiandole surrenali a produrre cortisolo.
Infiammazione ed
infezioni
L’infiammazione
e le infezioni impattano sulla produzione di cortisolo poiché inviano
segnali di input in presenza di neurochimici e citochine all’ipotalamo ed utili
a determinare i segnali di output del cortisolo. Un eccesso di input
bloccanti o liberatori impatta profondamente producendo un importante effetto
“limitante”. Ci sono due modi in cui questa interferenza può risultare in
una disfunzione surrenale: producendo troppo cortisolo o non abbastanza.
Come
abbiamo già detto, il cortisolo è un ormone catabolico. Per cui è frequente
vedere soggetti con livelli glicemici piuttosto alti (pre-diabetici) che
dimagriscono continuamente (con problemi di malassorbimento) o che comunque non
riescono a prendere peso nonostante diete nutrienti e bilanciate.
Le ghiandole
surrenali
Si
parla spesso si stress e stanchezza surrenale, pensando che siano le ghiandole
surrenali le dirette responsabili di questa stanchezza, quando in effetti
non è spesso così. Per cui, nonostante a questi soggetti vengano
somministrate dosi importanti di corteccia surrenale, i pazienti non registrano
alcun miglioramento. Questo perché il problema è nei meccanismi cerebrali. Per
cui questa disfunzione risiede in un sistema di segnalazione difettoso
alle ghiandole surrenali oppure in una cattiva integrazione del ritmo surrenale
(cortisolo).
Le
ghiandole surrenali sono “solo” una fabbrica, che fa quello che gli viene
ordinato di fare dal cervello.
Queste
sono le 4 aree del cervello che sono coinvolte nella regolazione delle
funzioni surrenali:
Accesso
surrenale ipotalamico-pituitario che praticamente controlla le
quantità di cortisolo prodotte a qualsiasi ora del giorno e della notte;
Ippocampo
che controlla e regola i ritmi del cortisolo (ritmi circadiani);
Mesencefalo (o
“cervello medio”) una parte piuttosto primitiva del cervello;
Ghiandola
pineale che (in parole semplici) controlla l’equilibrio tra cortisolo
e melatonina.
Disfunzioni surrenali
Le
3 fasi della disfunzione surrenale sono:
1)
reazione allarmata (cortisolo e DHEA elevati): le ghiandole surrenali
diventano iperattive per aumentare i livelli di cortisolo per adattarsi alla
presenza di stress;
2)
fase di resistenza (cortisolo elevato e DHEA basso): questo accade in
risposta a stress prolungato visto che il corpo “ruba” pregnenolone dal
colesterolo per produrre più cortisolo. Normalmente, il pregnenolone
aiuta a produrre gli ormoni sessuali come il progesterone ed il testosterone.
Come risultato di “pregnenolone rubato”, si verificano squilibri ormonali. Comunemente infertilità,
menopausa maschile e sindrome dell’ovaio policistico;
3)
fase di esaurimento (cortisolo basso e DHEA basso): a questo punto le
surrenali sono esauste e non possono più adattarsi allo stress. I co-fattori
necessari per produrre cortisolo vengono a mancare ed i livelli si abbassano
troppo. Poiché le surrenali non producono più cortisolo sufficiente, il
ciclo del “pregnenolone rubato” si interrompe.
Quali sono le cause
potenziali di un esaurimento surrenale?
infezione
o infiammazione (con conseguente riduzione dei segnali di output
dell’ipotalamo)
tumore
brusca
interruzione della somministrazione prolungata di steroidi
bassi
livelli di colesterolo (per
utilizzo di statine, ad esempio)
problemi
autoimmuni
stress
cronico (da diete squilibrate con consumo eccessivo di zuccheri,
sovrallenamento, troppa caffeina, etc. …).
Diagnosi e trattamento
La
diagnosi della stanchezza surrenale va effettuata da un medico competente che
si basa sui sintomi e segni del paziente, sulla raccolta di dati quali le
risposte ad un questionario specifico, alcuni semplici test “biofisici” che si
possono fare in ambulatorio o a casa ed una particolare metodica di rilevamento
della temperatura corporea.
Riguardo
al laboratorio, l’esame più attendibile è il dosaggio del cortisolo nella
saliva fatto in 4 diversi momenti della giornata che consente di valutare se il
profilo di secrezione del cortisolo è normale o alterato. Il semplice prelievo
di sangue al mattino per il dosaggio del cortisolo è molto meno indicativo a
questo scopo.
La terapia della stanchezza surrenale
può comprendere integratori (vitamine e minerali), fitoterapici ad azione
adattogena (ashwaganda, rhodiola, liquirizia, eleuterococco, tulsi, ecc) e
supplementi di estratto di corteccia surrenale.
Nei
casi più seri si dovrà ricorrere al cortisolo (bioidentico) a dosi fisiologiche
suddivise in 3-4 somministrazioni durante la giornata, per cercare di
riprodurre il più possibile il ritmo naturale di secrezione del cortisolo.
Naturalmente anche la prescrizione della terapia più adatta ad ogni singolo
caso va riservata ad un medico esperto nell’equilibrio ghiandolare e nell’uso
di ormoni bio-identici.
Esempio
di grafico di misurazione del cortisolo salivare durante la giornata (livelli
ottimali):
Accorgimenti fondamentali per la dieta e lo stile di
vita
I cibi che sceglierete di
consumare sono fondamentali nel guarire da questo problema. Qualsiasi
integrazione o altra strategia risulterà vana se mancherete di curare
l’alimentazione.
-
fare una colazione
ricca di proteine e grassi e pochi carboidrati;
- fare piccoli
pasti a base di proteine e grassi di qualità ogni 2-3 ore (es. semi e noci,
uova, carne, pesce o un frullato di proteine a basso contenuto di carboidrati);
- trovate il
vostro limite massimo di tolleranza ai carboidrati e non superatelo: se vi
sentite assonnati o avete voglia di qualcosa di dolce dopo il pasto, significa
che avete consumato troppi carboidrati;
-
non consumare
dolci o cibi zuccherini (anche la frutta) prima di andare a dormire;
-
evitare tutti
gli stimolanti surrenali (caffeina, alcol, istamina, sforzo fisico);
-
dieta ricca di
vegetali, carni e grassi di qualità;
-
eliminare il
glutine dalla dieta;
-
eliminare i
cereali dalla dieta, il riso, le patate, legumi, latticini e i cibi raffinati,
zucchero raffinato e non, soia, oli vegetali idrogenati, sali raffinati;
-
non guardare la
TV fino a tardi;
-
fare vacanza
spesso;
-
meditare / fare
yoga
-
attività fisica
moderata (camminare);
-
riposo adeguato
(8 ore di sonno a notte);
-
gestione dello
stress.
Integratori alimentari specifici
-
vitamina C;
-
vitamina B;
-
vitamina D;
-
trans-resveratrolo
in dosi concentrate;
-
curcuma;
-
olio di pesce
omega 3;
-
radici di:
ginseng, rhodiola rosea, zenzero, liquirizia;
-
zinco e rame;
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