Cosa sono gli otoliti
Gli otoliti, sono dei cristalli di carbonato di
calcio, contenuti all’interno di strutture presenti nella porzione interna
dell’orecchio chiamati sacculo ed utricolo (organi
otolitici).
A che cosa servono
gli organi otolitici?
Sacculo
ed utricolo sono organi capaci di captare le accelerazioni lineari a cui è sottoposto il capo,
differentemente dai canali semicircolari che invece captano
le accelerazioni angolari. Le accelerazioni lineari comprendono
quei movimenti che si generano durante la flessione o la traslazione
del capo e quella di gravità, esercitata costantemente.
Allo
stesso modo, quando la testa è sottoposta ad un movimento di accelerazione
lineare, come può accadere durante la deambulazione
o in auto, la membrana otolitica rimane indietro rispetto alla macula,
inducendo una transitoria deflessione delle ciglia.
Ogni
macula è divisa in due parti da una linea virtuale, la striola, attorno
alla quale sono orientati gli assi di polarizzazione dei ciuffi di ciglia:
nell’utricolo i ciuffi sono orientati con il chinociglio rivolto verso la
striola, mentre nel sacculo hanno orientamento opposto. A causa del decorso
arcuato della striola, l’orientamento dei ciuffi varia sistematicamente in modo
da rilevare stimoli provenienti da tutte le direzioni.
Dove sono localizzati
Gli otoliti sono
presenti, come detto sopra, all’interno di utricolo e sacculo, e precisamente
adesi alla membrana otolitica, una membrana fibrosa, a sua volta adagiata
su una superficie gelatinosa, all’interno della quale sporgono i ciuffi di
ciglia delle cellule epiteliali. La struttura recettoriale in questione prende
il nome di macula. Gli otoliti aumentono la densità della membrana
otolitica rendendola più pesante rispetto alle strutture ed ai liquidi
circostanti, in modo che quando la testa è flessa, a causa della forza di
gravità, avviene uno spostamento relativo della membrana otolitica
rispetto alla macula e quindi una deflessione dei ciuffi di
ciglia.
Distacco degli
otoliti
Gli
otoliti, adesi alla membrana otolitica all’interno dell’utricolo, possono per
varie cause spostarsi dalla loro sede, e quindi possono entrare all’interno di
uno dei 3 canali semicircolari dell’orecchio. Ricordiamo che ogni canale
semicircolare comunica con l’utricolo attraverso un ostio di comunicazione.
All’interno
dei canali semicircolari è presente un liquido, chiamato endolinfa, per
tale motivo, quando un otolita entra all’interno del canale, determina lo
spostamento del liquido a seconda del movimento che compie (forza di gravità),
generando a tal proposito, una stimolazione recettoriale che si traduce
con vertigini rotatorie.
Quali sono i sintomi
del distacco degli otoliti
Fin
quando gli otoliti non entrano all’interno di uno o più canali semicircolari
non determinano alcuna sintomatologia (tranne nei casi di distacco massivo).
Nel momento in cui gli otoliti superano gli osti di comunicazione, allora si
presentano le vertigini legate ai cambiamenti di posizione (vertigine
parossistica posizionale). Le vertigini sono tipicamente rotatorie, associate a
sintomi neurovegetativi (nausea, vomito etc.) ed hanno una durata di meno
di un minuto. Sono scatenate dai cambiamenti di posizione, come quando ci
si sdraia a letto o quando ci si rialza, ma anche quando ci si abbassa
come per raccogliere un oggetto da terra.
Quali sono le cause
Le
cause del distacco degli otoliti possono essere tante ed il più
delle volte rimangono sconosciute in quanto non è sempre semplice
identificarle. Tra le più
frequenti, il trauma cranico come può succedere per un incidente
stradale una caduta accidentale, come anche una carenza della vitamina
D che come è risaputo partecipa nei processi di assorbimento intestinale
del calcio. Altre cause possono essere disturbi del
microcircolo, dismetabolismi, malattie autoimmuni.
Come si effettua la
diagnosi
Per
diagnosticare tale patologia l’anamnesi ci aiuta moltissimo in quanto il
paziente riferisce una vertigine che
insorge durante i cambiamenti di posizione. Il sospetto clinico viene poi
confermato grazie all’esame vestibolare che viene
effettuato in video-oculoscopia (sistema di maschera con
telecamera a raggi I.R.). Il quadro tipico nel caso dell’interessamento dei
canali semicircolari posteriori (forma più frequente) è rappresentato da
un nistagmo parossistico posizionale, dissociato, con componente
verticale-rotatoria che batte verso l’alto (forma tipica) o verso il
basso (forma atipica). La componente rotatoria ci indica il lato che nel
caso della forma tipica è antiorario per il canale destro, orario per il
sinistro.
La
manovra tipica per evocare una vertigine posizionale da interessamento dei
canali verticali e quindi il nistagmo relativo è quella di Hallpike.
Nei
casi in cui vi è interessamento dei canali semicircolari laterali, il
nistagmo sarà prevalentemente orizzontale, parossistico, geotropo, ossia
che batte verso terra, nelle litiasi che interessano l’emibraccio ampollare,
apogeotropo (batte contro terra), se interessano l’emibraccio non ampollare.
Manovra liberatoria
Per
risolvere questa vertigine l’unico modo è quello di far uscire gli otoliti dal
canale interessato e riposizionarli nell’utricolo. A tal proposito ci vengono
in aiuto le manovre liberatorie, ossia quei movimenti che vengono compiuti al
paziente per consentire e facilitare il passaggio degli otoliti attraverso
l’ostio di comunicazione tra canale semicircolare ed utricolo.
Esistono
differenti manovre a seconda del canale interessato.
Le
più comuni sono la manovra di Epley, la Brandt-Daroff,
la Gufoni, la barbecue.
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