Cos’è l’emicrania
vestibolare?
Il
termine “emicrania vestibolare” è stato coniato da Dietrerich e Brandt nel 1999
e stava a significare una condizione caratterizzata da associazione di sintomi
vestibolari (vertigini) in pazienti cefalalgici dove ogni altra
diagnosi era esclusa e dove i pazienti rispondevano bene alle terapie
utilizzate nella classica emicrania. Nella stessa definizione, veniva anche
considerata la possibilità in cui non erano presenti gli attacchi di cefalea.
Fisiopatologia
dell’emicrania vestibolare
Attualmente
i meccanismi fisiopatologici che sono alla base della vertigine emicranica non
sono ancora del tutto chiari. Esistono vari modelli presi in
considerazione per spiegare tali meccanismi e 3 dei quali sono
maggiormente accreditati:
1) Mediazione di
neurotrasmettitori quali serotonina e noradrenalina come
trigger per la crisi vertiginosa ed algica (mal di testa)
2) Azione di
tipo trigeminale con successiva vasodilatazione nel sistema
nervoso centrale
3)
Disregolazione talamo-corticale con successiva eccitabilità delle vie
vestibolare
Quali sono i sintomi
dell’emicrania vestibolare?
Il
quadro sintomatologico nella emicranica vestibolare può essere differente
di paziente in paziente. I sintomi vestibolari (vertigini, disequilibrio,
instabilità posturale) possono accompagnarsi alla cefalea o possono essere
indipendenti. Quando non si accompagnano alla cefalea diventa sicuramente più
difficile la diagnosi e quindi va posta attenzione maggiormente alla storia
clinica del paziente (episodi pregressi di cefalea, equivalenti emicranici
nell’infanzia etc.) nonché i fattori scatenanti gli episodi
vertiginoso-posturali.
Quindi
i criteri indispensabili sono i seguenti:
Soggetti
con emicrania vera classificate secondo il sistema internazionale
delle cefalee (I.H.S.)
Presenza
di episodi ricorrenti di crisi vertiginose e/o turbe
posturali
Assenza
di altra patologia che giustifichi i sintomi vertiginoso-posturali
Esclusione
di patologie neurologiche (RMN encefalo negativa)
Assenza
di fattori di rischio vascolare clinicamente importanti
Fattori
scatenati gli attacchi di vertigini o cefalea
I
fattori che possono influenzare l’andamento delle crisi vestibolari e/o
cefalalgiche sono tanti tra i quali:
Fattori
scatenanti l’emicrania
Fattori
temporali:
periodo
perimestruale
andamento
stagionale
cambiamenti atmosferici
ora
del giorno
Fattori
comportamentali
stress,
affaticamento
disordini
del sonno
alimenti
particolari
cambiamenti
di abitudini
Esami diagnostici
Nel
sospetto di emicrania vestibolare è di fondamentale importanza escludere altre
cause di vertigini ricorrenti e quindi risulta necessario fare, oltre
ad una anamnesi completa, almeno i seguenti esami diagnostici: esame
vestibolare, esame audiometrico, RMN encefalo.
Emicrania vestibolare
associata ad altre patologie
Grazie
a studi epidemiologici si è notato che vi è una stretta correlazione
tra emicrania vestibolare e malattia di meniere. Infatti
la prevalenza di emicrania oscilla tra il 40% e il 55% nei menierici
rispetto a circa il 20% dei non menierici. Nonostante questi dati, non è
ancora del tutto chiarito il meccanismo fisiopatologico che metterebbe in
relazione le due patologie.
Altra
condizione spesso associata all’emicrania vestibolare è la vertigine parossistica
posizionale benigna (VPPB) (otoliti). Infatti, nei pazienti affetti da VPPB
l’incidenza di emicrania è circa il 50% e la possibilità di una ricorrenza
degli episodi di VPPB è circa il 70%.
Nessuna
associazione invece è stata trovata con la neurite vestibolare (nel linguaggio
comune labirintite).
Quali sono le cure?
I
farmaci che possiamo utilizzare nelle vertigini emicraniche sono vari ed alcuni
dei quali utili in fase acuta come i triptani, i FANS,
i psicoattivi mentre altri nelle fasi intercritiche (ossia quando non
sono presenti i sintomi) i farmaci così detti preventivi come i calcio
antagonisti (funarizina), beta-bloccanti, antidrepessivi triciclici, antiepilettici etc.
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