Per
vertigine si intende una erronea percezione di movimento dell’ambiente o di noi
stessi.
Tale
sintomo, essendo solitamente improvviso, di notevole intensità, e poiché altera
i normali rapporti spaziali del soggetto, è solitamente associato ad uno stato
di grande spavento e di vera e propria ansia.
Nella genesi dello stato di ansia non è di poca importanza il fatto che il
soggetto non è in grado di identificare la sede della sua malattia e si sente
impotente di fronte all’immobilità cui è costretto durante la crisi. Accanto
alla vertigine spesso si associano turbe neurovegetative, quali nausea, vomito,
sudorazione, tachicardia, che oltre ad essere estremamente fastidiosi sono
particolarmente debilitanti.
Purtroppo
le poche conoscenze a riguardo di questo frequentissimo disturbo qual è la
vertigine portano ad allungare i tempi diagnostici e quindi terapeutici. E’
quasi la norma vedere pazienti in ambulatorio che hanno effettuato molteplici
esami radiologici (risonanze, TAC, radiografie cervicale, doppler TSA etc.) e
visite specialistiche (ortopediche, neurologiche, otorinolaringoiatriche etc.)
senza aver mai praticato quello che è l’esame cardine ossia “l’esame
vestibolare”.
L’esame vestibolare
L’esame
vestibolare è essenziale ogni qual volta ci troviamo di fronte ad un soggetto
con sindrome vertiginosa.
Esso consiste nel fare indossare al paziente occhiali particolari (occhiali di
frenzel) debolmente illuminati, o in alternativa mediante un sistema più
sofisticato di video-oculoscopia all’infrarosso. In questo modo vengono
valutati i movimenti oculari sia involontari (come il nistagmo) sia volontari
(come i movimenti di inseguimento lento e quelli rapidi).
L’esame viene effettuato su un lettino prima con le gambe fuori e poi facendo assumere
al paziente varie posizioni (sdraiato, sul fianco destro e sinistro, con la
testa fuori dal lettino etc.).
L’esame
vestibolare rappresenta uno strumento utile per individuare la causa della
vertigine e molte volte, qualora la causa sia rappresentata dal distacco di
piccoli sassolini nell’orecchio, chiamati otoliti, vengono effettuate delle
manovre atte a riposizionare gli otoliti, con la scomparsa definitiva della
sintomatologia vertiginosa.
Vertigini Posizionali
Una
delle cause più frequenti di vertigini è sicuramente la vertigine parossistica
posizionale benigna. Essa si presenta come una vertigine che insorge
prevalentemente a letto o quando ci si rialza, oppure quando ci si abbassa come
per allacciarsi le scarpe o ancora quando si guarda in alto.
E’
una vertigine tipicamente oggettiva (ossia si ha la sensazione che l’ambiente
ci giri intorno), insorge in maniera brusca ed ha una durata di pochi secondi o
minuti (in genere meno di un minuto). Tale sintomatologia è spesso accompagnata
da nausea, vomito, sudorazione, pallore cutaneo etc.
La causa é da ricondurre al distacco di piccolissimi sassolini, chiamati
otoliti, nell’orecchio interno che muovendo nel liquido labirintico sono
capaci di generare le vertigini.
Neurite vestibolare (labirintite)
La
neurite vestibolare rappresenta la 2° causa più frequente di vertigine
oggettiva improvvisa. Essa è dovuta ad una infiammazione del nervo
vestibolare la cui causa sarebbe riconducibile ad una infezione virale o ad un
insufficiente apporto vascolare labirintico.
Si
presenta con una intensa vertigine improvvisa, spesso rotatoria, accompagnata
da nausea e vomito che costringe il paziente a rimanere a letto per ore o
giornate intere.
La diagnosi si basa sul: racconto anamnestico, nistagmo spontaneo
unidirezionale, otoscopia ed esami audiometrici negativi.
Il quanto prima possibile va instaurata una terapia cortisonica con risultati
eccellenti già dopo le prime ore di trattamento e successivamente va iniziato
il trattamento riabilitativo.
Con un trattamento adeguato il 50% dei pazienti guarisce completamente dopo 3
mesi, il 75% dopo 6 mesi.
Vertigine vascolare
Per
vertigine vascolare si intende qualsiasi manifestazione di vertigine
soggettiva, oggettiva o di disequilibrio la cui causa scatenante è la ridotta o
mancata perfusione degli organi vestibolari all’interno dell’orecchio e/o nel
sistema nervoso centrale.
A
seconda delle sedi e del tempo di ipoafflusso ematico possiamo avere differenti
quadri clinici.
E’
tipico il quadro del paziente anziano affetto da ipertensione, diabete,
dislipidemia, vasculopatico il quale riferisce episodi di vertigine di breve
durata (alcuni secondi o pochi minuti) accompagnati da una riduzione della
vista e mancanza di forza.
La
diagnosi è sostanzialmente clinica (importante è l’anamnesi e l’esame
clinico/vestibolare) avvalorata da esami radiodiagnostici (doppler TSA;
angio-RMN etc.) e quindi la terapia il più delle volte è farmacologica. Infatti
alla terapia cronica che spesso il paziente anziano assume quotidianamente va
associata una terapia vasoattiva, antitrombotica, regolatrice del flusso
sanguigno atta a migliorare il flusso ematico.
Malattia di Ménière
La Malattia
di Ménière è un’affezione che colpisce l’orecchio interno caratterizzata
da un’aumento della pressione dei liquidi labirintici (endolinfa e perilinfa)
con la conseguenza di disturbi uditivi e dell’equilibrio.
I sintomi tipici sono rappresentati
da ipoacusia, acufeni, ovattamento
auricolare e vertigini.
La maggior parte delle volte il paziente riesce a predire l’episodio
vertiginoso in quanto esso è preceduto inizialmente dall’ovattamento auricolare
e calo dell’udito quindi acufeni ed infine vertigini oggettive.
La diagnosi si basa oltre che sull’anamnesi e sulla sintomatologia, sul quadro
audiometrico con ipoacusia neurosensoriale fluttuante prevalentemente
sulle basse frequenze. La terapia si avvale di farmaci quali
la betaistina (vertiserc, microser), diuretici osmotici (glicerolo,
mannitolo), cortisonici, etc.
In casi selezionati è indicato un intervento chirurgico con infiltrazione
endotimpanica di gentamicina.
Parossismo
vestibolare
Il parossismo
vestibolare è definito come brevi attacchi di vertigine della durata di
pochi secondi, che ricorrono spesso nella stessa giornata. E’ una diagnosi
molto difficile da effettuare in quanto l’esame vestibolare risulta essere il
più delle volte negativo durante la visita medica. La causa sarebbe
riconducibile ad una compressione vascolare del nervo vestibolare.
Utile ai fini diagnostici è il test di iperventilazione durante l’esame
vestibolare che risulta positivo in circa il 70% dei soggetti affetti. Il
farmaco di elezione è la carbamazepina a basso dosaggio.
“Dizziness”
soggettivo cronico
Si
intende una condizione di instabilità e di barcollamento presente
tutta la giornata con alti e bassi. I sintomi peggiorano in piedi e quando si
cammina, mentre si riducono quando ci si siede o addirittura scompaiono quando
ci si sdraia. Inoltre, l’instabilità peggiora in condizioni particolari:
muovendo attivamente o passivamente la testa o il corpo, seguendo oggetti in
movimento, leggendo o scrivendo, camminando per esempio nei centri commerciali.
Questa condizione è secondaria ad
un evento acuto o ricorrente come una disfunzione vestibolare periferica o
centrale (vertigine parossistica posizionale, malattia di Meniere, vertigine
emicranica), patologie varie (trauma cranico, colpo di frusta, aritmie),
disordini psichiatrici (attacchi di panico, ansia generalizzata). Gli esami
otoneurologici risultano negativi se non per un disturbo vestibolare
preesistente mentre è tipico ed unico il quadro della posturografia statica e
dinamica. La causa di questo disturbo va ricercata in un fallimento del
riadattamento dopo un evento acuto, favorito da un uno stato ansioso. Il
trattamento medico consiste nell’utilizzo di farmaci inibitori della
ricaptazione di serotonina e/o noradrenalina, associato a rieducazione
vestibolare e terapia cognitivo-comportamentale.
Vertigine emicranica
Patologia
molto frequente e a carattere familiare l’emicrania colpisce prevalentemente il
sesso femminile. La manifestazione più comune e sicuramente più frequente è
la cefalea che si presenta spesso unilaterale, migrante, pulsante,
resistente ai comuni antidolorifici. La cefalea molte volte si accompagna
a vertigine(vertigine emicranica associata) o viene da questa
sostituita(vertigine emicranica equivalente). Gli episodi ricorrenti di vertigine e/o cefalea possono manifestarsi a
seguito di fattori scatenanti quali privazione del sonno, squilibri ormonali,
alimenti vari, stress emotivo etc. La diagnosi si basa sostanzialmente
su una attenta anamnesi dopo aver escluso altre cause di vertigine
periferica o centrale. Uno stile di vita sano ed una corretta
alimentazione associati il più delle volte ad appropriato trattamento
farmacologico sono alla base del successo terapeutico.
Non
raramente sintomi vertiginosi, instabilità posturale possono essere la spia di
un disordine centrale (tronco encefalo, cervelletto) di varia origine (vascolare,
neoplastica, degenerativa etc.). Nella maggior parte dei casi si associano
altri sintomi come la visione doppia, l’atassia, parestesie, difficoltà
nell’articolare il linguaggio, disturbi della memoria o talvolta essere l’unico
sintomo. In questi casi l’esame vestibolare presenta segni tipici per
patologia centrale ed una buona anamnesi ed esame obiettivo possono condurre ad
una diagnosi presunta poi confermata da indagini radiologiche come la TAC e la
RMN. La terapia dipende dalla patologia e può essere medica o chirurgica e
minore è il tempo per diagnosticarla migliore sarà la prognosi.