Nel
vasto panorama delle intolleranze alimentari, oltre che della ben nota
celiachia, si parla spesso di sensibilità al glutine non celiaca, ma è ancora
più inquietante che esistano sempre più casi di intolleranza a tutti i tipi di amidi.
Dobbiamo
capire cosa si intende per sensibilità al glutine non celiaca e per
intolleranza agli amidi in genere.
Facciamo
alcune precisazioni: è evidente che anche i pazienti affetti da celiachia o da
allergia al grano sono sensibili al glutine. La diagnosi di “sensibilità al
glutine non celiaca” presuppone quindi che sia stata preventivamente esclusa
non solo la celiachia, ma anche una eventuale allergia al grano.
Riguardo all’intolleranza agli amidi non è chiaro se
questa esista come entità separata dalla prima, dato che sulla base delle
ricerche più recenti l’intolleranza al glutine non celiaca sembrerebbe
essere in realtà legata più che al glutine, all’amido di frumento e, più in
generale, a sostanze fermentabili.
Per
parlare della frequenza, è certo che un numero sempre maggiore di persone
riferisce disturbi dopo ingestione di pane,
pasta e, soprattutto, pizza.
I
sintomi più frequentemente riferiti in soggetti non celiaci sensibili al
glutine sono: gonfiore e/o dolore addominale, alterazioni della funzione
intestinale (diarrea, stipsi o l’alternanza dei due il classico “colon
irritabile”), stanchezza cronica, facile affaticabilità, difficoltà di
concentrazione e/o sonnolenza dopi i pasti (la cosiddetta mente annebbiata o
“alloppiata”), cefalea, eruzioni cutanee, prurito senza altra causa, dolori articolari
e/o muscolari, formicolii specie all’estremità di mani e piedi, talora bruciore
e/o dolore alla bocca dello stomaco o dietro allo sterno.
Occorre precisare che una percentuale rilevante di
pazienti affetti da vera sindrome dell’intestino irritabile, diagnosticata
attraverso i criteri riconosciuti a livello internazionale, risponde
positivamente alla dieta priva di glutine».
La diagnosi
A
differenza della celiachia e dell’allergia al grano per la sensibilità al
glutine non celiaca e per l’intolleranza agli amidi, non sono disponibili esami
di laboratorio e/o strumentali che permettano di fare con certezza la diagnosi.
Questa
si basa su due osservazioni:
a) l’evidenza di un chiaro miglioramento o
addirittura della scomparsa dei sintomi dopo eliminazione del glutine dalla
dieta
b) la ricomparsa dei disturbi, spesso in modo
ancor più accentuato, alla sua successiva reintroduzione.
Attenti alla dieta
La
terapia si basa sull’esclusione del glutine dalla dieta che deve essere
rigorosa, perlomeno per tutto il periodo di valutazione clinica (in media 3
mesi); tuttavia, spesso questo non è sufficiente, ed è necessario eliminare dalla dieta o quantomeno
ridurre drasticamente, altri alimenti fermentabili quali lattosio, fruttosio,
sorbitolo e, più in generale, amidi.
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