Reazione normale
Area
cutanea tumefatta (circa 10 cm arrossata). Può rimanere così anche per alcuni
giorni.
La
maggior parte delle punture degli Imenotteri provocano piccole reazioni locali
che non presentano complicanze mediche di rilievo. Queste reazioni sono
caratterizzate da dolore, prurito, arrossamento e gonfiore della regione
colpita.
Reazioni IgE-mediate
Non
dipendono dalla dose di veleno (quindi può bastare una sola puntura).
Sindromi LLR (large local reaction)
Edema,
eritema con estensione superiore a 10 cm che perdura per più di 48 ore.
Talvolta
si osservano reazioni locali più estese che si presentano inizialmente di
leggera entità ma che progrediscono nell’arco di 12-24 ore e arrivano ad un
diametro di circa 5 cm; queste di solito raggiungono un picco di intensità tra
le 48 e le 72 ore. Queste reazioni sono contigue alla regione interessata
dalla puntura e possono coinvolgere l’intera estremità. Quest’ultimo tipo di reazioni si risolve tipicamente in 5-10 giorni.
In teoria, tutti gli individui che presentano una reazione locale estesa
continuano a mostrare lo stesso tipo di reazione a seguito di punture
successive. Questa tendenza non è modificata dalla immunoterapia; questa classe
di pazienti non è candidata per ulteriori valutazioni diagnostiche.
Sindromi anafilattiche sistemiche
Sono
gli eventi più gravi. Possono essere classificati, a seconda della gravità,
grazie alle scale di Muller e Brown che prevedono tutta una serie di
sintomi oggettivi a cui se ne possono aggiungere altri, soggettivi e non
verificabili, dovuti probabilmente alla paura e quindi all’iperventilazione,
alla cefalea, palpitazioni, parestesie, sensazione di caldo.
Classificazione
di Muller (ordine crescente di gravità)
1. Orticaria generalizzata, prurito,
malessere, ansia
2. Orticaria generalizzata, prurito, malessere,
ansia più uno o più dei seguenti sintomi: angioedema (grado 2. anche se è
presente solo questo sintomo), senso di costrizione toracica, sibili
respiratori, nausea e vomito, dolore addominale, diarrea e vertigini.
3. Sintomi precedenti in associazione a due o
più dei seguenti sintomi: dispnea, stridore polmonare, disartria, afonia,
debolezza, obnubilamento del sensorio (stato confusionale e apatia), sensazione
di morte imminente.
4. Sintomi precedenti più due o più dei
seguenti: cianosi, ipotensione, collasso cardio-circolatorio, perdita di
coscienza, incontinenza urinaria/fecale.
Classificazione
di Brown (ordine crescente di gravità)
1. Rash generalizzato, prurito,
rinocongiuntivite, edema locale e angioedema (non altri sintomi sistemici)
2. Sintomi respiratori, cardiovascolari,
gastroenterici, neurologici. Pressione sistolica (massima) maggiore di 90 mm Hg
e frequenza respiratoria minore di 25 atti/minuto
3. Pressione sistolica minore di 90 mm Hg,
frequenza respiratoria maggiore di 25 atti/minuto, perdita di coscienza,
sincope, stordimento. E’ una sintomatologia potenzialmente fatale.
Oltre
alle precedenti ci possono essere anche tutta una serie di “reazioni inusuali”
decisamente rare tipo: sindromi della malattia di siero (febbre, linfadenopatia,
esantema), interessamento renale (sindrome nefrosica, glomerulo nefrite),
sistema nervoso (neurite periferica, reazioni epilettiche), danno al sistema
nervoso centrale (reversibile o irreversibile), complicanze sanguigne
(trombocitopenia, anemia emolitica, CID), complicanze cardiache (angina, IMA).
Reazioni tossiche
Sono
strettamente dose-dipendenti e dipendono dall’effetto dei secreti inoculati in
associazione alla risposta dell’organismo. Possiamo avere:
Sindromi
locali (nel caso di 1 o 2 punture)
Con una singola puntura (vespa/ape)
viene iniettata una dose di veleno pari a 0.5-2 µl. La dose letale per un
individuo adulto in buono stato di salute è decisamente molto più elevata ed il
decesso avviene entro la prima ora.
Sindromi sistemiche
Si
presentano nel caso di 40-50 punture
ed interessano più organi ed apparati.
Va
detto che il grado di gravità della situazione deve anche tener conto del sito
della puntura, tant’è che la maggior parte dei decessi sono dovuti a punture
sulla testa, collo, cavo orale. E’ bene precisare che una puntura
all’interno del cavo orale potrebbe causare edema della glottide il quale
potrebbe portare a complicanze respiratorie e soffocamento (comunque ciò non è
detto che si verifichi).
La
tabella che segue fornisce una più globale visione del grado di pericolosità
delle punture di Imenottero, tenendo conto sia della sintomatologia
(tossica/IgE mediatica) sia del sito di puntura.
Grado di pericolosità (ordine crescente di
gravità)
1. Punture in siti non particolarmente sensibili
(es. gambe, braccia, addome, schiena)
2. Punture a siti prossimi ad aree a rischio
di ostruzione con possibilità di edema migrante oppure particolarmente dolorose
(es. collo, volto, testa, labbra, cavità nasale, zona oculare, genitali)
3. Punture in siti che possono dare edema con
rischio di occlusione: cavità orale e tratto oro-faringeo.
4. Punture che possono causare sindromi
sistematiche, quindi, tutte le punture in soggetti allergici e tutti i casi di
punture in numero superiore a 40 (possibilità di reazione al veleno).
Un’altra
situazione potenzialmente pericolosa è il caso di punture superiori a 20.
La terapia, in questo caso, prevede l’uso di cortisonici e fisiologica,
trattamento sintomatico e correzione dei valori ematici alterati. Il ricovero
può durare più giorni, fino a completa stabilizzazione clinica; verranno
controllati saturazione, pressione, ECG, transaminasi, CPK, creatinina,
azotemia, piastrine e coagulazione. Per soggetti allergici sono consigliabili
misure di desensibilizzazione (più cicli in cui viene iniettato una certa
quantità di veleno purificato). In più è utile che, durante escursioni in cui
potrebbero venire a contatto con tali insetti, portino con sé i farmaci per un
intervento tempestivo (adrenalina, corticoidi).
Un
altro problema che può insorgere in seguito a punture di imenotteri è l’artropatia (in
genere colpisce gli apicoltori che vanno incontro più facilmente a questo tipo
di incidente, soprattutto alle mani). Si manifesta con intenso dolore, edema,
eritema nella sede di puntura: la flogosi articolare può manifestarsi 8-10 ore
dopo la puntura o comparire a distanza di giorni. La funzione articolare resta
compromessa per 14-21 giorni. Non è ben chiaro il meccanismo di patogenesi.
Forse entrano in gioco corpi estranei introdotti con la puntura o anche
infezioni batteriche dovute alla stessa (spesso nel liquido sinoviale è stato
isolato P. aeruginosa).
TERAPIA
Trattamento
delle reazioni acute
Le
reazioni locali alle punture di insetto sono abitualmente trattate con impacchi
freddi, antistaminici per uso orale, analgesici e cortocosteroidi ad uso
topico, al fine di alleviare sintomi quali prurito, dolore localizzato e
gonfiore. Una breve cura con corticosteroidi ad uso orale può essere utile nel
caso di reazioni locali molto estese ed è più efficace nelle prime ore dopo la
puntura.
Talvolta,
reazioni locali molto estese possono venir confuse per celluliti: quando tali
reazioni si manifestano 24 o 48 ore dopo la puntura, l’infezione è improbabile,
e il trattamento più adatto prevede impacchi freddi e somministrazione di
corticosteroidi per 4 o 5 giorni.
Trattamento
delle reazioni sistemiche
Le
reazioni sistemiche lievi si manifestano solo con sintomi cutanei e rispondono
bene agli antistaminici. Più reazioni sistemiche, tuttavia, richiedono
trattamento con epinefrina.
Pazienti
con segni e sintomi di ostruzione delle alte o basse vie aeree o di ipotensione
devono essere immediatamente trattati con epinefrina intramuscolare, ricevere
con urgenza cure mediche e adeguati trattamenti, e vanno tenuti in osservazione
per almeno 4 ore a seconda della gravità della reazione. Alcuni pazienti
possono aver bisogno di un’ulteriore dose di epinefrina o di altri trattamenti
per gravi reazioni anafilattiche. Un ritardo nella somministrazione di
epinefrina può avere esito fatale; alcuni pazienti, inoltre, sono resistenti
all’epinefrina (ad esempio quelli che assumono beta bloccanti) e possono
richiedere grandi quantità di fluidi intravena e di glucagone per far regredire
l’anafilassi.
COMPOSIZIONE DEL VELENO
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|
COMPOSIZIONE
DEL VELENO DELLE VESPE
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COMPOSIZIONE
DEL VELENO DELLE API
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SOSTANZE
A BASSO PESO MOLECOLARE
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SOSTANZE
A BASSO PESO MOLECOLARE
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Istamina
|
Istamina
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Tiramina
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Dopamina
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Dopamina
|
Norepinefrina
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Epinefrina
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Amino
acidi
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Norepinefrina
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Oligopeptidi
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Serotonina
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Fosfolipidi
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Acetilcolina
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Carboidrati
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Putrescina
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Spermidina
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|
Spermina
|
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PEPTIDI
|
PEPTIDI
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Chinine
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Mellittina
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Mastoporani
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Apamina
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Peptide
chemiotattico
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Peptide
401 degranulante le mast-cellule
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Secapina
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Tertiapina
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Inibitore
delle proteasi
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Procamina
A e B
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SOSTANZE
AD ALTO PESO MOLECOLARE
|
SOSTANZE
AD ALTO PESO MOLECOLARE
|
Fosfolipasi
A e B
|
Fosfolipasi
A e B
|
Ialuronidasi
|
Ialuronidasi
|
Fosfatasi
acida
|
Fosfomonoesterasi
acida
|
Fosfatasi
alcalina
|
a-D-Glucosidasi
|
Proteasi
|
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DNAasi
|
|
Colinesterasi
|
|
Istidindecarbossilasi
|
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"Antigene
5"
|
|
"Vmac
1"
|
|
"Vmac
3"
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FIGURA
1 :
Numero di punture mortali.
% dei
casi di morte
|
Numero
di punture
Colonna
1 : 1 sola puntura
Colonna
2 : da 2 a 50 punture
Colonna
3 : più di 50 punture
|
FIGURA
2 :
Intervallo di tempo intercorso dalla puntura al decesso.
% di
casi di morte
|
Tempo
intercorso fra la puntura e il decesso ( ore )
Colonna
1 : fino ad 1 ora
Colonna
2 : da 1 a 24 ore
Colonna
3 : più di 24 ore
|
FIGURA
3 :
Età delle vittime
% dei
casi di morte
|
Età
delle vittime ( anni )
Colonna
1 : da 1 a 19 anni
Colonna
2 : da 20 a 39 anni
Colonna
3 : più di 40 anni
|
FIGURA
4 :
Regione del corpo ove è stata inflitta la puntura.
%di
punture
|
Regione del corpo
Colonna
1 : testa
Colonna
2 : collo
Colonna
3 e 4 : estremità
|
Le api pungono una volta sola (dopodichè muoiono).
Le vespe possono pungere quante volte vogliono.
I bombi sono poco aggressivi; le regine
e le operaie sono in grado però di pungere e, a differenza delle api comuni,
sono dotate di un pungiglione privo di seghettatura, che gli permette di
pungere anche più di una volta.
Il calabrone (vespa crabro) è generalmente poco aggressivo,
tendenzialmente indifferente nei confronti dell’uomo (non cominciano a ronzare
attorno alle persone come la vespa comune); tuttavia tendono a diventare molto
aggressivi se disturbati o in prossimità del nido.
Le punture possono essere molto dolorose.
Le punture possono essere molto dolorose.
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