Disturbi
autistici e dell’umore potrebbero essere collegati ad alterazioni della flora
intestinale: lo sostiene un recente studio tutto italiano pubblicato sulla
rivista World journal of Gastroenterology, in cui gli autori
fanno notare come la modulazione del microbiota come approccio terapeutico
all’autismo e ai disturbi dell’umore sia stato valutato finora solo in
condizioni cliniche sperimentali, ma con risultati molto promettenti, invitando
quindi al sostenimento di altri, appositi studi.
Secondo
lo studio, la flora batterica intestinale rappresenta il primo sistema di
protezione del tratto gastrointestinale (GI) e svolgerebbe un ruolo chiave
nell’insorgenza di questi disturbi, ma il meccanismo attraverso il quale ciò
avviene non è stato ancora pienamente chiarito.
Dati recenti mostrano
la forte correlazione tra disbiosi e condizioni come obesità, allergie,
malattie autoimmuni, la sindrome dell'intestino irritabile (IBS), malattie
infiammatorie intestinali (IBD), e disturbi psichiatrici.
Proprio
per queste evidenze sul fondamentale ruolo della flora intestinale
nell’alterazione del sistema immunitario, neuronale, e nei percorsi endocrini, il
cosiddetto ‘asse cervello-intestino’ sta acquisendo un nuovo significato, anche
se le vie di comunicazione non sono ancora definite.
In particolare, la
disbiosi è la conseguenza dell’alterazione della permeabilità intestinale che
porta rispettivamente alla produzione e alla diffusione nel sangue di una
potente endotossina pro-infiammatoria, cioè il lipopolisaccaride (LPS).
Questa
piccola molecola ha un influenza importante nella modulazione del sistema
nervoso centrale (CNS), aumentando l'attività di aree deputate al controllo
dell’emotività come l’amigdala e portando anche alla produzione di citochine
infiammatorie che alterano l'attività cerebrale fisiologica, modulando la
sintesi di neuropeptidi.
Ci
sono studi che sottolineano l'importanza dei collegamenti bidirezionali tra
intestino e cervello con particolare focus sulle cellule enterocromaffini.
A
supporto del coinvolgimento dell’intestino nell’autismo, è stato dimostrato che
una grande quantità di specie appartenenti al genere Clostridium (10 volte di
più) caratterizzano la composizione qualitativa di campioni fecali di bambini
autistici. Quindi, in questi soggetti è stata caratterizzata la composizione
del microbiota, che mostra uno squilibrio di phyla Bacteroidetes e Firmicutes,
con una maggiore presenza di Bacteroidetes e altri commensali intestinali quali
Bifidobacterium, Lactobacillus, Sutterella, Prevotella, genere Ruminococcus e
famiglia Alcaligenaceae.