Artrite reumatoide,
malattie infiammatorie intestinali (Crohn e Colite ulcerativa), tiroidite di
Hashimoto, artrite psoriasica, diabete giovanile e malattie demielinizzanti
(come la sclerosi multipla), ogni giorno che passa sembrano condividere
sempre più dei meccanismi infiammatori comuni che coinvolgono anche la reazione alimentare ai lieviti e alle
sostanze fermentate.
Negli
ultimi anni abbiamo spesso riferito quanto fosse importante la reazione
infiammatoria da cibo nel favorire la comparsa di malattie autoimmuni come
l'Artrite reumatoide o le malattie infiammatorie intestinali (Crohn e
Colite ulcerativa).
Negli
ultimi mesi sono stati pubblicati su riviste scientifiche di rilievo numerosi
articoli e ricerche che stanno evidenziando la presenza della reazione ai lieviti come elemento favorente,
se non addirittura causale, di molte malattie autoimmuni.
La reazione
ai lieviti e alle sostanze fermentate sta diventando il più frequente
riscontro nei pazienti che visitiamo nei nostri centri, seguito a ruota dalla
reazione a glutine/frumento e poi al nichel e ai prodotti correlati.
Serve però ricordare
che nelle malattie autoimmuni l'azione patologica è provocata alla fine da citochine
infiammatorie come il BAFF, stimolate anche dall'assunzione di alcuni
alimenti, come già descritto per il Lupus e per le alterazioni
della tiroide.
Nell'ottobre
2013 un gruppo di ricercatori italiani ha pubblicato su Clinical Reviews in
Allergy and Immunology un articolo sulla relazione tra lievito di birra e malattie autoimmuni (titolo
intrigante: "Dalla cottura del pane all'autoimmunità"), affrontando
il tema della malattia autoimmune attraverso una chiave di lettura innovativa e
particolare.
Il
gruppo di ricerca ha analizzato i dati del National Center for Biotechnology
Information (NCBI) cercando le similitudini e le omologie tra gli autoantigeni
(le sostanze a cui si indirizzano gli autoanticorpi) e altre sostanze
biologiche. In modo sorprendente si è evidenziata una omologia dell'83% tra i
mannani del Lievito di birra (Saccharomyces cerevisiae) e i più comuni
autoantigeni.
Significa
che quando l'organismo inizia a produrre anticorpi nei confronti dei lieviti (in
accordo con le ipotesi di Finkelman e di Ligaarden), cioè in modo del tutto
naturale quando i lieviti e le sostanze fermentate sono sistematicamente
presenti nella alimentazione abituale, o in virtù di un eccesso alimentare
(pizze, pane, formaggi, vino, cracker, brioche, yogurt), produce anche
anticorpi che possono reagire con autoantigeni, cioè con parti dell'organismo
che vanno a indurre, favorire e forse causare le diverse malattie autoimmuni.
Gli anticorpi contro
i lieviti possono essere ritrovati nell'organismo molti anni prima della
comparsa di una malattia autoimmune, come è stato verificato nei campioni
ematici prelevati e poi conservati in emoteca di militari che anni dopo avevano
sviluppato il morbo di Crohn.
Questo
significa che una semplice attenzione dietologica può aiutare a prevenire e a
curare efficacemente questo tipo di malattia.
Senza
voler entrare nella descrizione dettagliata di ciascun lavoro, è utile
richiamare:
-
un
lavoro ungherese pubblicato sullo European Journal of Neurology che
documenta una alta prevalenza di anticorpi anti lievito e anti glutine nei
soggetti con sclerosi multipla;
-
due
lavori effettuati presso la Facoltà di farmacologia di Monastir (Tunisia) relativi
alla presenza di anticorpi anti lievito di birra nelle disfunzioni tiroidee e
sulla elevazione significativa degli anticorpi IgG nei confronti dei lieviti in
caso di Lupus Eritematoso Sistemico (LES). Entrambi i lavori segnalano perciò
una possibile causa o concausa ambientale (la dieta) nello sviluppo di queste
malattie;
-
un
lavoro pubblicato sugli Annals of Rheumatic Disease da un gruppo di
reumatologi della Northwestern University Feinberg School of Medicine, di
Chicago, in cui si evidenzia con precisione che i recettori TLR2 presenti nelle
articolazioni sono i probabili responsabili del mantenimento della reazione
infiammatoria cronica, identificando una sostanza che li attiva proveniente dal
tessuto sinoviale. È importante ricordare che i TLR2 sono tra i recettori
attivati dagli alimenti nelle reazioni da cibo e fanno parte della immunità
innata e questo studio riporta l'attenzione non tanto sulla reazione
anticorpale, ma sulla attivazione infiammatoria.
Un tale livello di
produzione scientifica continua a indicare una direzione di approfondimento in
cui la relazione ambientale (ad esempio dieta, reazione ad alimenti e
inquinamento) gioca un ruolo decisivo per lo sviluppo dell'autoimmunità.
(tratto da:
eurosalus.it)