mercoledì 18 novembre 2015

L’intolleranza agli amidi e la sensibilità al glutine non celiaca


 Nel vasto panorama delle intolleranze alimentari, oltre che della ben nota celiachia, si parla spesso di sensibilità al glutine non celiaca, ma è ancora più inquietante che esistano sempre più casi di intolleranza a tutti i tipi di amidi.
Dobbiamo capire cosa si intende per sensibilità al glutine non celiaca e per intolleranza agli amidi in genere.
Facciamo alcune precisazioni: è evidente che anche i pazienti affetti da celiachia o da allergia al grano sono sensibili al glutine. La diagnosi di “sensibilità al glutine non celiaca” presuppone quindi che sia stata preventivamente esclusa non solo la celiachia, ma anche una eventuale allergia al grano.

Riguardo all’intolleranza agli amidi non è chiaro se questa esista come entità separata dalla prima, dato che sulla base delle ricerche più recenti l’intolleranza al glutine non celiaca sembrerebbe essere in realtà legata più che al glutine, all’amido di frumento e, più in generale, a sostanze fermentabili.

Per parlare della frequenza, è certo che un numero sempre maggiore di persone riferisce disturbi dopo ingestione di pane, pasta e, soprattutto, pizza.

I sintomi più frequentemente riferiti in soggetti non celiaci sensibili al glutine sono: gonfiore e/o dolore addominale, alterazioni della funzione intestinale (diarrea, stipsi o l’alternanza dei due il classico “colon irritabile”), stanchezza cronica, facile affaticabilità, difficoltà di concentrazione e/o sonnolenza dopi i pasti (la cosiddetta mente annebbiata o “alloppiata”), cefalea, eruzioni cutanee, prurito senza altra causa, dolori articolari e/o muscolari, formicolii specie all’estremità di mani e piedi, talora bruciore e/o dolore alla bocca dello stomaco o dietro allo sterno.
Occorre precisare che una percentuale rilevante di pazienti affetti da vera sindrome dell’intestino irritabile, diagnosticata attraverso i criteri riconosciuti a livello internazionale, risponde positivamente alla dieta priva di glutine».

La diagnosi  

A differenza della celiachia e dell’allergia al grano per la sensibilità al glutine non celiaca e per l’intolleranza agli amidi, non sono disponibili esami di laboratorio e/o strumentali che permettano di fare con certezza la diagnosi.
Questa si basa su due osservazioni:
a) l’evidenza di un chiaro miglioramento o addirittura della scomparsa dei sintomi dopo eliminazione del glutine dalla dieta
b) la ricomparsa dei disturbi, spesso in modo ancor più accentuato, alla sua successiva reintroduzione.

Attenti alla dieta


La terapia si basa sull’esclusione del glutine dalla dieta che deve essere rigorosa, perlomeno per tutto il periodo di valutazione clinica (in media 3 mesi); tuttavia, spesso questo non è sufficiente, ed è necessario eliminare dalla dieta o quantomeno ridurre drasticamente, altri alimenti fermentabili quali lattosio, fruttosio, sorbitolo e, più in generale, amidi.



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